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Andrea Daniele Signorelli: Il lato oscuro del machine learning.

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Un interessante articolo pubblicato da Andrea Daniele Signorelli su Prismo il 31/01/2017, intitolato Il lato oscuro del machine learning. 

Scheda articolo
Argomento: l'utilizzo dell'I.A. per la risoluzione di problemi a partire da set di dati produce davvero "apprendimento"?
Problema: quali sono le possibili conseguenze e i limiti delle varie forme di "machine learning" in quei casi cruciali in cui a tale procedura viene dato il compito di prendere decisioni?

Machine Learning
Molto interessante l'articolo di Andrea Signorelli perché riesce a spiegare cosa sia il "machine learning", perché e come venga impiegato e quali situazioni problematiche il suo utilizzo comporti.
Inoltre l'esame delle problematiche connesse all'intelligenza artificiale e al machine learning, aprono interessanti punti di vista da cui guardare a temi tradizionali e cruciali in ambito educativo: cosa significa apprendere? Che cosa sono l'intelligenza e il pensiero? Cosa significa comprendere?

Sovraccarico informativo e soluzione ingegneristica
Le dimensioni dell'information overload, il sovraccarico di dati, sono tali che risulta impossibile ricavare dalla mole di dati conoscenze, soluzioni a problemi e decisioni operative. La soluzione "ingegneristica" e quella di affidarsi a sistemi di intelligenza artificiale, tale pratica e la ricerca teorica ad essa connessa vengono definite "machine learning". 
Ma si può dire che questi sistemi apprendano realmente? Che comprendano? Che siano in grado di dare conto delle scelte che fanno?



Due casi per capire
Per comprendere importanza e dimensioni i questo problema riporto due casi citati da Andrea Signorelli:
  1. Nel 2015 il sistema di riconoscimento delle immagini di Google è incappato in un delicato problema: taggava le persone di colore come "gorilla". Non si è riusciti a capire perché l'algoritmo fosse giunto a questa erronea conclusione. L'unica soluzione è quindi stata quella di "vietare" all'algoritmo di classificare qualunque cosa come "gorilla".
  2. "Se l’algoritmo che guida un’auto dovrà decidere se investire un bambino che si è gettato all'improvviso in mezzo alla strada oppure sterzare di colpo con il rischio di ferire gravemente l’autista e i passeggeri", non sarà il caso di sapere perché l'auto abbia preso una determinata decisione? Eppure questo non è, al momento, possibile.
I due esempi rendono abbastanza chiara quale sia la posta in gioco e quale il peso e il significato dei problemi che l'approccio ingegneristico ponga.

Cura dei contenuti
Esiste un'altra via per affrontare il problema dell'overload informativo? Esiste, ma i suoi scopi non sono esattamente gli stessi. Si tratta di quella che viene definita "content curation" e che è una via umanistica, non nel senso delle scienze umane (secondo la provinciale e superata dicotomia che contrappone scienze umane e scienze della natura), ma nel senso che è basata sull'uomo e non sulla macchina. Non, però, sull'uomo inteso come singolo individuo in competizione con gli altri, ma parte di un tutto: l'intelligenza collettiva. Il paradigma del "prendersi cura" implica che la cura sia reciproca, cura di sé e cura dell'altro si richiamano e rimandano necessariamente l'una all'altra, come due opposti complementari eraclitei.

Due vie destinate a contrapporsi?
Cura dei contenuti attraverso l'intelligenza collettiva e intelligenza artificiale sono forse due vie destinate a contraddirsi in eterno? È immaginabile un'intelligenza collettiva in cui uomo e macchina possano dialogare? Se non sarà così non ci aspetta un bel futuro.
L'etica deve entrare nel mondo dell'I.A. e del machine learning. Chi ricorda le tre leggi della robotica di Isaac Asimove i racconti che hanno come protagonista Susan Calvin, forse può apprezzare tale conclusione meglio di altri.

Link Utili
  1. sulle tre leggi della robotica: Wikipedia, Tre leggi della robotica;
  2. articoli di Robin Good sulla content curation;
  3. Intelligenza collettiva: una raccolta di webinar, articoli, interviste su intelligenza collettiva realizzata con Pearltrees:
  4. riassunto del libro di Levy Intelligenza collettiva;
  5. Andrea Signorelli, Le origini dell'intelligenza artificiale.

La Biblioteca di Babele di Borges è su Internet

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Jonathan Basile e La Biblioteca di Babele
Ispirandosi al celebre racconto fantastico di Jorge Luis BorgesLa biblioteca di Babele, Jonathan Basile, scrittore americano, si è cimentato con successo nell'impresa di ricreare sul web la labirintica biblioteca che può ora essere consultata da tutti in un sito “infinito”: Library of Babel.

La Biblioteca su Internet
Ora la biblioteca esiste su Internet e si può esplorare senza dover attraversare gli infiniti esagoni. Jonathan Basile, con l’aiuto di alcuni amici programmatori, ha creato un programma di soli 50 Megabyte, che permette di generare tutti i libri della biblioteca
In un articolo comparso su La Stampa Cultura del 22/05/2015, intitolato La “biblioteca totale” di Borges realizzata al pc, Pablo Lombó presenta il progetto dello scrittore americano.
In una intervista comparsa su Flavorwire il 23/04/2015 e intitolata Brooklyn Author Recreates Borges’ Library of Babel as Infinite Website, Basile dichiara che il suo babelico labirinto digitale è “il tentativo di ricostruire virtualmente il mondo del racconto di Borges”. Nell’intervista Basile racconta come gli sia venuta l’idea di ricreare online la biblioteca di Babele, in che modo abbia lavorato, quali siano le implicazioni letterarie e filosofiche della sua biblioteca online.

Il sito
Una volta nella home page della Library of Babel, è possibile esplorare la biblioteca in diversi modi utilizzando le prime 4 voci dei menù, nell’ordine abbiamo:
  • Sfoglia: questa funzione permette di individuare uno degli innumerevoli esagoni e decidere quale volume leggere, scegliendo parete, scaffale e volume. Gli esagoni sono riprodotti seguendo le indicazioni di Borges: 4 pareti, 5 scaffali per parete e 32 volumi per scaffale. Gli esagoni sono definiti attraverso combinazioni di numeri e lettere che si possono digitare a caso nella casella di ricerca o si può scegliere l’esagono dall’interminabile lista che viene proposta.
  • Cerca: si può cercare un testo inserendo nel box di ricerca fino a 3200 caratteri, quelli da cui è formata una pagina intera. Sono ammesse le 22 lettere dell’alfabeto e la virgola, il punto e lo spazio. Potrete cercare il vostro nome, nella biblioteca ci sarà.
  • A caso: potete anche cercare a caso, cliccando su Random ci comparirà una delle tante pagine della biblioteca.
Qualsiasi cosa immaginiamo, qualsiasi nostro pensiero, anche il più assurdo, sarà nella biblioteca e potremo leggervelo. Se scriviamo un racconto e poi lo cerchiamo nella biblioteca, scopriremo che vi era già, prima ancora che lo scrivessimo e che sono presenti indefinite versioni di esso.

Eril Desmazieres - Library of Babel
Un Percorso: la biblioteca di Babele sul Web
  • Intervista a Jonathan Basile comparsa su Flavorwire il 23/04/2015 e intotolata Brooklyn Author Recreates Borges’ Library of Babel as Infinite Website. Basile vi descrive la sua esperienza, come abbia proceduto nel “trasferire” la biblioteca di Babele sul Web, quali siano state le difficoltà incontrate e quali implicazioni letterarie e filosofiche il progetto presenti.
  • Leggere il racconto di Borges in rete: il racconto di Borges può essere letto in italiano digitando su un qualsiasi motore di ricerca titolo e autore, si arriverà, prima o poi, al testo del racconto. È anche possibile trovare su Youtube alcuni video in cui il racconto viene letto in italiano
  • La biblioteca di Babele e i paradossi dell’infinito: un interessante articolo di Giulio NapoleoniL’infinito non è di questo mondo. La Biblioteca di Babele e l’universo esamina il paradosso dell’infinito che si annida nelle gallerie della biblioteca: Il contrasto di fondo, che produce il paradosso, risiede nella finitezza della Biblioteca rispetto alla presumibile infinità di cose/eventi che possono essere descritti, espressi, narrati, teorizzati.
  • Il prevalere del non senso nella biblioteca di Babele: Un intervento di Achille Varzi intitolata Il libraio, lo scrittore, la biblioteca di Babele, in cui l’autore cerca di dare un senso più preciso all’affermazione per cui nella biblioteca di Babele ci sono tutti i libri possibili, anche quelli totalmente privi di senso. Varzi prova a calcolare il numero di alcuni di questi libri “senza senso”, il risultato è tremendo, i libri dotati di senso rispetto a quelli insensati sono in numero infimo.
  • Sarebbe possibile costruire la Biblioteca di Babele? Sulle incongruenze architettoniche e le imprecisioni del racconto di Borges consiglio la lettura dell’articolo comparso su Repubblica.it il 30/05/2015 e intitolato La Biblioteca di Babele? Borges sbagliava i calcoli, in cui Michele Mari presenta il libro di Renato GiovannoliCome costruire la biblioteca di Babele, con una premessa di Stefano Bartezzaghi
  • La biblioteca in immagini: chi volesse vedere la biblioteca di Babele tradotta in immagini, può visitare questa pagina del sito Warnock Fine Arts che presenta Onze Estampes volume in cui sono raccolte le immagini realizzate da Eric Desmazieres per illustrare la biblioteca di Babele di J. L. Borges
  • La storia di Multivac: su Multivac e le vicende che lo vedono protagonista nei racconti di Isaac Asimov cosiglio la lettura di questo post pubblicato il giugno del 2015 si informazione consapevole: Le “profezie” di Asimov sull’era dei computer e di Internet nel 1958.
  • Information Overload: Per documentarsi sul tema sovraccarico informativo e cognitivo si può consultare la seguente racconta realizzata con Pearltrees e che comprende articoli, infografiche, interventi su questo argomento: Information Overload e Big Data.

