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Le Fallacie argomentative: una risorsa per comprendere e riconoscere i ragionamenti non validi

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William Hogarth, 1753, intitolata False Perspective
L'età della post verità
Molti ritengono che l'attuale ecosistema dell'informazione sia strutturalmente contraddistinto dal fenomeno della post-verità che consiste in una modalità di rapportarsi alle informazioni / notizie senza che venga presa in considerazione la loro verità o falsità, queste sarebbero percepite su basi emotive - acritiche, senza porsi il problema della loro attendibilità e oggettività. 
Nelle sue accezioni più spinte l'espressione indica l'impossibilità di discriminare, all'interno dei flussi informativi del web e dei social media, tra ciò che è vero e ciò che è falso.
La post verità costituirebbe lo statuto epistemico proprio dell'intera infosfera, considerando come tale l'universo mediale nel suo complesso (web, giornali, tv, radio, etc.), caratterizzata da fenomeni quali le fake news, le bufale, la  misinformazione e la disinformazione. Da qui l'esigenza del rilancio del pensiero critico (Critical Thinking) e dell'educazione ai media

Non solo fake news ma anche fake argument
Senza nulla togliere al dibattito sulle fake news vorrei focalizzare l'attenzione su un fenomeno strettamente intrecciato alla diffusione di notizie false e, forse, molto più pervasivo, quello delle fallacie nel ragionamento. Si tratta di errori logici che nascono da difetti (spesso voluti) con cui sono costruite le argomentazione del discorso pubblico in ogni ambito: dai social alla politica, dalla pubblicità alla morale, dalla cronaca alle varie forme di storytelling, al punto che gran parte della comunicazione contemporanea è intessuta sul filo delle fallacie.

Una risorsa contro le Fallacie: il sito argomentare.it  
Le Fallacie argomentativeè una sezione di un vecchio sito realizzato da Paolo Vidali e nasce dalla volontà di condividere il "nucleo essenziale" del materiale che si trova in due opere ormai fuori commercio: 
G. Boniolo, P. Vidali, La filosofia della scienza, B. Mondadori ed., Milano 1999.
G. Boniolo, P. Vidali, Argomentare. Corso di Filosofia, in voll. 5, Paravia - Bruno Mondadori, Milano 2002-2003.
Intendo presentare e commentare questo sito che, al di là di una grafica superata e di una navigazione macchinosa, si presenta come un interessante e utile contributo alla diffusione del pensiero critico e argomentativo e costituisce un'importante risorsa per l'educazione al ragionamento e la didattica.

Cosa sono le fallacie argomentative
Sono così definiti, in ambito logico e argomentativo, quei ragionamenti che sembrano corretti ma contengono
degli errori in uno o più elementi costitutivi del ragionamento, come, ad esempio:
- partire da premesse solo apparentemente vere
- compiere inferenze scorrette
- sostenere la propria tesi con argomenti irrilevanti o non pertinenti,
etc.
Il carattere delle fallacie è proprio quello di simulare ragionamenti logicamente corretti ma che, ad n'analisi più approfondita, mostrano di "non funzionare". Per comprendere il tipo di "inganno" prodotto dalle fallacie consiglio di soffermarsi sull'immagine che apre la sezione, una stampa di William Hogarth, del 1753, intitolata False Perspective (Falsa prospettiva).

Cliccare sull'immagine per ingrandire
thou shalt not commit logical fallacies - non commetterai errori logici - https://yourlogicalfallacyis.com/

Una classificazione delle fallacie
Non esiste uno schema che permetta di classificare in modo univoco e universale gli argomenti e le fallacie ad essi corrispondenti. Viene tuttavia proposto in questa pagina, uno schema di classificazione delle fallacie raggruppate in 5 gruppi o luoghi, a seconda dell'errore di ragionamento che contengono, per cui avremo fallacie di: 
  1. Coerenza: strutture logiche condivise (uguaglianza, differenza identità, non contraddizione, il maggiore-minore). Si basano sui nessi logici esistenti tra gli elementi del ragionamento.
    Tipiche di tale gruppo sono le fallacie deduttive e quelle pseudo deduttive.
  2. Ideale: sono argomenti che si basano sulla priorità di determinate credenze e/o valori e/o parametri rispetto ad altri, per esempio: la preminenza del possibile sul reale, della causa sull'effetto, del prima sul dopo, dell’ideale sul reale. Si basano su conoscenze e valori condivisi che si ritengono validi in assoluto e indipendentemente dall'esperienza.
    Le fallacie di questo gruppo sono le Fallacie a priori.
  3. Esitente: il contrario dei precedenti, si fondano sulla priorità dell'esistente sul possibile, del reale sull'ideale, dell'effetto sulla causa, etc. Sono fondata sulla tesi del primato dell'esperienza.
    Ai luoghi dell'esistente sono legate le Fallacie a posteriori.
  4. Ordine: tali fallacie nascono dal valore che viene riconosciuto a elementi quali: ordine, simmetria, eleganza, corrispondenza, etc.
    Qui troviamo le Fallacie strutturali.
  5. Persona: nascono dall'assumere come discriminante il valore che viene riconosciuto al merito dell'individuo, alla persona e ai suoi diritti, alla dignità dell'uomo, etc.
    Tale gruppo produce le Fallacie pragmatiche.
Alla seguente pagina: Luoghi Comuni, si può trovare una definizione dei luoghi comuni e i 5 tipi di luoghi comuni o gruppi di fallacie sopra riportati.

Uno schema di classificazione delle fallacie
La tabella le varie fallacie suddivise in 6 colonne secondo i 6 tipi di fallacia messi in evidenza in precedenza. 
Cliccando sulla fallacia argomentativa che interessa avremo una serie di informazioni  che ci permettono di comprendere i meccanismi dell'errore logico. Possiamo infatti trovare:
  1. definizione della fallacia considerata
  2. uno o più esempi
  3. indicazione critica dei limiti propri di quell'errore
Una versione più completa della stessa tabella si può trovare al seguente indirizzo:  Schema degli strumenti per ragionare. Oltre agli errori del ragionamento possiamo infatti consultare anche i corrispondenti argomenti validi.

Altre Risorse
La pagina della sezione fallacie argomentative, presenta anche, nella parte superiore, alcuni link che permettono di integrare e approfondire il tema delle fallacie.
Interessanti sono, in particolar modo, i seguenti documenti:
  1. Fallacy Files, di Gary N. Curtis, ipertesto in inglese sulle fallacie
  2. Una lista di fallacie in forma di  ipertesto realizzata da Michael C. Labossiere nell'ambito di TheNikzor Project e tradotta in italiano da Matteo Dell'Amico. Tale lista comprende un elenco di 42 fallacie

La didattica erosa e i mercanti nel tempio

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Il processo di graduale asportazione dell'humus didattico dal territorio della scuola procede in modo vertiginoso a causa di fattori esogeni ma anche endogeni. L'attuale fenomeno di "messa fuori gioco" della didattica, è un fenomeno di erosione diffusa e accelerata, l'alternanza scuola - lavoro è solo uno dei tanti, benché il più stupido, tra di essi.

Sistema- Ambiente e Confine
Scompare il confine tra scuola e realtà sociale, che costituisce l'ambiente con cui la scuola deve interagire, non il modello cui essa deve adeguarsi. Il confine che separa e deve separare la scuola dal mondo reale, costituisce il meccanismo fondamentale su cui si basa l'esistenza di qualsiasi sistema organizzato, dalla cellula all'istituzione scolastica. Se si elimina la membrana cellulare, che separa la cellula dal suo ambiente, non se ne migliora il funzionamento, ma si distrugge la cellula, questa, semplicemente, smetterà di esistere. 

È tramite l'azione di "traduzione" con cui la scuola interagisce con l'ambiente, che il sistema formativo istituzionale può crescere e svilupparsi, ricodificando gli stimoli ambientali in modo da poterli trattare secondo i propri sottosistemi e adattandosi ad essi non in modo meccanico, ma funzionale ai propri obiettivi specifici. 

Eliminare la membrana cellulare non produce un migliore adeguamento della cellula al suo ambiente, ma la morte della cellula; conformare in modo meccanico l'istituzione scolastica all'ambiente sociale ed economico, non produce un migliore adattamento della scuola alla società, ma la morte della scuola.
Insistere sul fatto che la scuola non sia la realtà (sociale, lavorativa, politica, etc.), né debba esserlo, non significa quindi affermare che essa debba isolarsi da quella, ma che deve sviluppare risposte adattive secondo le proprie logiche e i propri scopi, che sono pedagogico - educativi.

I mercanti nel tempio
La desertificazione della didattica e la riduzione della scuola a ciò che è "non scuola" si sta sviluppando attraverso diverse modalità. Alcune hanno a che fare con problemi oggettivi e con l'incapacità della scuola di trovare una risposta adeguata ad essi, vedi: la rivoluzione comunicativa e tecnologica del digitale, la globalizzazione, la diffusione di strumenti e risorse educative informali, etc. 
Altre sono frutto di politiche miopi e della supina assunzione di modelli importati da realtà i cui scopi, del tutto legittimi, non hanno però niente a che fare con l'educazione e la formazione.


Una delle forme in cui la desertificazione della didattica si manifesta è la perdita del controllo del tempo cosiddetto curricolare.

Non solo alternanza scuola - lavoro
La perdita del tempo non è solo un fenomeno quantitativo, meno tempo riservato alla didattica, ma strutturale, l'uso del tempo viene sottratto alla didattica che non è più in grado di disporne perché un indefinito numero di attività, che coinvolge un numero di studenti variabile, in ore e giorni sempre differenti, impedisce di poter sviluppare qualsiasi attività formativa di qualità che non sia la lezione frontale trasmissiva.
Ecco un elenco sicuramente incompleto:
  • Alternanza scuola lavoro
  • orientamento in ingresso e in uscita
  • uscite didattiche
  • viaggi di istruzione
  • assemblee degli studenti
  • lotta contro i mali del mondo (cyberbullismo, sicurezza, educazione stradale, educazione alimentare, droga, alcool, inquinamento, etc. etc.)
  • progetti
  • concorsi
  • eventi, fiere, giornate di questo e di quest'altro
  • prove Invalsi
  • ad libitum
Ultima perla partorita dal MIUR e dalla non rimpianta ministra Fedeli: Il sillabo per l'educazione all'imprenditorialità.


