Premesse
Il discorso affrontato in questa lezione nasce da alcune importanti premesse:
Naturalmente questo non significa che non ci debba essere innovazione, anche digitale, nella scuola, il punto è, però, che deve essere la scuola a decidere cosa fare del digitale e non il digitale a decidere cosa fare della scuola.
Il diluvio informativo e la sfida formativa
Il discorso affrontato in questa lezione nasce da alcune importanti premesse:
- La scuola non ha da essere digitale;
- Non si devono inseguire le tecnologie;
- Stop con la religione dell'innovazione, si alla cultura cambiamento;
- Non è questione di tecnica ma di didattica.
Naturalmente questo non significa che non ci debba essere innovazione, anche digitale, nella scuola, il punto è, però, che deve essere la scuola a decidere cosa fare del digitale e non il digitale a decidere cosa fare della scuola.
Il diluvio informativo e la sfida formativa
Il diluvio informativo che caratterizza l'infosfera produce un caos babelico in è in gioco il senso stesso della conoscenza e delle tradizionali forme di insegnamento e apprendimento. Il sovraccarico informativo è anche un sovraccarico cognitivo che mina alle basi il sogno che ha alimentato l'internet delle origini: un sapere costruito in modo partecipato, distribuito e condiviso.
In questo inferno del significato il pericolo maggiore è quello dell'affermarsi di una religione dell'innovazione per cui l'educazione debba essere guidata dalle tecnologie e finalizzata all'efficienza.
La sfida è dunque come far fronte alla rivoluzione tecnologica digitale e contribuire alla vita dell'intelligenza collettiva e alla creazione di un'etica della convivialità? Non si tratta di ripudiare le tecnologie, ma di ricondurle a una dimensione centrata sull'uomo e sulla sua intenzionalità.
Didattica inattuale
Il mio intervento è intitolato "Didattica inattuale" e nasce dal rifiuto della cultura della rincorsa secondo cui l'apprendimento per essere innovativo deve "inseguire le tecnologie”.
Occorre trascendere l'attualità di “ciò che è ora”, non per tornare a “ciò che era prima” o per cercare “ciò che non è ancora” , ma per trovare “ciò che è sempre”.
Inattuale significa "non di tendenza" ma ciò che è sempre attuale, ovvero, in termini meno metafisici: quali operazioni strumenti, procedure, metodi sono essenziali all'apprendere e in che modo si configurano nell'era della comunicazione digitale e del web?
Data la mia pochezza ho richiesto l'ausilio ad alcuni personaggi estremamente inattuali ma sempre ben disposti a dare una mano a chiunque si rivolga loro e quindi ringrazio Platone, Aristotele, Isidoro di Siviglia, Ivan Illich, Karl Marx e altri ancora ...
Link diretto alla presentazione: cura dei contenuti e diluvio informativo
Il percorso: dalla cura dei contenuti alla didattica conviviale
Link diretto alla presentazione: cura dei contenuti e diluvio informativo
Il percorso: dalla cura dei contenuti alla didattica conviviale
Ho tentato, spero non del tutto vanamente, di costruire un percorso di "didattica inattuale" che muova dalla necessità di valorizzare la cura dei contenuti sia per la sua valenza educativa che per le conoscenze e competenze che chiama in gioco.
La curation non è una nuova soluzione salvifica a tutti i mali, ma solo uno dei possibili strumenti per affrontare l'attuale sfida formativa. Va intesa come una pratica che si inserisce nel contesto dell'intelligenza collettiva (Pierre Lèvy) e consente di far fronte al nuovo paradigma conoscitivo per cui la conoscenza è divenuta una proprietà della rete (David Weinberger) e in cui la competenza digitale si configura non come "coding" o "pensiero computazionale", ma come "pensiero critico" (Robin Good, Howard Rheingold).
La cura dei contenuti apre anche a una dimensione che non è solo cognitiva ma etica e politica in quanto "prendersi cura" di sé, degli altri e di sé con gli altri da corpo alla dimensione del NOI come fondamento dei concetti relazionali di libertà e responsabilità (Piero Dominici). La conclusione è la necessità di scegliere tra convivialità e produttività (Ivan Illich).