Gianni Marconato: la "didattica per competenze" tra finzione e realtà

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In un recente intervento sul suo blog con il titolo Non si programma PER competenze, Gianni Marconato interviene sulla questione della "didattica per competenze" che in questi ultimi anni ha dato luogo a vari sviluppi. Tra questi alcuni presentano interessanti applicazioni in ambito didattico, si tratta di quei casi in cui la competenza è vista come traguardo di lungo periodo del processo formativo e "punto d'appoggio" su cui fare leva per operare significativi cambiamenti nella didattica tradizionale avendo cura di superare la mera trasmissione passiva del sapere per creare situazioni didattiche in cui gli studenti siano posti in grado di "mettere alla prova" le proprie conoscenze e capacità: apprendimento significativo, compiti autentici, apprendimento per problemi, costruzione collaborativa delle conoscenze, ricerca - azione, etc. Si tratta mettere in pratica una strategia che utilizzando metodologie e approcci già teorizzati e sperimentati da lungo tempo, li sappia coniugare con i saperi disciplinari e orientare verso la competenza assunta come meta di lungo periodo e sviluppo della persona competente.

La religione della competenza
Esiste un'altro modo di intendere la competenza, che in molti ambienti, anche ministeriali, è maggioritario e che la trasforma in oggetto di culto, generando una sorta di "religione della competenza". Si tratta di una mossa metafisica in cui la competenza viene sostanzializzata, trasformata in entità autonoma che può essere assunta quale oggetto di programmazione e/o progettazione didattica, andando a porsi come alternativa alla immonda e vetusta didattica disciplinare

La competenza come costrutto complesso
In realtà la competenza è un costrutto complesso, frutto di un processo sistemico di lungo periodo risultante dall'interazione e integrazione di molteplici variabili: i saperi disciplinari e le capacità cognitive e metacognitive, le abilità, le esperienze e il sapere esperto, l'intelligenza emotiva, l'interazione con gli altri, etc.. Come rileva Gianni Marconato nel suo articolo: La “competenza”, pertanto, non consiste in un’entità originale, ma è la risultante combinatoria di “risorse” di differente natura: conoscenze, abilità cognitive, metacognitive, personali, sociali…
Risultato di questa impostazione è che la competenza non si pone come alternativa al sapere disciplinare, come implicito in alcune proposte che vorrebbero abolire le discipline per passare a una mal compresa "didattica per competenze". 
L'assunzione della competenza nella pratica didattica significa, come sostiene Gianni Marconato: "programmare e lavorare sul piano didattico intenzionalmente, puntando agli effetti nel lungo periodo della didattica quotidiana ancorata alle discipline".

Dalla parodia alla realtà
La messa in opera della visione sostitutiva della didattica per competenze, prevede inoltre una forma di riduzionismo caricaturale, per cui tanto le competenze quanto i saperi disciplinari sono ridotti a stereotipi banali e semplicistici, ingenue deformazioni di quello che in realtà sono.
La didattica disciplinare viene ridotta a un ammasso informe di nozioni che vengono passivamente trasmesse e insaccate nella mente di studenti e studentesse.
Nessun sospetto che i saperi disciplinari siano qualcosa di un tantino più complesso e attraverso cui si debba passare se si vuole poi arrivare alla multi - inter - trans - disciplinarietà. I saperi disciplinari hanno un proprio statuto epistemologico complesso, delle articolate strutture logiche e procedurali, un lessico e un dominio semantico raffinati, offrono ipotesi e teorie interpretative piuttosto elaborate. Tutto questo non è  certo riducibile a un ammasso di nozioni da mandare a memoria.
Della meccanica riduzione delle competenze a mero "saper fare", una sorta di praticoneria che già Platone condannava come un "fare senza capire", si è già detto.
Consiglio a chi volesse approfondire l'argomento di consultare il lungo articolo di Gianni MarconatoLa competenza tra desideri e realtà, pubblicato su Ricercazione 2/2017 e di leggere il saggio di Massimo Baldacci, Curricolo e competenze, Mondadori, 2010.

Armi di distruzione matematica ovvero quando la matematica è un'opinione

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I Big Data
La matematica è un'opinione? Cosa sono i Big Data e con quali metodi vengono processati? Che algoritmi con quali modalità vengono processati? Quale statuto epistemologico e conoscitivo possiedono gli algoritmi che vengono adoperati per estrarre informazioni dai dati? Quali sono i pericoli e i problemi cui la costruzione algoritmica della realtà digitale produce? Come avviene la profilazione delle nostre identità digitali? Le informazioni ricavate mediante l'uso degli algoritmi costituiscono una rappresentazione oggettiva della realtà?
Si tratta di domande cruciali che costituiscono una delle principali problematiche della ricerca filosofica da sempre, con la novità che ora i dati di cui si parla on sono quelli percepiti dal soggetto umano, ma sono i dati prodotti nell'ecosistema digitale i cosiddetti Big Data. Con il termine Big Data si fa riferimento a una mole di dati talmente ampia da trascendere qualsiasi capacità di analisi, non solo le capacità di analisi della mente umana, ma anche quelle dei sistemi hardware e software utilizzati per elaborare i dati in un periodo di tempo ragionevole. Non esiste una dimensione precisa che definisca i Big Data perché le capacità di calcolo aumentano progressivamente, ma non sono comunque in grado di gestire la crescita esponenziale dei dati strutturati e non strutturati che "eccedono le capacità dei sistemi di database relazionali di catturare, immagazzinare, gestire e analizzare" (McKinsey Global Institute). 


Big Data e Information Overload
La crescita dei dati  ha prodotto il cosiddetto information overload o sovraccarico informativo, solo negli ultimi due anni c'è stato un aumento del 90% dei dati prodotti. La crescita dei dati non è solo dovuta ad un aumento della loro "quantità", secondo il modello delle 3V di Doug Laney, la crescita dei dati si misura secondo tre dimensioni:
  • Volume: quantità dei dati prodotti ogni secondo;
  • Varietà: tali dati sono eterogenei, strutturati, destrutturati di differenti formati (testi, video, immagini, disegni, audio, mail, etc.);
  • Velocità: la velocità con cui i dati vengono prodotti è in continuo aumento.

Alla crescita dei dati corrisponde la necessità per i sistemi (umani, aziendali, sociali, politici, culturali, etc.) di ottenere da questi dati delle informazioni utilizzabili. Non solo i dati aumentano per volume, varietà e velocità, ma abbiamo bisogno di ricavare sempre più informazioni da questi dati e in tempi sempre più ristretti.

Big Data Analisys
La Big data Analisys, ampiamente utilizzata in ogni ambito economico ma anche politico e scientifico, ma indirettamente anche nella vita quotidiana di ciascuno di noi, è l'insieme di metodi e procedure tramite le quali acquisire informazioni utili dai dataset (basi di dati) allo scopo di  interpretare e descrivere il passato (descriptive analytics), predire il futuro (predictive analytics) o raccomandare azioni (prescriptive analytics), Wikipedia, Big Data, Cilco di vita.
Per ricavare informazioni sono stati sviluppati diversi approcci:
  • Data Mining: tecniche per estrarre le informazioni dai dati attraverso procedure automatiche di tipo algoritmico. Consiste in un trattamento matematico e statistico dei dati alla ricerca di correlazioni e schemi per prevedere determinati comportamenti. Ad esempio conoscendo il comportamento medio dei clienti di una compagnia telefonica cerco di prevedere quanto spenderà il cliente medio nell'immediato futuro, Wikipedia, Data Mining.
  • Machine Leraning: o apprendimento automatico, è l'insieme di tecniche che utilizza metodi statistici per migliorare l'efficacia di un algoritmo nell'identificazione di modelli e schemi in un insieme di dati. Si tratta di un approccio computazionale basato su reti neurali artificiali, che consente agli algoritmi di apprendere informazioni da una base di dati e effettuare delle predizioni attraverso la produzione di modelli basati su campioni. Esempi di questo tipo sono le pubblicità personalizzate che compaiono nelle nostre pagine web, i sistemi di filtraggio delle email per bloccare lo spam, etc.
  • Basi  di dati: si tratta dio un sistema per memorizzare e gestire dati strutturati e omogenei in ambito informatico, è l'equivalente digitale di un archivio o schedario cartaceo.

La mappa non è il territorio
Gregory Bateson, in Mente e natura, intitola due paragrafi con queste frasi: "la mappa non è il territorio e il nome non è la cosa designata", "Non esiste esperienza oggettiva".  I due signori dell'immagine non potranno prendere un caffè in un bar delle ramblas, né corrono il rischio di essere investiti da un auto. Nella carta di Barcellona sopra la quale si trovano non esistono bar né automobili. La carta è un modello, una rappresentazione semplificata della realtà che non va confusa con la realtà stessa. Questa caratteristica è propria di qualsiasi sistema di rappresentazione /o conoscenza della realtà, dalle più raffinata teorie fisiche ai più banali luoghi comuni, si tratta sempre di rappresentazioni non oggettive e semplificate della realtà che spesso scambiamo con la realtà e in questi casi si generano comportamenti stupidi o pericolosi o illusori, cosa diremo se uno dei due uomini della foto volesse tuffarsi nel mare raffigurato nella cartina con il colore blu?
La stessa cosa vale anche per gli algoritmi, anch'essi costituiscono una rappresentazione semplificata della realtà che viene ricostruita in base a determinate scelte relative ai criteri e alle variabili da considerare e a quelle da scartare, al peso da dare ai vari criteri scelti, etc. Vale anzi proprio il contrario, chi elabora e utilizza questi algoritmi li costruisce basandosi sui pregiudizi della propria professione, del settore in cui opera o sui pregiudizi dominanti in una certa società e in una certa epoca. 