La pugnalata alla spalle
Sono gli stessi responsabili del governo della scuola che, con le loro iniziative e con la loro politica dell'innovazione fine a se stessa, "pugnalano alle spalle" i docenti, rendendo loro sempre più complesso e problematico sviluppare percorsi formativi articolati, centrati sugli studenti e personalizzati, fondati su metodologie cooperative e su compiti autentici. 
Tutto ciò vanifica le alte e nobili finalità che, a parole e nei documenti ministeriali ed europei, si fa finta di voler perseguire: pensiero critico, pensiero creativo, teste ben fatte, media education, collaborazione e partecipazione, complex problem solving, autonomia e responsabilità, intelligenza emozionale, flessibilità cognitiva, decision making, etc.
Lo stesso mondo del lavoro, come testimoniano i risultati dell'indagine The Futur of the Jobs, del  World Economic Forum, richiede queste capacità e competenze e la scuola potrebbe fornirle, ma è troppo impegnata a svuotare la didattica per poterlo fare. La sola didattica compatibile con la desertificazione della scuola è la mera trasmissione dei contenuti.

Easel.ly: creazione contenuti grafici - infografiche, poster, timeline, etc.

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INDICE
Cos'è Easel.ly?
Infografiche e Didattica
Video tutorial su Easel.ly
Grazia Paladino
Silvana Russo
Account Free e PRO

Cos'è Easel.ly?
Easel.lyè un'applicazione web freemium per la rappresentazione grafica di dati, che permette di realizzare senza eccessiva difficoltà ed in modo relativamente rapido: infografiche, poster, timeline, schemi, etc. È anche possibile lavorare in modalità collaborativa anche nella versione free.

Infografiche e Didattica
Per chi volesse approfondire l'utilizzo in ambito didattico della infografiche un ottimo percorso è quello proposto da Anna Rita Vizzari in una su presentazione realizzata con Prezi e disponibile a questo indirizzo: Infografiche nella didattica.
Una mia video presentazione illustra l'interessante lavoro di Anna Rita Vizzari:


Chi invece fosse interessato a questa forma di comunicazione grafica e sinsemica può avere qualche interesse a leggere questo mio post: Infografiche: una lunga storia.

Video tutorial su Easel.ly
Tra i video tutorial in italiano che trattano di Easel.ly consiglio quello di Grazia Paladino in cui vengono spiegati i seguenti argomenti:
  • breve spiegazione di cosa sia un'infografica
  • registrazione
  • creazione di un'infografica da pagina vuota o da modello
  • inserimento e editing testi
  • selezionare, cancellare
  • sfondo
  • impaginazione e layout
  • inserimento forme
  • inserimento grafici
  • caricamento immagini
  • inserimento oggetti (icone, banner, linee, etc.)
  • salvataggio
Scheda del  Video tutorial
Autore: Grazia Paladino 
Titolo: Come utilizzare Easel.ly per realizzare infografiche 
Data Pubblicazione: 17/09/2016 
Durata: 12:06 minuti 


Il più recente video tutorial in italiano su Easel.ly è quello di Silvano Russo:


Scheda del  Video tutorial
Autore: Silvana Russo
Titolo: Tutorioal Easel.ly
Data Pubblicazione: 14/03/2017
Durata: 10:05 minuti

Account Free e Account PRO
Importante capire caratteristiche e limitazioni dell'account free e vantaggi dell'account PRO. 
Le principali limitazioni dell'account freemium sono relative alle risorse gratuite per realizzare i nostri lavori. Abbiamo infatti a disposizione solo: 
- 60 modelli 
- 25 foto 
- 4 grafici 
- 10 fonts 
- 10 modelli di qualità elevata 
- scaricamento immagini jpeg a bassa risoluzione 
- presenza della pubblicità. 

Tutte queste limitazioni non sono presenti nella versione Premium in cui abbiamo a disposizione, per esempio, 821.000 icone e 300.000 immagini e 321 modelli di qualità elevata, oltre a varie altre funzionalità e servizi (supporto chat, esportazione e importazione di infografiche, caricare un proprio logo, etc.) Il costo dell'account PRO è relativamente basso: $ 36/anno

Teachtought - List.ly: raccolte di app e applicazioni web per la didattica curate da teachtought

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Senza farsi prendere dalla smania di collezionare applicazioni web per l'educazione o, come in questo caso, collezionare collezioni di web apps, è tuttavia necessario tenersi aggiornati su quelle che sono le varie applicazioni disponibili. Questo non deve significare abbandonarsi a quella sorta di integralismo tecnologico che conduce a saltare da una applicazioni all'altra in una rincorsa senza fine e costrutto, convinti che così facendo si stai innovando la didattica, con l'idea che si sta innovando la didattica mentre si sta solo perdendo tempo.

A passeggio tra le applicazioni educative

È certamente più utile far riferimento a fonti affidabili e aggiornate, piuttosto che cercare da soli. Si risparmia tempo e si usufruisce del lavoro di curatori esperti e che ci presentano un'ampia gamma di applicazioni per tutti gli usi. Naturalmente cercare, selezionare, testare le applicazioni che sembrano venire incontro ai nostri bisogni, rimane un lavoro da svolgere personalmente.
Avendo che fare con applicazioni web o per dispositivi mobili i problemi sono tanti, ne segnalo alcuni:
  • sono semplici da utilizzare?
  • sono realmente free?
  • a che ordine o grado di scuola tipologia fanno riferimento?
  • contengono molta pubblicità?
  • consentono di salvaguardare i dati sensibili?
  • su quale dispositivo possono essere utilizzate?
  • Quali sono i sistemi operativi che le supportano?
  • sono difficili o semplici da imparare?
  • consentono la condivisione e la collaborazione?
  • Quali sono i piani di abbonamento proposti?
  • a cosa servono realmente?
  • hanno un'interfaccia amichevole o user frendly?
e così via.
Tutti questi elementi e altri ancora devono essere presi in considerazione quando ci è alla ricerca della applicazione che faccia al caso nostro. Si tratta di uno "sporco lavoro", ma qualcuno lo deve pur fare. 


Teachtought
Siti di riferimento, a questo proposito, sono, a quanto risulta a me (ma chissà quanti altri ancora si possono reperire in rete):
Questa lunga premessa per presentare Le Raccolte di Applicazioni Educative curate da TeachTought e realizzati con List.ly.

Raccolte di Applicazioni Educative
TeachTought, nel corso del tempo, ha provveduto a curare 52 liste dedicate ad applicazioni educative di vario genere, mettendo a disposizione di tutti questi archivi dedicati alle Tecnologie Educative. Si tratta di liste che presentano centinaia di applicazioni web e apps per dispositivi mobili utili per la didattica.
Ricordo che con List.ly non si ha a disposizione solo un elenco di link, ma è anche possibile scrivere una recensione della risorsa segnalata.
Ecco qualche esempio delle Liste proposte da TeachTought:
  • 40 tra le migliori applicazioni educative per gli studenti delle scuole primarie
  • 50 delle migliori estensioni per Google Chrome per docenti
  • La lista delle applicazioni Android che si devono avere
  • 25 tra le migliori apps per promuovere la creatività
  • Le 50 migliori apps educative per iPad nel 2016
  • 12 applicazioni per creare gif animate
  • 25 tra le migliori risorse per insegnare con YouTube
  • 12 apps per comunicare con le famiglie degli studenti
  • applicazioni per lo creare storyboard
E tante altre.

List.ly
List.ly è un interessante ambiente adatto alla cura dei contenuti che permette di creare raccolte tematiche, mantenerle aggiornate, condividerle. Tutto in modo molto semplice e rapido. La versione free consente la creazione di 3 liste. La versionePRO non ha limiti nel numero di liste che si possono realizzare ed ha un costo di $ 49,99/anno. Per consultare le altre caratteristiche dei diversi piani di abbonamento si può consultare questa pagina: Listly Upgrade.
Chi volesse conoscere meglio List.ly può consultare questa recensione: Video tutorial in italiano su List.ly.

Questo il video tutorial in italiano che ho realizzato: List.ly: tutorial

Giuseppe Corsaro - BoomWriter: piattaforma web per la scrittura creativa e collaborativa

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Scrittura creativa e collettiva nel cloudè un articolo pubblicato da Giuseppe Corsaro su Insegnanti 2.0, il 29/02/2016, che illustra caratteristiche, funzionalità ed utilizzo nella didattica di BoomWriter, applicazione freemium per la scrittura creativa, il miglioramento del lessico e la scrittura argomentativa.
L'aspetto più interessante dell'articolo è che non si si limita a descrivere gli strumenti che BoomWriter offre per la scrittura, ma racconta anche una buona pratica didattica incentrata sull'uso di BoomWriter, consentendo al lettore di valutare meglio la valenza didattica di questo strumento.

La Piattaforma
BoomWriter è una piattaforma si scrittura digitale che offre tre differenti strumenti di scrittura:
  • StoryWriter: per la scrittura creativa e la narrazione, permette agli studenti di sviluppare le loro abilità nella creazione di storie e nella comprensione degli elementi del testo letterario
  • WordWriter: è mirato al miglioramento del lessico e permette agli studenti di utilizzare, condividere e valutare, in modo giocoso e divertente, il loro vocabolario
  • ProjectWriter: per la scrittura argomentativa, consente agli studenti di migliorare le proprie capacità nella comunicazione informativa e nella spiegazione, nell'argomentazione di opinioni, nella dimostrazione scientifica focalizzata su progetti.
Le tre applicazioni coprono l'ambito della comunicazione scritta narrativa e creativa, descrittiva, e argomentativa il tutto in modalità collaborativa.
Nel video sottostante (in inglese, attivare i sottotitoli in italiano) vengono presentate le tre diverse applicazioni e se ne illustrano le differenti finalità:


Come funziona StoryWriter
Lo strumento utilizzato e recensito da Giuseppe Corsaroè StoryWriter, questi i principali passaggi per utilizzarlo: 
  1. il docente crea una classe virtuale
  2. gli studenti si registrano e si uniscono alla classe creata dal docente;
  3. inserisce un incipit (1^ sequenza) a partire dal quale gli studenti dovranno realizzare una seconda sequenza e si fissano altri parametri: in quanti blocchi o sequenze di testo si dovrà articolare il racconto, quante parole per ogni sequenza, scadenze, etc.;
  4. finita la stesura delle varie versioni della 2^ sequenza, il docente deve approvarla, qualora non la approvasse, l'alunno la riscriverà;
  5. conclusa l'approvazione di tutte le versioni della prima sequenza, si passa alla loro votazione, tutte le sequenze vengono rese visibili alla classe (ma in forma anonima) e ciascun alunno/a può esprimere 5 preferenze per le sequenze;
  6. Si avvia quindi la realizzazione della terza sequenza, applicando iterativamente le stesse operazioni che si sono eseguite per la 2^ e si procede fino alla conclusione del racconto.
L'autore descrive quindi l'esperienza di uso di scrittura creativa avuta con la propria classe utilizzando StoryWriter e traccia un bilancio conclusivo dell'attività.

