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Giovanni Pascoli "Tesoro"

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Giovanni Pascoli, Il Tesoro

C'era una volta un vecchio 
contadino 
che aveva un suo campetto e la sua 
marra 
e tre figlioli. Giunto al lumicino, 
volle i suoi tre figlioli accanto al 
letto. 
« Ragazzi - disse - vado al mio 
destino 
 ma vi lascio un tesoro: è nel 
 campetto ». 
E non potè dir altro, o non volle. 
A mente i figli tennero il suo detto. 
Quando fu morto, quelli il piano, il 
colle vangano, 
vangano, vangano; invano 
voltano al sole e tritano le zolle: 
niente! Ma, pel raccolto, quando il 
grano 
vinse i granai, lo videro il tesoro 
che aveva detto il vecchio; era in lor 
mano, 
era la vanga dalla punta d'oro. 

Tratto da una favola di Esopo, Il contadino e i suoi figli (favola XLII)
Un contadino essendo sul punto di morire e volendo che i suoi figli fossero pratici dell'agricoltura, avendoli mandati a chiamare disse: "Figlioli, in una delle mie vigne è nascosto un tesoro". Ed essi dopo la sua morte, avendo preso aratri e zappe, scavarono tutta la propria campagna. E il tesoro non lo trovarono, ma la vigna diede loro molte volte più abbondantemente il prodotto. Il racconto dimostra che la fatica è un tesoro per gli uomini
Testo in greco della favola

Il seguente video è tratto dal Rai Edu Letteratura e presenta, in 17 minuti, un ritratto di Giovanni Pascoli. Attraverso le parole del prof. Guido Davide Bonino, vengono ripercorse le vicende artistiche e familiare del poeta. Inoltre Umberto Ceriani legge, dai Canti di Castelvecchio: Nebbia , Il brivido, Il gelsomino notturno, L`ora di Barga, La mia sera, La servetta di monte, La tessitrice e Commiato.


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