Armi di distruzione matematica
Questa lunga introduzione per presentare la recensionedi Rosario Paone al libro di Cathy O’Neill Armi di distruzione matematica (Bompiani, 2018). Cathy O'Neil è una scientist analyst che ha studiato e lavorato nell'ambito della analisi dei Big Data e che mette sull'avviso dei pericoli che si corrono qualora si dimentichi che gli algoritmi non costituiscono una conoscenza oggettiva ma sono opinabili, sono il risultato di un'interpretazione dei dati basata su valori, ideologie, stereotipi e pregiudizi. Non si tratta di una "denuncia da poco", dal momento che la Big Data Analisys regola e regolerà sempre di più tutti gli aspetti della vita sociale e individuale: acquisti, servizi, assicurazioni, investimenti, assunzioni, licenziamenti, retribuzioni, selezioni, ma anche la morale, i valori umani, il bene comune, etc.

La recensione di Rosario Paone
Nell'introduzione ho cercato di fornire alcune conoscenze schematiche per meglio affrontare la lettura dell'ottima recensione di Rosario Paone al libro della O'Neill di cui sono venuto a conoscenza grazie al blog di Gabriella Giudici. Il titolo dell'articolo di Rosario Paone è "Armi di distruzione matematica: come il mito dell’oggettività dei numeri rischia di rovinarci la vita" ed è stato pubblicato su Letteraturaenoi il 10/10/2018.
L'intervento di Paone riprende le tesi principali esposte nel lavoro di O'Neill ed è incentrato su tre punti principali:
  1. La potenza del linguaggio matematico;
  2. Un esempio della parzialità e del carattere non oggettivo degli algoritmi per l'analisi dei Big Data costituito dai ranking di scuole e università che imperversano in tutto il mondo, vedi i testi Invalsi o Eduscopio, il ranking messo a punto dalla fondazione Agnelli per stilare una "classifica delle scuole";
  3. Quando gli algoritmi diventano armi di distruzione matematica: gli algoritmi matematici per l'analisi dei Big Data diventano armi di distruzione (e manipolazione) di massa quando chi ne fruisce non presta attenzione alla sostanziale differenza tra modello e realtà.
L'ultimo è il punto decisivo e per chiarire il concetto O'Neill suggerisce che ci si ponga, socraticamente, tre tipologie di domande a proposito dell'oggettività delle informazioni ottenute:
  1. C'è una chiara consapevolezza del modello con cui sono costruite le procedure algoritmiche? Ovvero: sono chiare "le finalità dello strumento, il fatto stesso che sia stata operata una modellizzazione, l’algoritmo, ovvero le regole, alla base della modellizzazione)? Se non c’è questa consapevolezza, allora siamo di fronte a un’Arma di Distruzione Matematica (ADM)."
  2. Il modello è in contrasto con l'interesse di alcuni soggetti? L'esempio è quello dei casi segnalati dalla O'Neill di insegnanti licenziati per lo scarso rendimento nei test scolastici Usa, scarso rendimento dovuto, in realtà, al fatto che non avevano fatto copiare gli studenti come i colleghi che li avevano preceduti. 
  3. Il sistema può scalare? Può cioè essere esteso da un ambito più ristretto a un ambito più generale? Si può mettere in relazione l'andamento scolastico con la provenienza regionale o con l'etnia o classe di appartenenza? Questo punto e il precedente possono produrre problemi di tipo etico.
Interessante notare che, una volta affermato l'utilizzo di sistemi di ranking come quelli presenti nell'ambito della formazione scolastica e universitaria, coloro che operano nel settore tendono a conformare il loro comportamento ai criteri di modellizzazione sui quali è costruito l'algoritmo e ciò produce il rafforzamento dell'illusione di oggettività che ad esso viene ingenuamente riconosciuta.
In conclusione siano i benvenuti gli algoritmi a condizione di non scambiare le informazioni che grazie ad essi otteniamo per verità oggettiva perché la matematica può essere un'opinione e può produrre manipolazione.

Der Stumer: l'educazione all'odio e narrazionenella Germania nazista

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La trilogia dell'odioè l'espressione con cui ci si riferisce a tre storie illustrate per ragazzi che costituivano altrettanti manuali per l'educazione all'odio nei confronti degli ebrei nel terzo Reich.
In un articolo dal titolo La trilogia Sturmer, educare all'odio, l'antisemitismo nazista in tre libri per ragazzi, pubblicato su Amedit (Amici del Mediterraneo), rivista trimestrale di cultura, il 3/10/2018, Massimiliano Sardina ricostruisce questa singolare e tremenda vicenda prendendo spunto dal saggio curato da Ivano Palmieri,Educare all'odio, Cierre Edizioni, 2018.

copertina del saggio a cura di Ivano Palmieri, "Educare all'odio"
Le 3 storie illustrate
I tre volumi vengono pubblicati dalla casa editrice Der Sturmer di proprietà di Jiulius Streicher, nazista della prima ora e fortemente antisemita. A partire dal 1936 la casa editrice pubblica tre libri illustrati per bambini che hanno grande diffusione nelle scuole tedesce:
Cliccando sui link potrete accedere ai testi e alle illustrazioni dei tre libri (testi in inglese).

La Judenfrage e l'educazione dei bambini
Inculcare il senso di appartenenza per il proprio gruppo, la comunità ariana - tedesca, è tutt'uno con il disprezzo verso il "nemico": gli ebrei. Oggetto di pregiudizio razzialmente giustificato, gli ebrei sono il capro espiatorio per eccellenza, è l'odio per l'ebreo che, nell'ideologia nazionalsocialista, cementa la comunità di popolo ariana. La Judenfrage, la questione ebraica, è la sfida fondamentale che occorre vincere per ripristinare la purezza del sangue ariano e superare la crisi del popolo tedesco.
La scuola si mobilita massicciamente, vengono introdotte nuove discipline come l'igiene razziale, la storia viene riscritta dal punta di vista della teoria razziale nazista e anche l'immaginario viene sistematicamente ridefinito. È il caso di questi Kinderbucher, l'ebreo prende il posto dell'orco, della strega, della matrigna, è il cattivo che va eliminato se non vogliamo che elimini noi.
L'antisemitismo costituisce il culmine, la finalità principale del sistema educativo, il principale strumento per garantire la salvezza della razza ariana dal complotto giudaico che, tramite la mescolanza del sangue e gli strumenti economico- finanziari, mira a distruggere la Germania e il popolo tedesco.
Massimiliano Sardina ricostruisce efficaemente il contesto storico - culturale nel quale inquadrare la strategia educativa e narrativa dell'odio veicolata da questi libri per bambini. L'ebreo è l'assolutamente altro, l'inassimilabile, il rapporto è "o noi o loro", non esiste una terza possibilità. Così ne Il fungo velenoso una madre si rivolge alla sua figlioletta: «…Figlia mia, l’Ebreo non è umano come noi. Il suo dio è il denaro. E per accumulare denaro, è pronto a qualsiasi crimine. Non si dà pace, finché non si trova seduto su un bel sacco di denaro (…) E con questo denaro ci renderà tutti schiavi, o ci distruggerà; con questo denaro, si impadronirà del mondo

Il linguaggio del cinema: dispensa su struttura narrativa e analisi semiotica di un film

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Leggere un filmè una dispensa di 55 pagine ad uso degli studenti universitari dell'Università di Milano scritta e pubblicata dai Proff. M.A. Alberti, A. Berolo, P. Pasteris per l'anno accademico 2011/12.
La dispensa offre una sintetica panoramica delle principali conoscenze necessarie all'analisi di un film dal punto di vista della struttura narrativa dell'opera e della sua analisi semiotica. Il testo è ridotto al minimo e la consultazione è rapida poiché vengono per la maggior parte mostrati schemi, immagini, grafici e fotografie.

Gli argomenti trattati
La lettura di un film (e non solo), richiede che si prendano in esame elementi narrativi e tecnico - grammaticali:

  • la struttura narrativa
  • Il personaggio
  • Gli Archetipi
  • Linguaggio cinematografico
  • Inquadratura
  • Piani e Campi
  • Inclinazioni e angolazioni
  • Movimenti di camera
In particolare vengono illustrati i seguenti punti:
1. Struttura narrativa 
confronto tra a confronto due modelli di sceneggiatura:

  • Il paradigma di Syd Field che segue il tradizionale schema a tre atti di origine aristotelica;
  • Il viaggio dell'eroe di Crstopher Vogler, sviluppato a partire dal lavoro di Joseph Campbell.
2. Analisi della semiotica del cinema
inquadratura, modi di ripresa, scala dei campi e dei piani, gradi dell'inclinazione e della angolazione, movimenti di macchina, campo e controcampo, panoramiche, carrellate, zooming. I diversi elementi sono tutti documentati con fotogrammi tratti da film celebri.

Il Progetto Multimediale
La dispensa è parte di un più ampio progetto multimediale curato da M.A. Alberti e A. Rizzi che può essere consultato alla seguente pagina: Progetto Multimediale. Esplorando le sezioni si possono trovare interessanti risorse, molto utili nella didattica e nella Media Education. Suggerisco un attento esame della sezione "Risorse online" dove si possono trovare libri, documenti, video, animazioni, audio, tutti relativi alla grammatica e alla sintassi cinematografica. Interessante anche la sezione lezioni in cui si trovano riferimenti a Propp, Vogler, Greimas, e le altre dispense di cui fa parte quella che ho presentato in questo post e dedicate a: la sceneggiatura, inquadrature e riprese, il tempo della narrazione, etc.