Nel video sottostante vengono descritte le fasi del processo di scrittura con BoomWriter:


Piani di Abbonamento
La versione PRO, oltre alle funzionalità già descritte, offre ulteriori strumenti:
  • Creazione e gestione di rubriche per la valutazione
  • monitoraggio dei progressi dei singoli studenti
  • monitoraggio dei progressi e delle performance della classe
È previsto un periodo di prova di 30 giorno. Il costo dell'abbonamento PRO è di $ 4,99/mese.

In Conclusione
Adatta per tutti i gradi e/ ordini di scuola, dalla primaria (magari gli ultimi due anni) alla secondaria inferiore e superiore.
L'articolo offre una panoramica dell'uso di questa applicazione, ne mostra il funzionamento, consente di farsi u'idea del suo funzionamento e ne suggerisce i possibili usi. Molto interessante il modo in cui la classe viene coinvolta nella realizzazione del racconto. Da provare. 


Fallacie e ragionamento: un percorso tra logica, retorica e arte dell'argomentare

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Logic Cheking

Logic Cheking: usiamo la logica per non farci fregare, è un articolo di Claudio Cardone che presenta uno schema grafico delle fallacie retoriche - logiche ricavato dalla traduzione di un'infografica creata da David McCandless nel novembre del 2012 e pubblicata originariamente su Information is Beautiful. La traduzione italiana è di Adriano Venditti.
Scopo del grafico è quello di rappresentare senza alcuna pretesa di fornire una classificazione univoca e universale, alcune tra le più comuni errori e manipolazioni retoriche e del pensiero logico.

Perché un controllo logico del discorso?
Come sottolinea Claudio Cardone, la tavola delle fallacie retoro - logiche, è stata così denominata da David McCandless, poiché fa riferimento non tanto alla logica formale, quanto a quella deriva verso errori logici e manipolazioni retoriche che caratterizza il dibattito odierno in ogni ambito dell'infosfera e del discorso pubblico, dalla politica al marketing, dall'educazione al costume, dalla morale al gusto.
Si tratta di schemi di ragionamento capziosi e sbagliati che, tuttavia, vengono assimilati e ampiamente utilizzati da tutti. Diventa così necessaria un'operazione di igiene logica del linguaggio che miri a smascherare l'artificiosità di certi ragionementi e maturi in tutti la consapevolezza di un approccio più critico e meditato all'informazione

Come usare la Tavola delle fallacie
Le fallacie sono ordinate con differenti colori a seconda della tipologia di fallacia presa in esame. Queste le categorie:

  • Appello alla Mente
  • Appello alle Emozioni
  • falsa Deduzione
  • Manipolazione del Contenuto
  • Confusione Causa & Effetto
  • All'Attacco
La Tavola può essere utilizzata come strumento per analizzare testi tratti dal web, dai giornali, dalle antologie o manuali scolastici allo scopo di individuare le eventuali fallacie ivi presenti. Si potrebbe anche pensare a dei giochi in cui gli studenti, individualmente o divisi in squadre, si affrontino in una sfida all'ultima fallacia. 
Un altro possibile utilizzo in ambito didattico potrebbe essere quello di assegnare a ciascuno studenti o a una squadra, un gruppo di fallacie perché producano un testo su un determinato argomento, disciplinare o d'attualità, consentente le contenga.
Inoltre si potrebbero stampare le fallacie e ricavarne delle carte per escogitare altri possibili giochi.

Per consultare La tavola cliccare sull'immagine in modo da ingrandirla oppure cliccare sul link sottostante:
Versione italiana di Fallacie retorologiche


Claudio Cardone ha riprodotto le singole fallacie presenti nella tavola e le ha rese disponibili tramite immagini cliccabili che si trovano alla conclusione del suo articolo. Gli esempi sono stati adattati dallo stesso Claudio Cardone alla situazione italiana per renderli più facilmente comprensibili al lettore e riguardano il dibattito su euro e Unione Europea. Se si vuole consultare la traduzione italiana della versione originale si può utilizzare il seguente link e seleziondo l'italiano come lingua: Fallacie retorologiche.

Gioco e imparo: Arg, Platone e il rapimento della ragione

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In occasione del seminario "Gioco e imparo - Gaming, gamification, mondi immersivi. Esperienze didattiche in edMondo" propongo la traccia del mio intervento e le presentazioni che utilizzerò nel corso dell'incontro.


Il seminario si terrà il 19/04/2018 presso l'Aula Magna dell'I.I.S. "Brotzu" di Quartu Sant'Elena, dalle ore 15:00 alle ore 19:00. Parteciperanno: Elisabetta Buono, Anna Rita Vizzari, Annarella Perra, Cristiana Pivetta, Gianfranco Marini, Raffaele Macis, Giorgio Lampis, Ada Maccioni, Maria Luisa Zonno.

Un percorso tra Batman e Platone

1. ARG - Alternate Reality Games: Why so Serious?
Il futuro non è nello sviluppo dei dispositivi o nella realtà virtuale, ma nella realtà alternativa e narrativa. 
Le altre specie vanno a caccia di cibo, gli umani sono animali che vanno a caccia di informazioni per raccontare StorieJordan Weisman
TINAG - “Questo non è un gioco!” Elan Lee

2. Platone e i poeti: Mania il lato oscuro dello storytelling
  • i poeti sono dei corruttori
  • L’esperienza estetica porta alla mania, all’oblio di sé
  • la poesia poprta all'oblio di sé
  • e sospende la ragione
  • ma non si può rinunciare al racconto
  • "ciò di cui non si può argomentare, si deve narrare"
3. Amygdala Hijack: la ragione rapita
  • quando viene percepito un rischio
  • che minaccia l’integrità dell’organismo
  • scatta il sequestro emotivo della corteccia
  • reagire d’istinto, non essere in sé, essere fuori di sé, etc.
  • in ogni caso è la prima impressione quella che conta (effetto alone e pigmalione)
Link Diretto alla presentazione: Narrazione Digitale tra Batman e Platone



Creare Storie

1. Variazioni Narrative
Incipit, finali, variazioni negli spazi narrativi, prequel e sequel, reboot, spin off, What if?, Variazioni nel punto di vista. Rodari e la grammatica della fantasia.
Link diretto a Variazioni Narrative




2. Creare una storia
L'Inventafavole, le carte di Propp, Storydice, la Tavola periodica della narrazione. Link diretto: Creare una storia




3. Digitale Storytelling per la Didattica
Mappa mentale realizzata con Mindomo sul Digital Storytelling nella Didattica. La mappa è formata da 473 argomenti organizzati in 6 rami principali, ciascuno dedicato a un diverso aspetto o problema relativo all'utilizzo didattico della narrazione, supportata da strumenti digitali (ma anche non).
La mappa è stata utilizzata in diversi corsi rivolti a docenti ed è il frutto di qualche anno di lavoro in cui ho cercato di selezionare e organizzare le più interessanti risorse che conosco su questo tema. L'idea è quella di utilizzare il web come ambiente di apprendimento e costruire un percorso che sia possibile affrontare anche autonomamente da chiunque fosse interessato

Questi i rami principali della mappa:

  1. Riferimenti normativi europei e italiani: Competenze Chiave, Competenze di Cittadinanza, DigComp 2.1, Indicazioni nazionali per il curricolo
  2. Applicazioni per la Narrazione Digitale, che comprende: Archivi online, Podcast, Visual Storytelling, E-book, Storytelling multimediale, Story Map, Video Storytelling, Timeline
  3. Applicazioni di supporto: Discutere, ideare e collaborare, Cura dei contenuti, Valutazione formativa, Verifica formativa, Mappe, Gestione dell'apprendimento, Screencast, Ambienti e piattaforme di apprendimento 
  4. Riferimenti teorici, argomento suddiviso in tre sotto-rami: Digital storytelling nella didattica, Competenze e media education, Diritto d'autore e privacy
  5. Esempi: raccolta di casi concreti e lavori narrativi realizzati dai miei studenti
  6. Materiali: raccolta di materiali realizzati da me sulla narrazione digitale che comprendono: 7 presentazioni, 3 video guide, 2 webinar, 6 numeri del video notiziario GNAM (segnalazione di risorse per lo storytelling).
Link diretto alla mappa: Digital Storytelling nella Didattica


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Cos'è Piktochart?
Piktochartè uno strumento online freemium che permette di realizzare infografiche da pubblicare sul web, presentazioni online in formato 4:3,  materiale per la stampa (A4, lettera, volantini, report).
Piktochart è semplice da usare il processo di composizione dell'infografica è basato su due procedure:
  1. scelta di modelli predefiniti: dal modello dell'infografica ai singoli elementi che la comporranno (icone, forme, linee, testi, etc.). 
  2. Drag and Drop: cliccare e trascinare gli elementi che ci servono nell'area di lavoro per poterli poi personalizzare secondo le nostre esigenze
Queste due caratteristiche rendono molto semplice apprendere l'uso di Piktochart e rapida la realizzazione degli oggetti grafici.
Altra caratteristica interessante di Piktochart è che la composizione a blocchi dell'infografica, consente poi di visualizzarla come una presentazione e questo può tornare utile specie se si utilizza questo strumento nella didattica.

Piani di abbonamento e costi
La versione di base è free ma presenta delle limitazioni:
  • abbiamo a disposizione solo 8 modelli di infografica e 11 di presentazione tra cui scegliere e non 600 come nelle versioni a pagamento
  • non possiamo scaricarla in formato PDF o ottenere un'immagine ad alta definizione
  • non possiamo utilizzare gli schemni di colori predefiniti
  • non possiamo utilizzare le icone animate
  • abbiamo a disposizione uno spazio di archiviazione per gli elementi che vogliamo caricare limitato a 40 MB
  • non possiamo pubblicare il nostro lavoro come privato
Sono previsti tre tipi di account:
  • Lite: $ 12:50/mese
  • Pro: $ 24.17/mese
  • Team: $ 82,30/mese
A questo indirizzo le differenti funzionalità e servizi offerti dalle diverse soluzioni: Piktochart Packages.
Esiste fortunatamente una versione Education che offre le stesse caratteristiche di quella Pro a soli $ 39,99/anno: qui le caratteristiche di questa soluzione: versione education.

I video tutorial in italiano
Presento due video tutorial su Piktochart, entrambi sono del 2016, quindi non recentissimi, tuttavia forniscono una panoramica delle funzionalità e caratteristiche di questo strumento che è ancora attuale.
Nel primo, realizzato per conto di Zanichelli, viene spiegato come creare un'infografica a partire da una struttura vuota.
Queste le procedure che vengono mostrate:
  • Struttura a blocchi delle infografiche in Piktochart: possiamo creare l'infografica articolandola in diversi blocchi indipendenti su cui poter lavorare separatamente e che possono essere clonati, spostati o cancellati;
  • come inserire elementi grafici: icone, foto, forme e linee
  • inserimento e personalizzazione sfondo
    • ogni elemento può essere personalizzato modificandone: dimensioni, proporzioni, colore, etc.
    • su ogni elemento si possono inoltre realizzare le seguenti operazioni: bloccarlo, cancellarlo, copiarlo, coloralo, renderlo cliccabile inserendovi un link, disporlo rispetto agli altri elementi (avanti, dietro, etc.), ruotarlo, modificare la trasparenza.
  • Inserimento di testo: formati, modelli, personalizzazione, opzioni di editing, allineamento, etc.
  • Inserimento grafici e mappe e loro personalizzazione: inserimento dati, modifica dimensioni, modelli e colori
  • inserimento di video
  • Pubblicazione: scaricare in formato PNG o condividere tramite link

Scheda Video
Autore: Formazione in rete Zanichelli
Titolo: Creare un'infografica con Piktochart da struttura vuota
Data Pubblicazione: 9/11/2016
Durata: 7:20

Il secondo video tutorial è stato realizzato da Giulia Dessì e lo segnalo perché mi è piaciuto molto. L'argomento è come nel primo tutorial spiegare come si possa realizzare un'infografica a partire da un modello vuoto. rispetto al primo video tutorial viene spiegato come inserire e controllare un link associato a un elemento dell'infografica. Non vengono invece mostrate le funzionalità di Piktochart relativamente all'inserimento di grafici e mappe.


Scheda video
Titolo: tutorial infografica piktochart
Data Pubblicazione: 23/02/2016
Durata: 8:26

Un percorso per conoscere e utilizzare il metodo Cornell per "prendere appunti"

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Metodo Cornell - da Wikihow.com
Vorrei proporre un percorso guidato alla conoscenza e all'utilizzo del metodo Cornell, uno dei più noti sistemi non lineari per "prendere appunti", perché senza un metodo per prendere appunti il rischio è quello di non imparare nulla. Naturalmente il metodo Cornell è solo uno dei tanti possibili modi di prendere appunti, l'ideale sarebbe che ciascuno studente metta a punto un proprio personale ed efficace modo di appuntare.
Personalmente penso che il sistema Cornell, senza essere assunto come un dogma, possa essere un punto di partenza per imparare a realizzare gli appunti di una lezione o un libro e anche per imparare a studiare, poi ciascuno può mettere a punto un proprio personale sistema che si adatti alle proprie esigenze e caratteristiche. Importante è fare un primo passo, il metodo Cornell può essere questo primo passo.

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WikihowCome Prendere Appunti con il Metodo Cornell - Guida Illustrata
Barbara Seppia, Prendere Appunti parte 1 e parte 2
G. Rinaldi, Un metodo per studiare - PDF, guida e presentazione
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WikiHow - Come prendere appunti con il metodo Cornell
Una guida illustrata pubblicata su wikiHow, che spiega come si prendano appunti con il metodo Cornell pubblicata su Wikihow: chiara, semplice e completa.
Prendere apputi
Premessa comune a tutti i metodi per prendere appunti è che tale attività non consiste nella ricezione e registrazione passiva dei contenuti di una lezione / conferenza / manuale, in altri termini scopo dell'appuntare non è riassumere o riportare fedelmente i contenuti. Prendere appunti è una forma di apprendimento attivo che richiede un ascolto selettivo e una prima rielaborazione delle informazioni.
Mettere a punto una propria strategia del "prendere appunti" riduce il tempo dello studio e la fatica e aumenta la qualità dei risultati.
Struttura della guida
La guida si suddivide in 4 Parti:
  • Preparare i Fogli
  • Prendere Appunti
  • Correggere e Ampliare gli Appunti
  • Usare gli Appunti per Studiare
Ogni parte è suddivisa in una serie di passaggi per un totale di 20.
Molto chiara e utile, la guida può essere mostrata agli studenti per spiegar loro l'importanza della tecnica del "prendere appunti".

Barbara Seppia - Video Guida su Come prendere Appunti Efficaci
Barbara Seppia ha realizzato una video guida su come Prendere appunti efficaci, suddivisa in due parti:
  • 1^ parte: a cosa serve prendere bene gli appunti?
  • 2^ parte: cos'è e come si può utilizzare il metodo Cornell, le mappe concettuali.
L'efficacia della video guida e delle istruzioni per usare gli appunti nello studio che essa propone, è favorita da una presentazione realizzata con Prezi che fa da supporto alla spiegazione. La guida è indirizzata ad alunni delle secondaria di primo grado, ma va benissimo anche per quelli della secondaria di secondo grado.

Sommario prima parte
  • A cosa serve prendere appunti?
  • organizzare l'attività di studio finalizzarla ad obiettivi precisi per conseguire l'apprendimento.
  • Quando prendere appunti?
  • Come devono essere gli appunti?
  • Appunti, comprensione e apprendimento
  • Cosa evitare quando si studia? Focalizzazione dell'attenzione 
  • Come prendere appunti? Metadati e sistema di segnalazione.
  • Strategie: sintesi, abbreviazioni, segni grafici, segni di interpunzione, etc.

Sommario seconda parte
  • In cosa consiste il metodo Cornell? 
  • Suddivisione della pagina: argomento, appunti (concetti e definizioni), parole chiave (parole chiave e domande), collegamenti e annotazioni varie;
  • Metodo Cornell con la scrittura digitale, utilizzando software e modelli presenti in rete;
  • Le 6 R del metodo Cornell che indicano le fasi di stesura degli apputi secondo il metodo in oggetto: Registra (durante ascolto o lettura); Riduci (dopo l'ascolto o lettura); Ripeti seguendo le parole chiave; Rifletti (collegamenti, dubbi, opinione personale, etc.); Ripassa; Riassumi e collega;
  • Mappe mentali e concettuali.

Scheda del Video
Autore: Barbara Seppia
Titolo: Prendere appunti efficaci
Data Pubblicazione: 18/10/2015
Durata: 1^ parte 10:04 minuti - 2^ parte 12:57 minuti 

G. Rinaldi, Un metodo per studiare
Documento PDF realizzato dal prof. G. Rinaldi e intitolato "Un metodo per studiare". L'articolo costituisce un vero e proprio vademecum in 10 pagine sul "metodo di studio" utilizzando quale strumento principale il "sistema Cornell" o metodo delle 6R, per prendere appunti. Nella premessa si chiarisce che non si tratta soltanto di un sistema per:
# prendere appunti durante una lezione e/o conferenza
# durante lo studio di un libro
ma anche
di un vero e proprio metodo per studiare che prevede:
# la Registrazione delle informazioni
# lo Studio
# il Ripasso 

Il sistema Cornell
L'articolo è utile a chi voglia approfondire il sistema Cornell in particolare e, più in generale, il problema dell'appuntare e del metodo di studio, perché presenta numerosi elementi grafici, tratti anche dal libro di Pauk, inventore del metodo Cornell, che chiariscono meglio i punti salienti di questo strumento.
impaginazione metodo Cornell

6R - Metodo Cornell e metodo di studio
È il nome con cui è conosciuto il metodo Cornell e deriva dal processo che esso prevede:
  1. Record: registrazione appunti
  2. Reduce: schematizzare
  3. Recite: ripetere - esporre
  4. Reflect: riflettere
  5. Review: ripassa
  6. Recapitalate: riassumi
Come chiunque può notare non si tratta di un metodo derivato da una qualche teoria sull'apprendimento o la mente o la comunicazione o altro, ma di una serie di regole derivate dall'esperienza e dal "buon senso".

Emily, Breve guida per prendere appunti con il metodo Cornell
Il Sistema Cornellè un metodo non lineare per rendere appunti, sviluppato tra gli anni '40 e '50 da Walter Pauk, professore presso la Cornell University e costituisce una delle più diffuse modalità del prendere appunti in ambito statunitense. 


Impaginazione e indicazioni sul Metodo Cornell
L'immagine è proposta dal blog di Emily Revise or die (correggi o muori) in un post dal titolo Breve guida al metodo Cornell per prendere appunti e rappresenta sinteticamente impaginazione, organizzazione, contenuti ed elementi di formattazione di una pagina di appunti realizzata secondo il metodo Cornell. Prendere appunti da un testo, da una lezione o da una conferenza e annotare, costituiscono ora e sempre, competenze fondamentali e strategiche nell'apprendimento e sono strumenti decisivi dell'autonomia conoscitiva e formativa e dell'apprendere ad apprendere.
Il "prendere appunti"è un'attività spesso trascurata e sottovalutata o data per scontata. Oggi i tradizionali strumenti per "prendere appunti" - carta e penna e evidenziatori - sono accompagnati e integrati da strumenti digitali e applicazioni che trasferisono anche nel web la pratica dell'appuntare, che risulta anche qui decisiva, se si vuole usare il web come strumento di crescita, formazione e conoscenza. 

Traduzione
Questa la traduzione del testo presente nell'immagine.
Il metodo Cornell prevede una suddivisione della pagina in tre parti 

  1. Colonna sinistra: Clue Column - Colonna delle definizioni 
  2. Parte centrale, la più ampia dove trovano collocazione gli appunti veri e propri 
  3. Riga al piede di pagina: sezione finale di sintesi 
Clue Column - Colonna delle definizioni
Occupa in larghezza circa 1/3 della pagina e in verticale 4/5. Si tratta di una sezione da completare dopo la lezione / conferenza / lettura e può essere utilizzata per includere: parole chiave, frasi, lessico specifico, nomi di persone, casi di studio - case study, possibili domande e problemi.
Questa colonna è riservata ad indicare: il Che Cosa? il Chi? il Quando? e il Dove

Colonna principali degli appunti
È la parte più ampia ricercata agli appunti principali, occupa 2/3 della pagina in orizzontale e 4/5 in verticale. nella prima riga e in evidenza vanno indicati: Nome, Data, Materia, Argomento: Il corpo principale della sezione è dedicato a quanto avviene nel corso della lezione e agli appunti presi in aula o durante lo studio di un testo. 
Vi si possono includere: 

  • i principali punti e obiettivi della lezione; 
  • diagrammi, grafici, disegni, schemi; 
  • punti elenco o elenchi numerati; 
  • frasi concise 
  • simbolo, parafrasi, citazioni. 
Si possono anche lasciare linee e spazi tra i punti in modo che sia possibile tornare indietro e scrivere brevi note che si è dimenticato di inserire. Questi spazi permettono anche di rendere gli appunti più ordinati e chiari. 
Non è necessario annotare scrivendo righe di testo, è anche possibile provare a annotare inserendo mappe mentali, tabelle o qualsiasi altro tipo di rappresentazione grafica personalizzata. 
Si può dire che questa sezione sia dedicata a indicare il Chi è? e il Come è? Si integra con le domande della sezione alla sinistra 
Qualora ci sia l'esigenza di andare oltre lo spazio della pagina, meglio aggiungere un post-it e provare sempre a sintetizzare utilizzando solo una pagina. 