Sutori: linee del tempo multimediali e interattive

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Dal novembre del 2016Hstry ha cambiato denominazione divenendo Sutori
Sutori è una piattaforma per la creazione di timeline  - linee del tempo, multimediali e interattive, supporta infatti testo, immagini, audio, video. È anche possibile inserire quizzes all'interno della timeline e gestire le classi. 

Come impiegarlo nella didattica
Sutori è piuttosto semplice da utilizzare e permette di costruire: 
storie; 
  • plot - intrecci; 
  • linee del tempo; 
  • cronologie; 
  • descrivere analiticamente eventi o biografie; 
  • ricostruire processi; 
  • documentare esperienze / eventi. 
Per la semplicità e versatilità è facilmente integrabile in molte attività formative e educa alla collaborazione ma anche all'esercizio di capacità quali: rigore, ricerca e selezione delle fonti, organizzazione delle informazioni. 
Per rendersi conto dei risultati che Sutori consente di ottenere consiglio la consultazione dell'archivio  di linee del tempo disponibile sul sito a questo indirizzo si possono vedere le ultikme storie pubblicate con Sutori: Sutori Latest. Questo un esempio proposto nel sito di Sutori: Storia dell'Inghilterra

Versioni Essential (free) e Illimitata (pagamento)
Sutori è una applicazione web freemium che presenta due piani di abbonamento consultabili a questa pagina: Piani abbonamento Sutori
Questi i piani di abbonamento individuali: 

Sutori Essential 
  • creazione e condivisione di storie
  • inserimento testo e immagini 
  • copia e personalizzazione delle risorse 
  • possibilità di stampare e incorporare le storie realizzate 
  • modalità presentazione (slide show)
  • modalità collaborativa: invito di altre persone per collaborare alla realizzazione della storia creare fino a 2 gruppi 
Versione Illimitata 
Al costo di $ 99 / anno. Oltre alle caratteristiche della versione essential sono presenti strumenti per l'impiego didattico dell'applicazione: 
  • monitorare i progressi degli studenti 
  • tracciare le attività 
  • archiviare e stampare i risultati 
  • aggiunta intestazioni
  • incorporamento oggetti
  • inserimento audio e video
  • inserimento e gestione quizzes
I limiti della versione gratuita sono innumerevoli e rendono Sutori una applicazione per realizzare Timeline decisamente inferiore ad altre come TimeGraphics o Timeline JS.

Videotutorial in italiano
Chi volesse consultare un video tutorial in italiano su Sutori, può far riferimento a queste due guide realizzate da Luca Raina e Andrea Maiello.

Luca Raina, Sutori - Hstry, cronologie interattive
Una breve guida in cui vengono mostrate le operazioni per realizzare una linea del tempo e illustrati alcuni scenari didattici per utilizzare questo strumento. Il video ha una durata di 4:28 minuti ed è stato pubblicato il 19/09/2016.


Luca Bartolini, Sutori
Si tratta di un video tutorial completo che in 7:34 minuti offre una panoramica sull'applicazione e mostra tutte le principali operazioni che è necessario svolgere per realizzare una timeline. Il video è stato pubblicato il 02/01/2018.

Feedly: organizzare, archiviare e leggere le notizie e informazioni dal web

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Cos'è Feedly?
Feedlyè un aggregatore di notizie o news aggregator che permette all'utente di raccogliere e leggere in un unico luogo i flussi di notizie provenienti da diverse fonti in modo da mantenersi aggiornato sulle tematiche di suo interesse. 
Feedly nasce nel 2008 con lo scopo di mettere in rapporto gli utenti con i flussi di notizie provenienti dal web. Ha conosciuto una improvvisa espansione nel 2013 quando Google ha chiuso Google Reader, arrivando a 12 milioni di utenti. 
Si tratta di una applicazione freemium che offre le principali funzionalità gratuitamente e funzionalità più raffinate a pagamento. Per un utilizzo didattico è sufficiente la versione free. 

Scoperta e Cura dei Contenuti
Feedly è un efficace strumento per la scoperta e cura dei contenuti. Si possono infatti seguire le pubblicazioni web cui siamo interessati (blog, canali youtube, riviste, giornali, siti, etc.) organizzare i contenuti che provengono da tali fonti in collezioni tematiche. I contenuti possono essere salvati per essere letti in un secondo momento e si possono creare Boards / Bacheche contenenti informazioni, notizie e storie di maggiore interesse. 
È anche possibile cercare nuovi contenuti esplorando le categorie proposte o cercando contenuti in base ai propri interessi. 
Se, per esempio, si lavora a un progetto o si prepara un'attività di insegnamento, si può creare una raccolta che preleverà automaticamente i contenuti dai siti, riviste online o blog o altro che trattano tematiche attinenti al nostro progetto o attività didattica. In questo modo saremo costantemente aggiornati senza bisogno di dover navigare passando da un sito all'altro. 

Versioni
Feedly è disponibile come applicazione web ed esistono versioni per iOS e Android, vi sono inoltre estensioni per browser (Firefox e Chrome) che ne semplificano l'uso. 
Versione free e pro a confronto
  1. La versione free di Feedly consente di attingere le informazioni fino a un massimo di 100 fonti diverse; organizzare fino a 3 collezioni e creare un massimo di 3 bacheche per salvare i contenuti più interessanti. Si possono condividere le informazioni si Twitter, Pinterest e Facebook 
  2. La versione Proè più veloce nella ricerca e offre fonti illimitate, categorie e raccolte illimitate e anche Bacheche illimitate. Si possono salvare le news su Evernote, Pocket e OneNote; condividerle su Linkedin e Wordpress; disporre di integrazioni per Buffer e Hootsuite; effettuare il backup su Dropbox. La versione Pro ha un costo di $ 5,41 al mese 
  3. La versione Team permette di utilizzare Feedly per lavorare collaborativamente e offre strumenti come seguire fonti comuni, email di riepilogo, annotazioni comuni, etc. Il costo è di $ 18 al mese.
Come Funziona?
Queste le operazioni principali che si devono compiere per sfruttare al meglio Feedly:
  1. Registrarsi 
  2. Aggiungere le fonti 
  3. Creare e gestire collezioni 
  4. Archiviare i contenuti (Raccolte e Board) 
  5. Condividere sui social Il funzionamento è piuttosto semplice. 
Per creare una nuova collezione dal menù Feeds cliccare sulla "rotellina" e cliccare su New Collection nella pagina che comparirà. Quindi aggiungere le fonti o cercandole con il motore di ricerca di Feedly o incollando l'URL (indirizzo) dei siti che intendiamo seguire. Possiamo accedere alle nostre notizie sia via web che tramite la app per dispositivi mobili che installeremo nel nostro smartphone o tablet. 

Per approfondire e capire meglio: guide e tutorial in italiano 
Ho realizzato un video tutorial piuttosto dettagliato che illustra finalità, funzionalità e principali operazioni di Feedly. Il video ha una durata di circa 18 minuti ed è adatto a chi avesse necessità di un tradizionale video tutorial che lo guidi passo per passo alla conoscenza di questo strumento.



Per comprendere cosa sia Feedly, quali esigenze soddisfi e quale sia lo scopo del suo uso consiglio questa breve introduzione a Feedly a cura di Master University e realizzata da Michele Turello, dal titolo:Cos'è Feedly e come funziona?



Utile anche la visione del tutorial di CondiMedia in cui si spiega bene sia lo scopo di questo strumento che il funzionamento della versione free. Titolo: Come usare Feedly (versione free):


Hackastory Tools: risorse e strumenti per il digital storytelling - narrazione digitale

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Hackastory Tools è un sito che propone un archivio di risorse e strumenti selezionati e ordinati in categorie per costruire storie digitali. La lista di strumenti e applicazioni web per il digital storytelling viene aggiornata periodicamente. La classificazione degli strumenti in categorie agevola gli utenti nella scelta di quelli più adatti alle loro esigenze. 

Obiettivo del sito
Questa la presentazione dell'archivio offerta dai suoi autori e tradotta dall'inglese: 
"Hackastory Tools è una directory di strumenti e risorse per aiutarti a costruire le tue storie digitali. È una lista dei nostri strumenti preferiti e - per essere onesti - abbiamo questa lista da qualche tempo. Era un foglio di Excel utilizzato mentre lavoravamo come giornalisti, disegnatori ed editor. Ci ha reso felici. E abbiamo notato, che anche i partecipanti ai nostri hackathon sono stati davvero entusiasti. Ecco perché abbiamo creato questo sito. Sai: la condivisione è prendersi cura degli altri e condividere".