Sezione di sintesi
Occupa il piede della pagina e si estende per tutta la pagina in orizzontale e in verticale occupa circa 1/5 dell'altezza della pagina. La sezione va compilata alla fine, costituisce una sintesi estremamente condensata delle note presenti nella colonna delle definizioni e contiene i dettagli più importanti delle note principali. Si deve usare solo per trovare le informazioni più velocemente e "digerirle" in un secondo momento.

LearningApps: ambiente per creare e gestire attività didattiche online

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Presentato come un’applicazione web 2.0 a supporto della didattica online e interattiva, LearningAppsè un progetto sviluppato dall’Istituto Superiore di Pedagogia PHBern in collaborazione con l’Università di Magonza e L’università di Zittau-Gorlitz. Il progetto fa capo a un’organizzazione non profit denominato LearningApps.org. Il team che ha sviluppato l’applicazione è costituito dai professori: Dr. Michael Hielscher, Prof. Dr. Werner Hartmann, Prof. Dr. Franz Rothlau, Prof. Dr. Christian Wagenknecht
Questi i numeri di LearningAppss al momento in vien scritto questo post:
  • numero di apps: 1.650.000
  • account utenti: 1.250.000
  • nuovi utenti al giorno: 3.310
  • apps create al giorno: 3.800
Cos’è LearningApps? 
LearningAppsè un ambiente di apprendimento attrezzato con numerosi strumenti che consentono di creare moduli interattivi, definiti apps, che costituiscono oggetti didattici non autonomi, ma da utilizzare entro scenari educativi a supporto dell’apprendimento. L’approccio è decisamente amichevole e ludico e apprendere l’uso dei vari strumenti risulta piacevole e semplice. Le App presenti permettono di realizzare le seguenti tipologie di esercizi interattivi:
  • cruciverba
  • attribuzione di elementi
  • ordine cronologico
  • ordinamento di coppie
  • inserimento di testo
  • quiz a scelta multipla
  • puzzle di riordinare
  • griglia di parole
  • l’impiccato
  • corsa di cavalli
  • il milionario
  • Matrice
  • ordinamento con carta geografica
  • audio / video con inserimento di oggetti e contenuti
  • memory
  • calcola
 
Si possono creare esercizi per ogni disciplina e condividerli con la classe. La struttura modulare delle apps presenti in LearningApps e che è frutto di una precisa scelta didattica, le rende estremamente versatili, in quanto si possono adattare facilmente alle esigenze concrete di docenti e studenti e alle diverse situazioni di apprendimento in cui questi operano. Gestione della classe e delle attività formativeLearningApps permette anche di creare rapidamente le proprie classi online e offre strumenti per la gestire le attività didattiche e la comunicazione tra i membri del gruppo. Questi gli strumenti ad oggi presenti:
  • chat
  • sondaggi
  • calendario
  • taccuino
  • post-it
Come Funziona? 
La registrazione è gratuita e non è necessaria per creare le app o per utilizzare quelle presenti nell'archivio, ma è consigliata se si vogliono sfruttare appieno i servizi offerti da LearningApps come salvare e gestire i moduli che andremo a realizzare o creare e gestire le classi. L’archivio di LearningApps presenta circa 1.500.000 moduli realizzati da docenti e studenti di tutto il mondo, che possono essere liberamente utilizzati o, addirittura, copiati e modificati. 
Per trovare le applicazioni che interessano è possibile ricercare per parole chiave nella casella di ricerca o utilizzare il pulsante “Cerca tra le App” che permette di navigare tra le varie app ordinate per discipline e per gradi di istruzione. 
Naturalmente è anche possibile realizzare una propria app e condividerla con gli studenti tramite link, codice di incorporamento o un codice QR. Creare una app è piuttosto semplice perché si tratta di seguire procedure guidate su moduli predefiniti, il docente o lo studente dovranno concentrarsi solo sui contenuti. 

A cosa serve? 
Come già sottolineato, gli strumenti offerti da questa piattaforma, sono facilmente adattabili alle circostanze e alla situazione didattica in cui si lavora e sono anche compatibili con differenti approcci metodologici: dal lavoro di gruppo all'apprendimento basato su problemi o sulla ricerca; dall'apprendimento collaborativo a quello personalizzato; dalla realizzazione di compiti autentici alla media education. 
La modularità delle app rende anche molto più semplice integrare questa tecnologia nella didattica senza dover stravolgere, come talvolta accade, le impostazioni metodologiche del proprio approccio educativo a causa degli strumenti tecnologici utilizzati. I moduli di LearningApps non costringono, in altre parole, a dover subordinare le proprie scelte didattiche alle “esigenze” della tecnologia, ma sono facilmente adattabili ai più diversi approcci e sono particolarmente indicate per tutte quelle strategie di insegnamento che, come il blended learning, cercano di integrare l’apprendimento in presenza con la didattica online al fine di sfruttare al meglio le caratteristiche e peculiarità di questi diversi sistemi di apprendimento. Alcuni possibili utilizzi di LearningApps comprendono:
  • motivare gli studenti
  • coinvolgerli e suscitare il loro interesse
  • operare la verifica formativa delle conoscenze e capacità acquisite
  • sviluppare l’utilizzo consapevole degli strumenti digitali e del web nell’apprendimento
  • potenziare le competenze digitali
  • Clil
  • predisposizione di risorse e strumenti per l’apprendimento
Video tutorial in italiano 
Su YouTube sono disponibili diversi video tutorial in italiano che illustrano le caratteristiche generali di questo ambiente didattico online e il funzionamento delle singole App.
  1. A chi volesse avere un’idea di come funziona LearningApps e di quali siano le caratteristiche generali del servizio che offre, consiglio la video guida di Luca RainaApp per prof #23 LEARNINGAPPS (Giochi didattici)
  2. Chi fosse invece interessato al funzionamento delle singole App può far riferimento ai video tutorial che su ciascuna di esse sta realizzando Elisabetta Buono e che sono visibili nella seguente Playlist sul suo canale YouTube: LearningApps.
Scheda
  • Tipologia: applicazione web
  • Costo: free
  • Usabilità: semplice da imparare e rapida da utilizzare
  • Età / ordine scolastico: adatto agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado
  • metodologie: blended learning, didattica capovolta, e-learning
  • Compatibilità / sistemi operativi: funziona con qualsiasi browser web
  • Lingua: supporta anche l’italiano
  • Dispositivi: non esistono app per un utilizzo su dispositivi mobili
  • strumenti: adatti alla creazione di moduli interattivi (esercizi, test, oggetti multimediali, etc.)
Link Utili
  1. sito organizzazione no profit Learning Apps
  2. canale Youtube di LearningApps

Maria Ranieri - Webinar: Introduzione alla Media Education

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Il Webinar
Webinar tenuto da Maria Ranieri il 18/02/2017 e organizzato da MEDe insegnalo.it. Si tratta di un interessante conferenza che introduce i temi e problemi basilari della Educazione ai media o Media Education.
Link Diretto al Webinar: MED Introduzione alla MediaEducation. Conduce Maria Ranieri.



Scheda Video
Autore: webinar di Maria Ranieri
Titolo: aria Ranieri: Introduzione alla MediaEducation
Data Pubblicazione: 25/02/2014
Durata: 1:22:27

Il Tema
Il tema è di quelli strategici e strettamente connessi con i problemi della formazione scolastica. Competenze mediali e digitali sono strettamente connesse tra loro e toccano molteplici dimensioni tra cui quelle tecnologica, cognitiva ed etica. Lo scopo del webinar è quello di contribuire a diffondere la cultura della Media Education rivolgendosi, in particolare, a docenti e studenti

Articolazione del Webinar
Il webinar si articola in tre in tre punti principali:

  1. Che cos'è la Media Education? Storia e definizioni. Come definire tale ambito disciplinare. Tradizione di studi e ricerche. 
  2. Quali sono le competenze mediali? comprensione e decodifica consapevole e critica dei messaggi mediali e capacità di utilizzare i media per partecipare attivamente alla società della conoscenza 
  3. Nuove sfide che si pongono nell'ambito dell'educazione ai media
Definizione
La definizione di partenza è quella fornita nel 2000 da Buckingam: "Processo di insegnamento e apprendimento centrato sui media: la media literacy ne è il risultato e altro non è che la conoscenza e le competenze che gli studenti acquisiscono in tema di mezzi di comunicazione. [...] la media literacy implica necessariamente il saper leggere e scrivere i media. La ME si propone dunque di sviluppare sia una comprensione critica sia una partecipazione attiva. Consente ai ragazzi di interpretare e dare giudizi consapevoli come consumatori dei media; ma li rende anche capaci di diventare loro stessi, a pieno titolo, produttori di media".

Avvertenza: non confondere la Media Education con l'Educazione con i Media
La Media Education non deve essere confusa con insegnare e apprendere coni media. Apprendere i Media e apprendere con i Media sono due cose diverse. 
Nella ME i media sono oggetto dell'apprendimento, mentre nell'apprendimento supportato dai media obiettivo è la conoscenza disciplinare o interdisciplinare. 
Nella ME quindi i media sono non strumento per apprendere, ma oggetto dell'apprendimento. Non va neanche confusa con l'informatica o l'uso del computer. La ME si occupa invece degli aspetti culturali che sono situati in un contesto sociale e comunicativo. 

Guida alla Valutazione Autentica e alle Rubriche di Valutazione

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L'articolo
"Le rubriche per la valutazione autentica e la prospettiva della padronanza nella competenza"è un lungo articolo sulla valutazione autentica e le rubriche di valutazione pubblicato il 6/3/2016 su Curricoli.
Il nome dell'autore non è indicato, alla conclusione dell'articolo viene indicata come fonte il "Manuale di progettazione delle unità di apprendimento" di Ellerani e Pavan (SEI 2006), ma non si capisce se l'articolo sia un estratto di questo manuale o una rielaborazione a partire da esso. Per l'ampiezza dei contenuti, i temi trattati, le risorse segnalate, si prospetta come una vera e propria guida introduttiva all'utilizzo delle rubriche nella pratica valutativa.

Contesto e Sommario
La valutazione autentica viene inquadrata nel contesto pedagogico delle competenze e della padronanza delle competenze in una situazione di apprendimento significativo basata su compiti autentici e sull'utilizzo di rubriche di valutazione, che sono strumenti atti a valutare tanto i processi quanto i prodotti dell'apprendimento.