Le Categorie
Le categorie presenti sono 21 e le applicazioni classificate sono più di 100. Questo l'elenco completo delle categorie: 
  • Audience: strumenti per monitorare e tracciare il proprio pubblico e creare storie che possano interessare;
  • Multimedia
  • Infografiche
  • Mappe:storie realizzate con mappe geografiche e timeline;
  • Video
  • Foto
  • Audio
  • Mojo: strumenti per realizzare storie utilizzando unicamente dispositivi mobili; 
  • Data: strumenti per raccontare una storia trovando e convertendo dati; 
  • Verifica dati: strumenti per verificare dati ed eventi di una storia: fonti, fact checking, affidabilità, etc.;
  • Social Media: gestire, creare e raccontare storie attraverso i social media; 
  • VR/360: strumenti per raccontare storie attraverso la realtà virtuale e aumentata (3D, 360° gradi, Esperienze immersive) Animazioni # # Library: librerie e archivi di risorse utilizzabili liberamente Design: strumenti per creare elementi grafici per visualizzare le storie 
  • Plugins: Pulgin di WordPress per rendere maggiormente interessante ed efficace la propria storia;
  • Inspiration: risorse, siti, blog, progetti e altro da cui trarre esempio e ispirazione per raccontare le proprie storie 
  • Animation: strumenti per animare le proprie storie in modo semplice e rapido;
  • Library: le migliori librerie per audio, video e foto gratuiti;
  • Brainstorm: strumenti a supporto della fase ideativa e della produzione di nuove idee in modalità collaborativa ;
  • Design: elementi grafici e visivi per impaginare e rendere graficamente efficace una storia;
  • Prototype: strumenti per testare i prodotti e le storie realizzati con tecniche di VR, html 5, etc. 
  • Organise: risorse e strumenti per gestire e organizzare il processo di lavoro
  • Coding
Come si utilizza
Una volta individuata la categoria che interessa si possono esplorare gli strumenti in essa proposti cliccando sull'immagine dell'applicazione che ci occorre. Comparirà una pagina in cui potremo trovare diverse informazioni che ci possono aiutare nella scelta dello strumento più efficace e adatto: 
  1. una breve descrizione dell'applicazione in inglese (basta usare google traduttore);
  2. un'immagine che visualizza funzionalità e/o aspetto dell'applicazione;
  3. un breve video di presentazione;
  4. livello di difficoltà;
  5. costo.

Robin Good: Strumenti Free per la Comunicazione

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Top Free Toolsè un sito curato da Robin Good che offre un servizio molto prezioso per chiunque abbia la necessità di far ricorso a strumenti e web app in quanto:

  • presenta un servizio di segnalazione e recensione di applicazioni web e per dispositivi mobili che in modo estremamente sintetico fornisce le informazioni essenziali su ciascuna risorsa;
  • propone un archivio di centinaia di applicazioni e risorse organizzate per categorie.
L'archivio è molto semplice da consultare e strumenti e applicazioni sottoposti all'attenzione degli utenti sono free o sono la versione free di strumenti freemium. 

Interesse per la didattica
Sebbene la caccia all'ultima app possa diventare un'attività futile e perfino dannosa quando fine a se stessa o frutto di compulsione tecnofila, tuttavia la capacità di trovare gli strumenti più adeguati per le proprie esigenze e più adatti alla situazione didattica propria e dei propri studenti è fondamentale e costituisce il primo passo per una efficace integrazione delle tecnologie educative nella didattica. 
Il lavoro di filtraggio, selezione e commento offerto da Robin Good è quindi molto prezioso ed estremamente affidabile e fornisce un repertorio di strumenti che possono rivelarsi estremamente utili nelle varie circostanze che chi insegna e chi apprende si trova ad affrontare. 
L'archivio è costantemente aggiornato con nuove segnalazioni a cadenza giornaliera.

Visualizzazione e ricerca nell'archivio
Le applicazioni web e app per dispositivi mobili segnalate sono centinaia e sono ordinate i differenti categorie: scoperta contenuti, miscellanea, startup, giornalismo, apprendimento, marketing, publishing, video, social, collaborazione, presentazione, web design, curation, servizi per consumatori, super focus. 

Per cercare all'interno dell'archivio si può utilizzare la casella di ricerca o selezionare una delle categorie. È anche possibile visualizzare i post in base alla data di pubblicazione (ultime 24 ore, ultimi 7 giorni, etc.) o in base alla popolarità (più visualizzati, più discussi, etc.).
Per cercare nelle raccolte esistono diverse possibilità Ogni pagina presenta come una serie di post disposti a griglia e ogni post è costituito da una immagine e un titolo che da solo fornisce informazioni su come si chiama l'applicazione e a cosa serva. per maggiori dettagli è sufficiente cliccare su details per scoprire le informazioni di base su quella applicazione, quali: funzionalità, commento, link. Poche ed essenziali informazioni in un inglese piuttosto semplice da comprendere e quindi alla portata di tutti (poi c'è google traduttore)

Mondadori Education: il testo narrativo - elementi e struttura del dispositivo narrativo

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Il testo narrativo - Il piacere di raccontare, è una presentazione realizzata da Mondadori Education e pubblicata su Slideshare il 27/10/2016 nell'account Scuola Paritaria S. Freud.
La presentazione consiste di 21 slide che riportano in modo chiaro e con l'aiuto di schemi, tutti gli elementi fondamentali da cui risultano costituite la struttura e la dinamica dei testi narrativi:


Argomenti trattati
Questo l'indice degli argomenti trattati:
  • Cos'è un testo narrativo;
  • Sequenze narrative;
  • Fabula e intreccio;
  • Anacronie: analessi - Flashback e Prolessi - Flash Forward;
  • Ritmo e schema della narrazione;
  • Il sistema dei personaggi: tipologie, gerarchia e ruoli;
  • Autore, lettore e narratore;
  • Punto di vista;
  • Spazio e tempo;
  • Stile e registri linguistici;
  • Analisi del testo narrativo.
Si tratta di una risorsa interessante che consente di disporre in un unico documento di tutti gli elementi chiave per la comprensione e analisi del testo narrativo: In questo periodo, in cui si parla tanto di storytelling a proposito e a sproposito, penso sia una buona idea andarsi a rivedere le basi della narratologia.

Audio e Video digitali nella didattica

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Il giorno 8 febbraio del corrente anno si terrà a Cagliari, dalle ore 15:30 alle 18:30, presso l'IC santa Caterina, scuola media di via Piceno, un incontro nell'ambito del corso di formazione "Insieme si naviga", promosso da una rete di scuole di Cagliari e Provincia (Liceo Brotzu, Liceo Siotto, Liceo Pacinotti, IC Santa Caterina, Scuola secondaria di primo grado Alfieri e IIS Buccari – Marconi).
Nel corso dell'incontro si affronterà il tema dell'uso del video (e dell'audio) digitale nel processo di apprendimento e insegnamento.
Questo il link della presentazione che utilizzerò durante le attività del corso: Didattica e tecnologie digitali: i video nella didattica.

Non solo Audio e Non  Solo Video

Audio e video digitale sono media ormai sempre più utilizzati in contesti formativi, a mio parere i vantaggi che presentano sono molteplici. Audio e video possono infatti essere realizzati in modo relativamente semplice (Podcast, Screencast), consentono di sviluppare le competenze mediali di base, il loro utilizzo non presenta costi eccessivi, sono strumenti estremamente versatili in quanto adattabili alle diverse circostanze ed esigenze proprie di una didattica situazionale.

Non scuola Digitale, ma il digitale a Scuola
Si tratta di media digitali relativamente semplici da realizzare da parte di chiunque e che non richiedono competenze informatiche specifiche conseguibili con lunghi processi di formazione / aggiornamento. Come ingegneri, medici e avvocati, anche insegnanti e studenti non devono diventare "insegnanti e studenti digitali". L'ingegnere utilizza ampiamente tecnologie digitali non per questo viene chiamato "ingegnere digitale" e la sua professione "ingegneria digitale". Non si tratta di una questione meramente terminologica, ma di una questione di sostanza, dietro cui spesso si cela un errore fatale: quello di ritenere che vi possa essere buona scuola solo e nella misura in cui la scuola divenga digitale. In realtà il vero problema non sono le tecnologie, ma la didattica, come mostra questo noto video.

La questione quindi non è l’integrazione della didattica nelle tecnologie, ma esattamente il contrario, sono le tecnologie a dover essere ricondotte nell'ambito della didattica.

Dalle TIC alle TAC
Dovendo ragionare di utilizzo didattico delle tecnologie occorre spogliarsi dei panni del tecnologo e indossare quelli dell’insegnante, occorre specialmente evitare l’effetto “Wow”, tipico del marketing emozionale, nella scelta della tecnologia più mirabolante e avveniristica, non necessariamente utile o conveniente sul piano didattico. Si tratta di abbandonare la "cultura delle rincorsa tecnologica" che porta spesso a subordinare la didattica alla tecnologia e passare dalle TIC o Tecnologie della Informazione e Comunicazione; alle TAC, le Tecnologie dell’Apprendimento e della Conoscenza. Ciò significa che al centro della ricerca e della pratica didattica deve essere posto il problema di come apprendere con le tecnologie, non di come apprendere le tecnologie
Audio e video digitali sono tecnologie di base nella comunicazione multimediale, dotate di enormi potenzialità e valenze didattiche sia che le si consideri dal punto di vista delle conoscenze che possono contribuire a promuovere, che delle competenze e capacità che consentono di sviluppare sul piano creativo, critico e della Media Education.


Perché "Non solo"?
Perché non è sufficiente pubblicare un video o un file audio sul web per poter dire di avere conseguito un risultato formativo significativo e valido. La mera pubblicazione di contenuti audio e video non fa altro che trasferire sul web la didattica trasmissiva e monologica che viene spesso svolta in presenza e non sfrutta in modo ottimale le potenzialità del digitale della rete. Occorre quindi sfruttare al meglio le risorse e strumenti offerti dal web per:
  • costruire il video sfruttando al meglio la multimedialità del digitale, quindi non una facciona in primo piano che bla bla bla, ma presentazioni, mappe, immagini, infografiche, etc. a supporto del del discorso
  • costruirvi intorno un ambiente comunicativamente ricco
  • rendere il video interattivo
  • utilizzare varie tipologie di audio e video: video o audio talk,  video o audio lezione, video o audio intervista, video quiz, etc.. 
  • fare in modo che siano gli studenti, non solo il docente, a realizzare video con differenti tecnologie e di differenti tipologie. 
Mappa di Apprendimento
Ho creato una mappa che presenta un percorso di apprendimento sul tema dell'audio e del video nella didattica che costituirà l'ambiente online di apprendimento cui farò riferimento nel mio intervento e che rendo disponibile a tutti. Ho cercato di ideare e organizzare questa mappa come un percorso di formazione che chiunque può autonomamente intraprendere.
In questo breve video una guida all'utilizzo della mappa: Presentazione della mappa "Non solo audio e video":


Nella mappa vi sono le risorse (guide, articoli, video tutorial recensioni, esempi, webinar) necessari a sviluppare le conoscenze teoriche e le abilità richieste per un uso non banale e trasmissivo di audio e video digitali. La mappa contiene anche indicazioni e informazioni per navigarla e usarla al meglio.