In breve questi i temi principali trattati:

1. Cos'è una rubrica?
Nella definizione della rubrica valutativa si fa riferimento ai contributi di: Heidi Goodrich (1996), Perkins (1992), McTighe e Wiggins (1999), 

2. Quali sono i componenti e tipi di rubrica?
Individuati in: 
  • uno o più dimensioni (o tratti); 
  • una scala di valore; 
  • i criteri; 
  • i descrittori; 
  • gli indicatori per specificare i livelli di prestazione accompagnati da modelli o esempi per ogni livello (àncore)
3. Quali i tipi di rubrica? 
Analitiche e olistiche 

4. Come si crea una rubrica?
I passi suggeriti sono i seguenti:
  • Raccogliere e mostrare esempi di lavori. 
  • Elencare le caratteristiche. 
  • Articolare sfumature della qualità. 
  • Provare ad applicare. 
  • Usare l’auto-valutazione e quella con i pari. 
  • Revisione dell’applicazione. 
  • Valutare come insegnante. 
5. Ambiti in cui l'uso della rubrica è strategico
Vengono indicati i vantaggi che l'uso delle rubriche comporta in determinati ambiti: 
  • garantiscono una maggiore continuità tra ordini di scuola diversi 
  • certificazione delle competenze nell'ambito dell'alternanza suola 
  • lavoro - individualizzazione e personalizzazione dell'apprendimento 
  • miglioramento della qualità complessiva della scuola attraverso la discussione "sull'uso delle rubriche e di un curricolo basato su prestazioni autentiche" 
6. Vantaggi derivanti dall'uso delle rubriche 
  • strumento essenziale per la valutazione autentica
  • sviluppo autonomia cognitiva studenti e capacità di autovalutazione 
  • riduzione tempi e maggiore efficienza del processo valutativo
  • maggiore aderenza alla varietà dei livelli di competenza e conoscenza degli studenti.
Altre Risorse

Emiliano Onori, Valutazione Autentica e Rubric: riflessioni e esempi, Video guida di 27:24 minuti sul tema della valutazione autentica e delle Rubriche di Valutazione.


La Valutazione Autentica, presentazione in 23 slide pubblicata sull'account SlidePlayer di Filippo Salvi.


Alberto Manzi - Lettera agli alunni di quinta elementare: Padroni del vostro senso critico

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La lettera del maestro Manzi ai suoi alunni di quinta elementare scritta in occasione della fine dell'anno scolastico.
Non è mai troppo tardi
"Non è mai troppo tardi"è stato il programma televisivo, andato in onda negli anni sessanta, in cui un maestro, da solo e con tecnologie certo non all'altezza di quelle odierne, ha insegnato a leggere e scrivere a 600.000 italiani analfabeti. Quel maestro si chiamava Alberto Manzi ed è stato protagonista del più ampio e clamoroso caso di alfabetizzazione della storia italiana, una "buona pratica" da prendere in considerazione a proposito del rapporto tra apprendimento e tecnologie di cui oggi tanto si discute. Non è mai troppo tardi fu un modello per il mondo intero, venne ripresa e imitata in altri 72 paesi. Il maestro Alberto Manzi è stato uno dei più grandi italiani del XX secolo. 


Ma il maestro Manzi non è da prendere ad esempio solo per il modello di uso didattico delle tecnologie di cui fu protagonista, ma anche per almeno altri due importanti aspetti: 
  1. Il rapporto tra scuola e società: la scuola deve proporsi di cambiare in meglio il mondo e non limitarsi a integrare lo studente nel mondo del lavoro e conformarlo all'ordine costituito: "volevamo capire se era possibile fare qualcosa, insieme, per sanare le piaghe e rendere il mondo migliore" (A. Manzi, lettera agli alunni di quinta elementare, 1976) 
  2. L'educazione deve mirare a favorire lo sviluppo di teste ben fatte, del pensiero critico: "NON RINUNCIATE MAI, per nessun motivo, sotto qualsiasi pressione, AD ESSERE VOI STESSI. Siate sempre padroni del vostro senso critico, e niente potrà farvi sottomettere. Vi auguro che nessuno mai possa plagiarvi o “addomesticare” come vorrebbe." (Manzi, lettera agli alunni di quinta elementare, 1976)
La lettera agli alunni della quinta elementare
Alberto Manzi è famoso per tanti altri motivi, oltre che per la fortunata trasmissione di cui fu protagonista: scrisse Orzoway da cui fu tratta una serie televisiva, insegna negli istituti di pena, si impegna nella lotta per la scolarizzazione e la libertà delle popolazioni amazzoniche e dei contadini sudamericani. 
Nel 1976 il maestro Alberto Manzi scrive una lettera ai suoi studenti di quinta, quella lettera viene riproposta nel sito di Comune.info in un post del 24 giugno 2014. Molto meglio di un programma ministeriale e di una programmazione didattica. 

Link Utili
1. Wikipedia, Non è mai troppo tardi 
4. Miniserie Rai in due puntate sulla vita del maestro Manzi visibile su RaiPlay

Peergrade: valutare e apprendere collaborativamente

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Chi volesse una sintetica descrizione delle funzionalità e caratteristiche di Peergrade può leggere questo ottimo post di Roberto Sconocchini intitolato "Peergrade: apprendere valutando i propri compagni di classe", in cui viene sinteticamente presentato questo strumento e le sue potenzialità didattiche.

Meta-Valutazione
La capacità di valutare il proprio percorso di apprendimento e i risultati di esso, costituisce una delle più importanti capacità metacognitive per realizzare l'autonomia nell'apprendere. La valutazione cosiddetta formativa, non è infatti relativa al solo esito finale del processo di apprendimento, ma rappresenta un momento che si presenta costantemente nel corso dell'apprendere e che consente di indirizzare tale processo verso gli obiettivi che ci si è posti, tramite continue operazioni di aggiustamento e affinamento del proprio agire cognitivo. 
Intesa in questo senso la valutazione diventa meta-valutazione, insieme delle conoscenze, operazioni, abilità e competenze di ordine valutativo che l'individuo che apprende sviluppa in relazione al proprio apprendimento e che gli consentono di auto-regolarlo.
In ultima istanza è principalmente grazie all'atto del valutare che:
  • si governa il processo dell'apprendere;
  • si esplicitano risorse e criticità in funzione dei nostri obiettivi;
  • si diviene consapevoli delle proprie capacità e limiti;
  • si consegue un apprendimento significativo.
La dimensione della valutazione e dell'autovalutazione formative, non sono valorizzate nell'istruzione tradizionale per vari motivi:
  • limitato tempo a disposizione;
  • prevalere di una didattica trasmissiva, individuale e centrata sul docente;
  • insegnamento e apprendimento;
  • curvatura della pratica valutativa, specie a livello istituzionale, verso strategie di valutazione standardizzata;
  • tendenza del dibattito e della pratica didattica ad assolutizzare un unico aspetto del processo di insegnamento / apprendimento, in genere suggerito da mode e tendenze o da politiche scolastiche, nel quale si cerca poi di ricomprendere tutta la complessità della  formazione. Vedi: didattica delle competenze, pensiero computazionale, etc.
Il processo di apprendimento non è programmabile in astratto e a tavolino, non risponde a una logica  lineare e decontestualizzata, si tratta sempre di un processo complesso e situazionale che richiede un costante intervento di autoregolazione da parte del soggetto, la meta-valutazione, come altre capacità metacognitive, risponde a tale esigenza.


Peergrade
L'idea da cui nasce Peergradeè quella di sviluppare /potenziare la capacità di riflettere sulla propria attività di apprendimento attraverso l'interazione con  i propri pari.
Questo lo schema operativo secondo cui funziona Peergrade ridotto all'essenziale:
  1. Il docente assegna un compito o un'attività;
  2. gli studenti la portano a termine e la postano su Peergrade;
  3. quindi valutano reciprocamente i propri lavori;
  4. infine il docente assegna una sua valutazione finale.
Più in dettaglio Peergrade è una piattaforma freemium "all in one", in quanto integra vari strumenti:
  • realizzazione e condivisione di rubriche di valutazione;
  • sistema di comunicazione tra pari;
  • strumento di assegnazione e consegna di compiti;
  • sistema di valutazione formativa e sommativa.
Il docente crea una rubrica di valutazione che, a seconda dei casi e degli obiettivi, può essere predisposta con la collaborazione della classe. La rubrica verrà condivisa su Peergrade e fornirà agli studenti i termini e criteri del dibattito valutativo. Dopo l'avvenuta consegna dei loro lavori, Peergrade provvederà a distribuirli in modo casuale agli studenti in modo che questi possano valutare i lavoro dei compagni in modo anonimo con consigli, commenti, giudizi, critiche, etc.Questi feedback vengono anche forniti all'autore del lavoro valutato che può rispondere, dando vita  da un dialogo di ordine metacognitivo e valutativo che li sollecita a rendere conto del loro operato e delle loro scelte.
Tale dibattito e i dati statistici forniti da Peergrade, non solo facilitano, ma rendono più efficace la valutazione del docente, fornendogli dati e informazioni che altrimenti sarebbero difficilmente esplicitabili e consentendogli di verificare attendibilità e validità dei criteri di valutazioni su cui è costruita la rubrica. 

Come funziona?
L'uso di Peergrade è abbastanza semplice e intuitivo. Per mostrare tali caratteristiche farò riferimento all'operazione iniziale: assegnazione dell'attività e configurazione delle varie opzioni.
L'assegnazione del compito prevede le seguenti possibilità:
  • definizione data di inizio e consegna dei lavori;
  • indicazione della data iniziale e finale della valutazione tra pari;
  • descrizione dell'attività / compito da svolgere anche tramite un file allegato;
  • indicazione del numero di studenti facenti parte del gruppo dei valutatori;
  • indicazione del numero di lavori che ciascuno studente dovrà valutare;
  • possibilità di autovalutazione.


Account
L'account free fornisce tutti gli strumenti essenziali per utilizzare Peergrade: creazione delle classi, assegnazione e consegna dei compiti, rubrica di valutazione. Principale limite è dato dalla dimensione dei file che si possono allegare che non deve essere superiore a 50 MB per file.
L'account Basic ha un costo di $ 2 per studente all'anno e offre maggiori strumenti: impostazioni di anonimato personalizzate, autovalutazione, anche chi non ha inviato il compito può partecipare alla revisione valutativa.
L'account Pro offre altre funzionalità e ha un costo di $ 5 all'anno per studente.
Chi volesse meglio docu8mentarsi sulla politica dei prezzi di Peergrade può visitare questa pagina (in inglese): Peergrade Pricing.

Tutorial
Non ho trovato video tutorial in italiano, segnalo i seguenti video in inglese (magari da ascoltare attivando sottotitoli, traduzioni automatica in italiano e rallentando la velocità del video).

Demo dal titolo Peergrade - Better Feedback for your students
presentazione delle caratteristiche generali e finalità di Peergrade della durata di 1:57 minuti.