Non solo Audio e Video: audio, video e web nella didattica


Presentazione: Platone, gli ARG e il Sequestro Emotivo
Nel mio intervento nella plenaria proverò a illustrare un breve percorso che, partendo dagli ARG (Giochi di realtà alternativa) mostri le enormi potenzialità della cultura convergente e del transmedia storytelling, elementi centrali dell'ecosistema mediale contemporaneo. Tenterò quindi di esplicitare il lato oscuro dello storytelling chiamando a testimone Platone e la sua "antipatia" per i poeti, colpevoli di "oscurare" con il contagio emotivo la razionalità umana. Proverò quindi a trovare un riscontro alle parole di Platone nel fenomeno dell'Amygdala Hijack, il sequestro della mente razionale operato dal sistema limbico che conduce a mettere fuori gioco la neocorteccia e la mente razionale.
La conclusione non è che dobbiamo rinunciare alle storie né, tanto meno, alle emozioni, ma che è bene tenere sempre gli occhi bene aperti o, fuor di metafora, che la Media Education è una necessità .

Presentazione: Platone, gli ARG e il Sequestro Emotivo 

Playposit: creare video lezioni interattive

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Playposit: trasformare un video in un oggetto multimediale e ipertestuale complesso
PlayPosit, ex Educanon, è un'applicazione web freemium che consente di realizzare video lezioni interattive, possiamo trasformare un video in un oggetto ipermediale in cui "scrivere", posizionando il cursore nel punto del video in cui vogliamo inserire testi, link, altri video, oggetti incorporati, sondaggi, forum, domande a risposta aperta, scelte multiple, etc.
Il video diviene quindi supporto multicanale per attività, anche complesse, quali:
  • il disegno di un percorso attraverso il web su un determinato tema o problema;
  • un testo a più livelli di lettura con cui si può interagire;
  • uno strumento coinvolgimento e partecipazione che consente anche il dialogo.
PlayPosit permette di superare molti dei limiti che accompagnano l'uso didattico dei video che, spesso, si limita a fornire agli studenti un link a un video o a pubblicare un video online, trasferendo sul web i limiti della didattica trasmissiva. Con un video, così come con un'immagine o con la scrittura, infatti, non è possibile dialogare o interagire, si è spettatori passivi di una comunicazione unlilaterale (Platone docet).

Cos'è Playposit?
L'idea di PlayPosit è, come per tutte le applicazioni di questo tipo, quella di rendere utilizzabile per la didattica l'immensa quantità di video presenti in rete  (Vimeo, YouTube, Khan Accademy, etc.), adattandoli alle esigenze di studenti e docenti e al contesto in cui concretamente operano. Questo risultato viene raggiunto rendendo il video un oggetto modificabile tramite l'inserimento in esso, in un punto preciso scelto dall'utente, risorse e strumenti con cui approfondire e/o interagire. I video interattivi realizzati sono chiamati Bulb (Lampadina)

I vantaggi
PlayPosit presenta tutte le caratteristiche che un'applicazione web per la didattica dovrebbe possedere:
è estremamente semplice da utilizzare, non richiede tempi lunghi per apprenderne il funzionamento;
i tempi di realizzazione del prodotto finito sono estremamente rapidi;
è versatile, in quanto consente di adattare un video alle esigenze specifiche di docenti e studenti;
nella sua versione free non presenta limitazioni riguardo al numero dei video interattivi che possiamo realizzare.

I Costi
PlayPosit presenta funzionalità e strumenti che non sono tutti presenti nella versione base free. I piani di abbonamento prevedono tre tipologie di account: Basic (free), Premium ($ 144/anno), Institution. Chi volesse esaminare in dettaglio le differenze tra i diversi piani può consultare questa pagina: Playposit, account e costi.
Queste, in sintesi, le caratteristiche delle diverse offerte:

Basic
  • realizzazione di un numero illimitato di Bulb, 
  • 10 MB di spoazio di archiviazione,
  • report delle risposte degli studenti.
Premium
  • 1000 MB di spazio di archiviazione,
  • caricamento video da PC.
  • registrazione schermo e voce (screencast),
  • chat con gli studenti,
  • possibilità di creare video interattivi per gli studenti,
  • trasmissione del video in diretta (modalità broadcasting).
L'account Institution è riservato alle istituzioni scolastiche.

I Video tutorial
Sono presenti in rete diversi video tutorial su Playposit in italiano, personalmente conosco quelli di Andrea Maiello e mastrogiu. Ho deciso dei realizzare un altro video tutorial non perché questi non andassero bene, ma perché risalgono a 2 e 3 anni fa e nel mentre ci sono stati dei cambiamenti in Playposit sia per quanto riguarda l'interfaccia grafica, che per le funzionalità rese disponibili nell'account free.

Il video tutorial di Andrea Maiello
Nel suo video tutorial della durata di circa 5 minuti e pubblicato l'11/2/2017,  Andrea Maiello spiega in modo molto chiaro ed efficace le principali operazioni e funzionalità di PlayPosit:  
  • registrazione 
  • selezione di un video
  • titolazione 
  • crop: come tagliare la porzione di video che interessa 
  • inserimento domande: scelte multiple, commenti, risposta aperta. Altre opzioni sono avviabili solo nella versione a pagamento 
  • anteprima 
  • pubblicazione del video 
  • assegnazione a una classe 

link diretto al video: Playposit - tutorial

I video tutorial di mastrogiu
Mastrogiu ha realizzato un video tutorial diviso in tre parti che spiega dettagliatamente tutte le operazioni per utilizzare al meglio Playposit.

Educanon - Video tutorial 1^ parte, creare account docente e studente, isnerire domande, creare una classe e farvi iscrivere gli studenti. Pubblicato il 20/04/2016, durata 13:05 minuti.


Educanon - Video tutorial 2^ parte, registrazione studenti, abbinamento classe, svolgimento video lezione e rapporto risultati studenti. Pubblicato il 20/04/2016, durata 6:45 minuti.

Educanon - video tutorial 3^ parte, come assegnare e condividere una video lezione con i propri studenti. Pubblicato il 20/04/2016, durata 9:36 minuti.

Alessandro Cravera: Per governare la complessità bisogna farsi le domande giuste - anche a scuola

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"Per governare la complessità bisogna farsi le domande giuste"è un articolo pubblicato da Alessandro Cravera su ilsole24ore il 27 giugno 2017 ed è il terzo post della serie "sbagliando si impara" che comprende anche gli articoli:
Alessandro PedrazziniPensare e prendersi responsabilità: due fattori chiave per il successo;
Alberto Varriale, L’importanza di saper ascoltare, perché «sentire» non basta.

L'articolo
L'articolo è costruito intorno a un video piuttosto divertente dove vengono spiegate le regole che le imprese dovrebbero seguire per sopravvivere nella complessità, in realtà si tratta di luoghi comuni che nascono da una errata comprensione della dinamica dei sistemi complessi. 
Cravera sottolinea questi errori e propone dei principi alternativi cui dovrebbe ispirarsi la gestione delle aziende (e non solo) in un ecosistema caratterizzato dalla complessità

Quale interesse per l'educazione?
Lo "spettro" della complessità infuria anche nel panorama educativo a tutti i livelli. 
  • I contenuti sono ancora suddivisi per discipline che non hanno alcun riscontro nella realtà a causa dell'esplosione dei saperi e del loro inestricabile intreccio 
  • i processi di insegnamento e apprendimento locali non paiono più gestibili nei tradizionali termini della programmazione / pianificazione 
  • la governance complessiva del sistema scolastico non appare più gestibile mediante logiche rigide, prestazionali, provvedimenti calati dall'alto e "linee guida" lineari e astratte. 
Tre principi errati nella gestione delle organizzazioni
Questi i principi errati di cui parla Cravera, tradotti nell'ambito scolastico 

  1. Il Dogma della Prestazione L'ossessione per la misurazione e per il controllo, da cui il proliferare nel mondo della scuola di misure di monitoraggio, valutazione, reporting, etc. Valutazione dei docenti, prove Invalsi, valutazione di sistema, piani di miglioramento, etc. 
  2. Il Dogma della Pianificazione / ModellizzazioneLa produzione cartacea di piani di ogni tipo e ad ogni livello che produce una saturazione dell'attività del sistema scolastico, al punto che si impiega più tempo a scrivere come si faranno le cose piuttosto che a farle. PTOF, PDM, PEI, PDP, RAV, programmazioni di dipartimento, di consiglio di classe, individuali, documenti e relazioni finali per ogni atto o progetto o attività. L'agire si fossilizza nella carta e si producono soluzioni procedurali e burocratiche dei problemi che, nella loro realtà sostanziale, non vengono in alcun modo nemmeno sfiorati 
  3. Il Dogma dell'Efficienza
    La convinzione che il successo della scuola come sistema, così come dei vari sottosistemi che la compongono, sia dato dal perseguimento degli obiettivi locali, documentabile attraverso la misurazione, che nel loro insieme determinano il successo del sistema nel suo complesso. 
Ci vuole un'altra testa
Con quale "ricetta"è allora possibile "cucinare" la complessità? 
In 7 punti Cravera suggerisce alcuni ingredienti, in sintesi si può dire che è necessario un passaggio da un razionalità lineare e causale a un paradigma multi-dimensionale e relazionale
Per esempio: non programmare e pianificare in funzione di obiettivi, ma creare ambienti e contesti che valorizzino la partecipazione delle persone e la costruzione collaborativa dei risultati in modi non prevedibili e/o pianificabili, ma creativi. Abbandonare le forme elementari di incentivazione (più adatte ai cani degli esperimenti di Pavolv), per puntare sulla motivazione intrinseca, il coinvolgimento diretto, la cultura della condivisione.