Video tutorial dal titolo Peergrade - How does it work?
Che presenta in 6:58 minuti le principali operazioni necessarie per utilizzare Peergrade.


Uno strumento molto simile a Peergrade è Crowdgrader piattaforma di valutazione tra pari freemium, la versione free è limitata a soli 10 studenti.

La didattica metacognitiva: imparare ad imparare

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Didattica Metacognitiva
La didattica metacognitiva mira a promuovere in chi apprende la capacità di "imparare ad imparare" attraverso l'adozione di tecniche che mirano a sviluppare abilità trasversali che rendano più efficace il processo di apprendimento tramite il controllo e l'autoregolazione dei propri processi cognitivi. Tale approccio richiede che si assume quale oggetto di riflessione critica i propri processi cognitivi: attenzione, memorizzazione, lettura, valutazione, etc.: in modo da monitorare le componenti cognitive dell'apprendere e averne un controllo esecutivo consapevole.


Non solo competenze
In questo periodo in cui il dibattito didattico è centrato esclusivamente sulla didattica per competenze, spesso intesa in modo schematico e riduttivo come mero "saper fare", può essere utile  proporre un percorso teso a illustrare caratteristiche generali e punti di forza di un approccio alla didattica centrato sulla metacognizione.
A questo scopo propongo alcune risorse introduttive e generali che possono costituire un punto di partenza per approfondire il tema della didattica metacognitiva:
  1. un articolo di Immacolata Lagreca intitolato Metacognizione e pubblicato su Educazione&Scuola;
  2. un breve intervento di Claudia Valentini, Imparare ad imparare, pubblicato su Pavone Risorse;
  3. una video lezione della professoressa Rossana De Beni, intitolato "Le basi metacognitive dell'apprendimento" e pubblicato sul canale YouTube di Giunti Scuola in due parti prima parte, seconda parte.

Immacolata Lagreca - Metacognizione

Articolo scritto da Immacolata Lagreca e pubblicato su Educazione&Scuola il 2/4/2018 con il titolo "Metacognizione".
Si tratta di un sintetico compendio che tratta delle origini e finalità della teoria metacognitiva e cerca di definire i principali parametri ed elementi costitutivi di una didattica improntata, sia nell'insegnamento che nell'apprendimento, sulla metacognizione. Molto utile anche la bibliografia per chi volesse approfondire. 
Questo l'indice degli argomenti trattati:
  • Che cos'è la matacognizione
  • Metacognizione e apprendimento
  • Metacognizione e insegnamento
  • Le principali strategie didattiche metacognitive
    • Strategia di selezione
    • strategia organizzativa
    • strategia di elaborazione
    • strategia di ripetizione
  • Bibliografia

Rossana De Beni, video lezione, Le basi metacognitive dell'apprendimento

Una video lezione suddivisa in due parti, dal titolo Le basi metacognitive dell'apprendimento, tenuta dalla prof.ssa Rossana De Boni dell'Università di Padova, in occasione del convegno "In classe ho un bambino che ...", Firenze, 8/9 febbraio 2013.

La lezione della professoressa De Boni offre un'ampia trattazione sul tema della metacognizione nella didattica che introduce alla complessità di tale approccio teorico.
Si parte da una definizione di metacognizione intesa come "Insieme dei processi sovraordinati dell'attività cognitiva, ovvero di quei processi che coordinano l'attività mentale e riflettono su di essa". Tale definizione può essere applicata sia sia alla cognizione fredda (attenzione, memoria, astrazione, etc.), ma anche agli aspetti cognitivi caldi, quali: emozioni, credenze, convinzioni, motivazioni, etc.

Al termine metacognizione viene preferito quello di mentalizzazione perché inclusivo anche di quelle che sono state definite come cognizioni calde, afferenti alla sfera emotivo - motivazionale. La  mentalizzazione è  la traduzione nel mio pensiero delle esperienze cognitive, sia fredde che calde, che nascono dall'interazione  con l'ambiente e con l'altro e che produce conoscenze metacognitive e induce processi di controllo che regolano l'apprendimento.
A partire da questa premessa iniziale, la lezione prosegue per circa un'ora toccando vari punti:
  • i più recenti modelli dell'attività metacognitiva;
  • lo sviluppo metacognitivo a partire da imitazione, rispecchiamento nell'altro, condivisione, gioco simbolico.
  • lo sviluppo metacognitivo nell'apprendimento che si produce a partire dal confronto della mentecon un compito cui deve dare risposta. 

L'apprendimento si costruisce infatti da un confronto continuo della mente con compiti sempre diversi.




Le basi metacognitive dell’apprendimento. Videolezione di Rossana De Beni - 2° parte


Claudia Valentini - Imparare ad imparare

Claudia ValentiniImparare ad imparare, pubblicato su Pavone Risorse nel 2009 è un testo sintetico interamente centrato sul rapporto tra un approccio metacognitivo alla didattica e l'imparare ad imparare. La teoria della metacognizione e le procedure e metodologie che possono essere derivate a essa, costituiscono un fondamentale producono lo sviluppo di abilità relativa alla sfera del saper essere e favoriscono il processo di sviluppo del soggetto tramite la formazione continua.
La conoscenza delle proprie modalità di apprendimento garantita dalle strategie metacognitive promuove l'imparare ad imparare tramite due principali costrutti:

  • il monitoraggio delle componenti cognitive 
  • il controllo esecutivo



da Claudia Valentini,Imparare ad imparare, Pavone Risorse



Thinglink - Webinar: Pratiche didattiche con Thinglink 360° - Astrid Hulsebosch

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Webinar su come utilizzare nella didattica ThingLink 360° 
per insegnare e apprendere conimmagini virtuali e immersive. 
7 docenti intervengono per illustrarele loro esperienze.
Invito a partecipare al ThingLink Teacher Challenge 2018. 
3 Videotutorial per apprendere in pochi minuti ad utilizzare 
ThingLink 360°
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Webinar Thinglink 360° Pratiche Didattiche
Il 19/06/2018  dalle ore 21:00 alle 23:00 si è svolto il Webinar "Thinglink 360° Pratiche Didattiche" dedicato a illustrare le potenzialità didattiche della modalità di utilizzo di Thinglink VR perseguito da Astrid Hulsebosch che insieme ad Elita Serrao ha coordinato gli interventi dei numerosi relatori, era quello di offrire una panoramica di questo strumento in azione, illustrando cioè diverse esperienze educative basate sul suo utilizzo.
Si è trattato di un'ottima scelta, poiché limitarsi a una trattazione tradizionale, tesa a mostrare le modalità tecniche di funzionamento di Thiglink 360°  and VR Images, sarebbe stato riduttivo e non avrebbe consentito di valutare appieno le potenzialità e valenze educative di questa applicazione estremamente versatile.

Gli Interventi
I vari relatori hanno infatti parlato di come hanno utilizzato Thiglink VR  con i loro studenti per promuovere in situazioni didattiche reali, progetti e attività educative complesse.
Questo ha consentito di rendere questo webinar un efficace strumento di diffusione di buone pratiche assumibili come modello da esportare, adattandolo alle  diverse esigenze in cui operano docenti e studenti di ogni grado di scuola.
Questi gli interventi che si sono succeduti nel corso del Webinar:
  1. Astrid Hulsebosch, Humanity House, un viaggio esperienziale, mettiti nei panni di un rifugiato
  2. Luca Paolini, Quasi Santi
  3. Ornella Cappuccini, Shopping / Einkaufen, apprendimento linguistico conm la realtà virtuale
  4. Maria Dente, Semplice Escape Room
  5. Romea Canini, Alla scoperta dell'antico Egitto, 
  6. David Del Carlo, Ravenna Virtual Tour
  7. Paolo Salanitri, Vulcanesimo secondario, Le Salinelle di paternò (CT)
Ciascuno di questi insegnanti ha:
  • mostrato il risultato finale del lavoro portato avanti con gli studenti;
  • spiegato processo e passaggi tramite è stata realizzata l'esperienza educativa con Thinglink;
  • illustrato il significato didattico dell'utilizzo di questa tecnologia.
Molto efficace anche la scelta di smontare il video del webinar nei vari interventi costitutivi, ritagliandoli come video autonomi e inserendoli in un Thinglink bidimesionale in modo da creare un percorso di navigazione più facilmente fruibile fruibile e offrendo un ulteriore esempio delle interessanti applicazioni di questo strumento alla comunicazione didattica.

Questo il link diretto al Thinglink contenente gli interventi del webinar: Thinglink 360° Pratiche Didattiche

Thniglink Teacher Challenge
Chi volesse può partecipare al ThingLink Teacher Summer Challenge 2018, quinta edizione della sfida annuale degli insegnanti di ThingLink. La sfida è concepita come occasione per condividere e sperimentare insieme l'uso di ThingLink a cui sono invitati gli educatori di tutto il mondo e consiste nel creare storie immersive a 360° e in movimento. 
Al link precedentemente riportato troverete informazioni e istruzioni per partecipare.

Guide e Video tutorial
Chi volesse apprendere che cos'è e come si realizza una realtà virtuale utilizzando Thinglink e caricandovi un'immagine a 360°, può utilizzare i seguenti video tutorial realizzati da Astrid Hulsebosch.

Come creare una realtà virtuale con Thinglink
Si tratta di un video di circa 6 minuti che costituisce un'introduzione generale e una spiegazione delle principali funzioni di Thinglink 360à.
Queste le procedure illustrate:
  • la risoluzione dell'immagine che dobbiamo utilizzare;
  • impostazioni dell'immagine
  • caricamento audio
  • posizione iniziale di navigazione dell'utente
  • aggiungere tag e tag personalizzati
  • editor tag
  • opzioni di condivisione


Mini tutorial Thinglink 360°
Si tratta di un tutorial di circa 3 minuti grazie al quale apprendere l'uso di Teleport, la libreria di immagini a 360° che Thinglink mette a disposizione dei suoi utenti. Una volta individuata l'immagine che ci serve dovremo:
  • clonarla;
  • etichettarla (labeling);
  • potremo inoltre caricare audio.