Piero Dominici: "La cultura della complessità come cultura della responsabilità"

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Un'intervista a Piero Dominici curata da Maria Alessia Biancalana, pubblicata su Huffigton Postil 04/05/2017 con il titolo La cultura della complessità come cultura della responsabilità
Si tratta di un dialogo svoltosi pochi giorni prima della partecipazione di Piero Dominici (06/05/2017) all'VIII edizione del Festival della complessità, con una lectio magistralis intitolata nello stesso modo.

L'Articolo
La questione principale che viene posta al centro di questo suo intervento da Piero Dominici e che costituisce uno delle degli indirizzi fondamentali della sua ricerca è di tipo "politico": come trasformare la complessità da problema in opportunità per edificare una società inclusiva, fondata sulla condivisone dei saperi e dei poteri, grazie alla riconversione dell'educazione nel segno della cultura della complessità e della responsabilità?


Una risposta politica
Penso che il valore della ricerca di Piero Dominici sia da individuare proprio nella sua valenza politica, nella capacità di indicare le coordinate entro le quali rilanciare un dibattito in cui la politica sia intesa come "arte di governare la comunità" e non come operazione di storytelling per manipolare le coscienze o brutale espressione di emotività e istinti di sopraffazione.

Premessa
Maria Alessia Biancalana traccia una breve sintesi della ricerca condotta da Piero Dominici, corredata da link ai suoi articoli. Si tratta di un breve ma esauriente percorso incentrato sul tema della società iper - complessa
Merito di Piero Dominici è la capacità di articolare il problema della ipercomplessità senza riduzionismi, individuando gli snodi problematici strategici per affrontare concretamene le sfide della ipercomplessità: responsabilità, inclusività, comunicazione e potere, educazione. 
L' individuazione di strategie operative richiede però che si abbandonino i falsi dualismi (scienze umane / naturali, mente / corpo, tecnologia / cultura, astratto / concreto, naturale / arificiale) e gli atteggiamenti riduzionistici fondati su una razionalità lineare, che ancora fondano il nostro modo di rapportarci alla complessità: dallo stallo cui da luogo la contrapposizione tra apocalittici e integrati a proposito della valutazione delle tecnologie, alla visione della società come "meccanismo" che produce un "agire" basato su forme arcaiche di gestione e progettazione ingegneristica secondo un paradigma che risale al taylorismo - fordismo

Le domande
Queste le domande fatte all'autore e che costituiscono l'indice dell'intervista:
  1. Prima di procedere, ritengo importante fare una breve premessa in cui si chiarisca il significato di complessità. Come può essere pensata e definita questa complessità? 
  2. Lei definisce la società attuale come una "società ipercomplessa": mi potrebbe spiegare questo passaggio dalla complessità all'ipercomplessità? 
  3. Lei attribuisce una funzione cruciale - parla di "ruolo strategico" - alla scuola e all'istruzione nell'affrontare le sfide poste dalla società ipercomplessa. 
  4. Prima di parlare delle "false dicotomie", vorrei approfondire la questione relativa alla "necessità di una riforma complessiva" del pensiero e all'urgenza di un "cambio di paradigma" di cui lei parla nei suoi studi. 
  5. Prima di parlare delle "false dicotomie", vorrei approfondire la questione relativa alla "necessità di una riforma complessiva" del pensiero e all'urgenza di un "cambio di paradigma" di cui lei parla nei suoi studi. 
  6. La tematica delle "false dicotomie" richiama da vicino un'altra questione da lei sollevata: la necessità di "ricomporre la frattura tra l'umano e il tecnologico", che tra l'altro si collega alla credenza diffusa - di cui ha parlato prima - di una "doppia velocità" di tecnologia e cultura. 
  7. Tutto ciò tocca da vicino il tema della partecipazione e della cittadinanza. 
Link Utili
Edizione 2017 del Festival della complessità:


Robin Good - Video sulla Content Curation: Che cosa è? A che serve?

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Il Problema
Il sovraccarico informativo e cognitivo che caratterizza il web costituisce il principale problema per un suo utilizzo consapevole ed efficace. La quantità di informazioni prodotta ogni anno cresce i misura esponenziale e si tratta di informazione destrutturata, non certificata, aperta e inclusiva.
Il web non è più da tempo "a misura" del singolo individuo e delle razionalità lineare, occorrono strategie nuove, se non si vuole delegare esclusivamente all'intelligenza artificiale e al learning machine l'agire in rete. Ciò che occorre è aggiornare ai tempi della rivoluzione digitale quegli strumenti con cui tradizionalmente si è affrontato il problema della cura della conoscenza: cercare, organizzare, contestualizzare, interpretare, condividere.

La cura dei contenuti
Una delle possibili strade per un approccio al problema dell'Information Overloadè la curation o "cura dei contenuti" che si pone come "ermeneutica del web", sistema di ricerca, filtraffio, interpretazione e condivisione dei contenuti rilevanti, significativi e affidabili su un certo tema.
In questo breve video Robin Good spiega cosa sia la content curation. Il video presenta la risposta a 3 domande:
  1. cos'è la cura dei contenuti?
  2. a cosa serve?
  3. è vero che si risparmia tempo a fare curation?
Robin Good riesce in modo molto efficace e con un linguaggio chiaro a rispondere a queste domande. La curation è "l'arte di cercare, trovare, organizzare in collezioni tutto ciò che è rilevante per scoprire, conoscere e approfondire un certo argomento".
Interessante per chi si occupa di formazione il "taglio" con cui Robin Good propone la sua "versione" di cura dei contenuti, in quanto l'apprendimento e la conoscenza hanno un ruolo fondamentale nel processo di curation e nelle sue finalità.


Scheda Video
Autore: Robin Good
Data Pubblicazione: 20/02/2017
Durata: 3:36
Canale YouTube: Robin Good Italia


Esempi di Curation
Qualche esempio tratto dal lavoro di curation di Robin Good, permette di meglio comprendere il valore aggiunto che la curation può offrire nella guerra per addomesticare il diluvio informativo che sta trasformando la rete nella Biblioteca di Babele di Borges o in un feudo del marketing o in una sorta di demenza collettiva.
  1. Cotent Curation: raccolta realizzata con Zeef di strumenti e risorse per la cura dei contenuti suddivise in 56 differenti categorie tematiche. Sono classificate più di 500 risorse, strumenti, applicazioni online e per dispositivi mobili, etc.
  2. Top Free Tools: blog curato da Robin Good in cui vengono quotidianamente segnalati strumenti free per la collaborazione, la ricerca, l'organizzazione e presentazione di contenuti, la gestione delle attività, etc.


Gianfranco Marini: la biblioteca di Babele - IDeAS incontri di Divulgazione e astroFisica in Sardegna

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Il 21 e 23 febbraio, presso l'I.I.S. "G. Brotzu" di Quartu Sant'Elena (CA), si terrà il seminario di fisica IDeAS, Incontri di Divulgazione e Astrofisica in Sardegna organizzati dal prof. Antonello Murgia.

La biblioteca di Babele
Il mio intervento prenderà spunto dal racconto fantastico pubblicato da Jorge Luis Borges nel 1941 intitolato "La biblioteca di Babele" e si concluderà con una animazione video del racconto di Isaac Asimov "L'ultima domanda". Al termine dell'intervento rivelerò al pubblico la risposta fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto :-)
Questa la presentazione che utilizzerò: La biblioteca di Babele


Questi gli argomenti del mio intervento:
  • Metafore dell'universo: la torre di babele, il labirinto e la biblioteca;
  • La biblioteca di babele e l'inferno del significato;
  • Jonathan Basile e la biblioteca di Babele su Internet;
  • Information overload e conoscenza;
  • L'ultima domanda;
  • La risposta a tutte le domande. 
Questo invece il video L'ultima domanda


Il programma della manifestazione
21 febbraio:
  • Mario Cadelano, UniBo - INAF Bologna, La multietnica ed inclusiva popolazione stellare della via Lattea;
  • Matteo Tuveri, UniCa - INFN Cagliari, Ciò che non si vede è: i buchi neri e le onde gravitazionali;
  • Francesca Dordei, IFNF Cagliari, CERN Ginevra, Tra miti e fantascienza, cosa sappiamo dell'antimateria;
  • Gianfranco Marini, La biblioteca di Babele.
giorno 22:
  • Matteo Cadeddu, Unica, INFN Cagliari, C'è ma non si vede, un enigma chiamato materia oscura,
  • Francesca Lepori, Università di Ginevra, Da Einstein alla cosmologia di precisione,
  • Dario Cosseddu, Breve storia dell'infinito,
  • Daniele De Murtas, La pigrizia come costante universale: pensieri oziosi di un ozioso,
  • CosmiCollage con Riccardo Murgia, Francesca Pani, Matteo Tuveri, Mastteo Cadeddu, Francesca Dordei,
  • gAtronomia, la fisica in pasticceria secondo Mario Cadelano.


Ourboox: realizzare e-book sfogliabili multimediali e interattivi

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Cos'è Ourboox?
Ourboox è un ambiente online che consente di creare gratuitamente libri sfogliabili online. La maggior parte di strumenti online del genere sono basati sul caricamento di un documento di testo, in genere un file in PDF, che viene convertito in un Flipbook online sfogliabile. Con Ourboox è invece possibile effettuare direttamente online operazioni di editing come: caricare un'immagine, inserire audio o video, inserire link, etc. Questa peculiarità rende Ourboox uno strumento molto versatile ed efficace. 
Per meglio comprendere i risultati che si possono ottenere con Ourboox e poterne valutare le potenzialità in ambito didattico, si può leggere questo flipbook tratto dalla home page del sito.


Funzionamento
Ourboox si basa sul solito processo di creazione e condivisione di un contenuto, in questo caso un flipbook, ed è stato ideato per venire incontro alle esigenze didattiche di docenti e studenti anche della scuola primaria.
Roberto Sconocchini ha recensito Ourboox in un suo post dal titolo Ourboox: comporre flipbook multimediali online,  descrivendone il funzionamento con l'ausilio di alcuni screenshot. Per quanto concerne testo, link e immagini le procedure da seguire sono piuttosto semplici. Per inserire oggetti multimediali occorre invece che questi siano pubblicati online e sia disponibile il codice di incorporamento, che andrà copiato e incollato nell'apposita area di Ourboox. Qualsiasi contenuto digitale (video, musica, registrazione audio, etc.) di cui sia disponibile il codice di incorporamento (embed) potrà entrare a far parte del nostro flipbook.

Videotutorial in italiano
Ho realizzato questo video tutorial che illustra le principali caratteristiche di Ourboox e mostra le operazioni per costruire un ebook sfogliabile. Link diretto: Ourboox: creare ebook multimediali.


Utilizzi Didattici
A causa della sua gratuità, semplicità d'uso e versatilità, Ourboox è particolarmente indicato per tutte quelle attività che richiedono l'ideazione, creazione e pubblicazione di un documento multimediale online. Si può infatti utilizzare per la creazione di storie digitali, per documentare un'attività svolta in aula, per descrivere un processo o raccontare l'intreccio di un film o libro o animazione, per presentare se stessi, etc. Nella home page di Ourboox si possono vedere molti esempi di lavori scoalstici realizzati con Ourboox da cui si può prendere ispirazione.

Il diluvio informativo e la cura dei contenuti per lo sviluppo dell'intelligenza collettiva

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Il giorno 28 febbraio del corrente anno si terrà a Cagliari, dalle ore 15:30 alle 18:30, presso la scuola media Vittorio Alfieri di Cagliari, un incontro nell'ambito del corso di formazione "Insieme si naviga", promosso da una rete di scuole di Cagliari e Provincia (Liceo Brotzu, Liceo Siotto, Liceo Pacinotti, IC Santa Caterina, Scuola secondaria di primo grado Alfieri e IIS Buccari – Marconi).
Nel corso dell'incontro si affronterà il problema di come sia possibile affrontare tramite la cura dei contenuti o content curation il sovraccarico informativo e cognitivo che caratterizza lo stato attuale del web.
Questo il link della presentazione che utilizzerò durante le attività del corso: Didattica e tecnologie digitali: i video nella didattica.

Cura dei contenuti e didattica
Si tratta di un tema non molto popolare nel dibattito su metodologie e didattica in Italia, non fa tendenza come tanti altri approcci, a mio parere meno importanti e decisivi. Con la cura dei contenuti siamo infatti in presenza di uno strumento, certo non il solo, che costituisce una delle principali modalità di operare dell'intelligenza collettiva e della costruzione collaborativa delle conoscenze nell'ambito del web.
Se poi si osservano con attenzione i vari quadri di riferimento proposti dall'Europa e in Italia in questi ultimi anni, dalle Indicazioni nazionali del curricolo alle DigComp 2.1, si può notare che viene definita come competenza digitale

Il Sovraccarico Informativo e Cognitivo 
Il problema del sovraccarico informativo costituisce una delle principali sfide per la conoscenza e l'apprendimento, ma non presenta possibilità di soluzioni riduzionistiche o semplicistiche, infatti l'eccesso di informazioni non è eliminabile ma costitutivo di internet, della natura della comunicazione digitale e della ipercomplessità che caratterizza cultura e società attuali.
La super produzione di dati trasforma l'informazione in "rumore" e muta radicalmente i paradigmi della conoscenza. Se non ci si vuole limitare ad affrontare questo problema solo da un punto di vista "ingegneristico" (data mining e Big Data, machine learning), se si vuole rendere consapevoli le persone e gli studenti del problema e fornire loro gli strumenti per farvi fronte, occorre individuare strategie comunicative e conoscitive centrate sull'uomo che siano capaci ci "creare il senso" a partire dal caos dei dati. Esistono diverse pratiche che possono venirci incontro, tra queste vi è la cura dei contenuti.

La cura dei contenuti e il diluvio informativo
Questo il link della presentazione che ho utilizzato durante l'incontro: La cura dei contenuti e il diluvio informativo.


La presentazione si divide in due parti: la prima teorica e la seconda operativa.
Questi gli argomenti trattati nella prima parte:

  • Isidoro di Siviglia patrono di Internet
  • A che punto è la notte?
  • Sovraccarico informativo
  • da Informazione a Rumore
  • Il Web è troppo grande per poterlo conoscere
  • Cura dei contenuti: via centrata sull'uomo
  • Esempi utilizzo didattico
  • cura dei contenuti: definizioni
  • cura contenuti e competenze di cittadinanza
  • Intelligenza Collettiva e Cura dei Contenuti
  • Pierre Lèvi
  • Robin Good
  • Howard Rheingold
  • David Weinberger
  • Platone nella rete
la seconda parte propone un percorso attraverso una serie di applicazioni web e per dispositivi mobili adatte alla pratica della curation e del pensiero critico, ovvero ad effettuare in rete operazioni quali: cercare, vagliare, validare, categorizzare, interpretare, commentare e condividere le informazioni. 
per ogni applicazione vengono indicati dei link che rimandano a: 
esempi di utilizzo didattico;
video tutorial in italiano;
articoli di recensione e/o presentazione.

Realizzare video didattici con Screencast-o-matic - video tutorial di Marcello Meinero

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Un video tutorial realizzato da Marcello Meinero in cui viene illustrata la procedura per realizzare video didattici con Screencast -o-matic. Marcello Meinero è un collega che si occupa di didattica con le nuove tecnologie per la scuola primaria e secondaria e realizza molte lezioni e video presentazioni di argomenti e problemi disciplinari che sono fruibili sul suo canale youtube.

Screencast
Screencast -o-matic è la più diffusa applicazione per realizzare video con la tecnica dello screencast con cui si può registrare quanto avviene sullo schermo del nostro PC e anche la nostra voce che commenta o spiega o fa tutto quello che si può fare con la voce.
Lo screencast è il modo più semplice ed economico per realizzare video didattici, non solo video lezioni, ma video messaggi per comunicare online con studenti, famiglie, colleghi e rendere più efficace una didattica fondata sul blended learning: l'integrazione della formazione in presenza con quella online. 
Chi volesse approfondire caratteristiche e potenzialità dello screencast applicato alal didattica può guardare questa video guida introduttiva: Lo screencast nella didattica


Screencast-o-matic
Screencast -o-matic è un ambiente freemium che offre tre tipologie di strumenti a supporto dello screencast: strumenti di registrazione, di editing e di hosting. I piani di abbonamento sono tre:
Free, gratuito;
Deluxe, $ 18/anno;
Premier, $ 48/anno;
Indicherò tutte le funzionalità offerte specificando quali siano disponibili in ciascuno dei tre diversi piani di abbonamento previsti. Chi volesse consultare i piani di abbonamento in inglese può trovarli in questa pagina: Pricing screencast-o-matic.

Strumenti di registrazione
  • registrazione schermo e webcam (free);
  • finestra o schermo intero (free);
  • didascalie (free);
  • pubblicazione su youtube o screencast-o-matic (free);
  • condivisione su social media (Facebook, Twitter) (free);
  • tracce musicali (3 free, 20 Deluce e Premier);
  • Funzionalità versioni Deluxe e Premier
  • Zoom;
  • più di 15 minuti di registrazione; 
  • rimozione logo;
  • registrazione audio sistema;
  • creazione GIF;
  • Screenshots;
  • sottotitoli automatici tramite sintesi vocale;

Strumenti di editing - solo versioni Deluxe e Premier
  • scaricare e gestire nel proprio PC le registrazioni:
  • nascondere cursore e webcam;
  • cambiare colore cursore;
  • aggiungere musica;
  • editing di differenti tracce audio;
  • importare video e mixarli con la registrazione;
  • tagliare, copiare e incollare sezioni di registrazione;
  • rimozione automatica di momenti di silenzio;
  • aggiungere commento vocale alla registrazione o a video esistenti;
  • aggiungere testo, frecce, forme, immagini;
  • animazioni e transizioni;
  • Zoom in/out.

strumenti di hosting
  • archiviazione video in screencast-o-matic (free);
  • creazione video canali (free);
  • condivisione rapida video registrazioni sui social media (free);
  • condivisione link con indicazione punto di partenza della riproduzione (free);
  • incorporamento video in siti, blog, etc. (free); 
  • password per i video (free);
  • utilizzo del proprio logo (Premier)
  • Larghezza di banda su screencast-o-matic: 2 GB (free), 2 GB (Deluxe), 100 GB (Premier)

Il video tutorial
Il video tutorial di Marcello Meinero spiega, in modo estremamente chiaro e sintetico, il funzionamento di questo strumento e, in soli 4 minuti, si è in grado di usare l'applicazione ma anche di valutarne le potenzialità didattiche.
Link diretto al video tutorial: Screencast-o-matic tutorial


Scheda Video
Autore: Marcello Meinero
Titolo: Screencast-o-matic Tutorial (Creare video lezioni in italiano)
Data Pubblicazione: 16/01/2017
Durata: 4:29 minuti
Canale YouTube: Marcello Meinero
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