Nel tutorial di si spiega in circa 3 minuti come reperire immagini a 360° utilizzando Street View e Pano Fetch. Le immagini potranno essere poi utilizzate con ThingLink VR o per altri utilizzi di realtà aumentato o virtuale per cui sono necessarie. 
La procedura è abbastanza chiara:
  1. con google Street View troviamo l'immagine a 60° che ci interessa
  2. con Pano Fetch salviamo l'immagine 
  3. quindi possiamo utilizzarla per le nostre esigenze, per esempio realizzare un ambiente 3D con Thinglink VR

La riforma europea del copyritght e la difesa del diritto di Link, una guida

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Cosa succede?
Dal settembre 2016 la commissione giuridica della UE (JURI) lavora ad un progetto per la riforma del copyright la cui approvazione è slittata dal 5 luglio del 2018 a settembre dello stesso anno a causa delle polemice sollevate soprattutto da due articoli:
  • articolo 11: la cosiddetta Link Tax, riguarda gli editori e il giornalismo online e impone il pagamento dei diritti d'autore alle piattaforme che utilizzano link ad articoli di giornali online (snippet);
  • articolo 1: che riguarda i contenuti artistici e prevede la creazione di un filtro automatico che impedisca la pubblicazione da parte degli utenti di contenuti che violino il copyright.
Chi volesse chiarimenti sull'esatto significato di questi articoli e sulle posizioni di contrari e favorevoli, può documentarsi a questo link che sebbene tratti molto sinteticamente il problema e non dia esattamente conto di quello che sta accadendo, ad esempio è dubbio che da un punto di vista giuridico si tratti realmente di una questione di copyright, permette di familiarizzare con la terminologia e gli aspetti tecnici: Vocabolario minimo per capire il dibattito su link tax e riforma del copyright.

Il progetto europeo
Il progetto europeo di riforma del copyright, DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIOsul diritto d'autore nel mercato unico digitale, è un documento di 33 pagine che si propone di conseguire tre obiettivi:
  • garantire una più agevole accesso ai contenuti, 
  • rendere il mercato digitale conforme al diritto d'autore
  • adattare le eccezioni al diritto d’autore all'ambiente digitale.
In realtà si tratta di una serie di disposizioni finalizzate a garantire ai titolari dei diritti d'autore i profitti per i contenuti pubblicati in rete, scritta unicamente al fine di tutelare gli editori tradizionali contro i nuovi modelli di business e informazione presenti in Internet e non tutela affatto né gli autori, né gli utenti, ma solo e unicamente gli editori.

Non solo "censura", ma un tentativo di difendere il monopolio della comunicazione
Da diverso tempo le UE, gli stati e i detentori del potere mediatico tentano di ostacolare, per quanto possibile, il potere della rete di realizzare un'intelligenza collettiva in cui tutti possono creare e condividere liberamente informazioni e conoscenze secondo una logica collaborativa e sociale e continuare a imporre il monopolio sull'informazione e il sapere. Il Link è il cuore stesso di Internet e del Web, la rete è tale proprio perché si caratterizza come una struttura di hyperlink.
Già con provvedimenti che giustificati con la tutela della privacy, come il GDPR, si sono introdotte limitazioni burocratiche alla libera pubblicazione di contenuti da parte degli utenti con la scusa di tutelarli.
Lo scopo reale è quello di fare in modo che le pecore restino pecore ubbidienti all'abbaiare dei cani e alla guida del pastore. 

Un Web senza link? Salviamo i link
In questo breve video intitolato Un Web senza link? Salviamo i link, si spiega molto schematicamente quanto sta accadendo. Per la visione del video attivare i sottotitoli e scegliere la traduzione in italiano.
Questa le parole che accompagnano il video: "Immagina un mondo senza link. Questo è ciò che accadrà se i lobbisti dei grandi media riusciranno a conseguire il loro scopo. Aiutaci a difendere il diritto al link"


La tassa sui link a favore degli editori è sbagliata
Un esame specialistico e approfondito del progetto europeo di riforma del copyright teso ad evidenziarne i limiti era già stato pubblicato su la Valigia Blu il 29/08/2016 da Bruno Saetta con il titolo "Europa, una tassa sui link a favore degli editori. Perché è sbagliata". Dal momento che poco o niente è cambiato da quella data, esso risulta ancora attuale e lo ripropongo.
L'articolo è molto lungo e complesso e richiede una lettura attenta.
Alla luce della mia ignoranza giuridica, segnalo alcuni temi che mi sono sembrati interessanti:

  • dove questa disposizioni simili sono già state introdotte (Spagna e Germania) hanno danneggiato gli editori, specialmente quelli piccoli, diminuendo il traffico verso i loro siti e quindi anche le loro entrate, al punto che gli editori hanno fatto marcia indietro;
  • Più che una questione di diritto d'autore si tratta dell'imposizione di un nuovo diritto concesso agli editori con l'introduzione di un neighbouring right for publishers (diritto connesso per gli editori);
  • Il pericolo, in prospettiva, è che sarà messo nella mani degli editori tradizionali il potere di controllo dei contenuti che circoleranno in rete, di fatto la negazione della rete come intelligenza connettiva e collettiva, libera creazione e produzione di sapere e informazione.
Interessanti anche le considerazioni di Bruno Saetta su quali siano i presupposti teorici e la concezione della rete che stanno a fondamento di questa strategia. Internet viene infatti concepito dalle autorità europee, in piena sintonia con gli editori tradizionali, come un canale di distribuzione tradizionale lineare per diffondere i contenuti dei produttori (gli editori) verso i consumatori, secondo lo schema unidirezionale: artista > produttore > consumatore.
In realtà Internet non è questo e non funziona in questo modo. L'ecosistema del web è multidimensionale, reticolare e acentrato, basato sulla condivisione e la pubblicazione di UGC o contenuti generati dagli utenti. Tale modello offre vantaggi sia agli autori che agli utenti, ma danneggia gli editori tradizionali che vorrebbero difendere i loro interessi a danno della comunità e della struttura stessa del web ostacolando il pluralismo e la libertà di espressione.


Una direttiva contro il mondo che cambia
Un articolo interessante è la doppia intervista con cui la redazione di Ingenium da conto della riforma europea sul copyright il cui senso ultimo consisterebbe nell'essere "una direttiva contro ilo mondo che cambia". 
L'articolo è intitolato Riforma del Copyright tra vizi, virtù e incertezze e propone un'intervista a Carlo Piana, esperto di diritto digitale e un'altra a Stefano Epifani, presidente del Sigital Transformetion Institute e che riporta il messaggio di Wikipedia Italia, oscurata nei giorni in cui la direttiva è stata discussa dal parlamento europeo:
Tale direttiva, se promulgata, limiterà significativamente la libertà di Internet. Anziché aggiornare le leggi sul diritto d’autore in Europa per promuovere la partecipazione di tutti alla società dell’informazione, essa minaccia la libertà online e crea ostacoli all’accesso alla Rete imponendo nuove barriere, filtri e restrizioni. Se la proposta fosse approvata, potrebbe essere impossibile condividere un articolo di giornale sui social network o trovarlo su un motore di ricerca. Wikipedia stessa rischierebbe di chiudere“.
Entrambi gli esperti forniscono un giudizio sostanzialmente negativo della riforma europea e sollevano ulteriori questioni, come il diritto di panorama (Carlo Piana), reso sempre più problematico e vano da riforme e leggine varie o gli articoli 11 e 13 del testo della direttiva che minerebbero alle basi la struttura stessa della rete. "Pagare per una citazione non è difendere il diritto d’autore, ma un tentativo disperato di fermare il vento con le mani" (Stefano Epifani).
In generale si tratta di un articolo interessante che chiarisce alcuni aspetti tecnici e rimanda a diversi link che consentono a tutti di farsi un'idea più precisa di quanto c'è in gioco.

La mutazione genetica del Copyright
Nell'articolo di Marco Scialdone, pubblicato su Agenda Digitale con il titolo Riforma copyright, come tutelare due diritti: di innovare e di creare, si discute soprattutto della "link tax" (art. 11) e della "censorship machine" (art. 13). La tesi e che si stia artatamente trasformando e stiracchiando l'ambito del copyright al solo scopo di tutelare i profitti delle lobby dei media tradizionali facendo si che le loro perdite causate da internet siano pagate dagli utenti e dalle aziende del web. 
L'art. 11è una vera e propria tassa in quanto non ha niente a che fare con il diritto di riproduzione su cui si fonda il diritto d'autore. Gli algoritmi si limitano a indicizzare in contenuti pubblicati in rete e ne offrono un'anteprima ai lettori / utenti, non riproducono questi contenuti, ma rimandano ad essi come il sistemi di indicizzazione (per autore, per argomento, etc.) di una tradizionale biblioteca. 
Pensate a come sarebbe assurdo far pagare i diritti d'autore a chi ha compilato gli indici che si consultano per trovare un libro in una biblioteca cartacea, la link tax è questo. 
Altro fattore importante è che questo potrebbe essere solo l'inizio di un processo di irreggimentazione del web, un precedente cui si farebbe ricorso per introdurre ulteriori limitazioni agli utenti e alla loro libertà di espressione e pubblicazione.

Conclusione desolante
Link Tax, GDPR, censorship machine e altre iniziative di questo genere rivelano la verità: il maggior pericolo per l'Europa non sono i sovranismi o il populismo ma la Comunità europea,l i suoi organi istituzionali e la sua politica che producono questo effetto: rendono intollerabile agli europei l'idea di Europa, di questa Europa non si sente il bisogno, anzi ....

Linkografia
  1. Bruno Saetta, Europa, una tassa sui link a favore degli editori. Perché è sbagliata, La Valigia Blu;
  2. UE - JURI, DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIOsul diritto d'autore nel mercato unico digitale;
  3. Arcangelo Rociola, Vocabolario minimo per capire il dibattito su link tax e riforma del copyright, agi;
  4. redazione Ingenium, Riforma del Copyright tra vizi, virtù e incertezze, Intervista a Carlo Piana e Stefano Epifani sulla direttiva europea sul diritto d'autore, Ingenium;
  5. Marco Scialdone, Riforma copyright, come tutelare due diritti: di innovare e di creare, Agenda Digitale.

Web Learning con Weebly Education - Siti e Blog per docenti e studenti

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La frontiera digitale nella formazione non è data dalle tecnologie e dagli strumenti digitali in quanto tali, ma dal web come risorsa per apprendere e costruire la conoscenza. L'esigenza di disporre di strumenti editoriali che consentano di pubblicare sul web contenuti e di valorizzare il web come risorsa per gestire i processi di sviluppo delle conoscenze e competenze, richiede che si individuino mezzi di scrittura multimediale e ipertestuale che siano semplici da utilizzare, sicuri e possibilmente gratuiti.

Il rischio di utilizzare una miriade di applicazioni web per la produttività è che poi i contenuti prodotti si trovano dispersi in decine di account e siti differenti e in questo modo diventa difficile gestirli e anche solo visualizzarli. 
Una possibile soluzione può essere quella di predisporre uno spazio cui gli studenti possano fare riferimento come porto sicuro per la loro navigazione nell'oceano del web. Questo spazio dovrebbe possedere le caratteristiche del sito classico, contenitore / archivio di contenuti, ma anche del blog per quanto concerne la possibilità e facilità di aggiornamenti, anche quotidiani e l'interattività, come la possibilità di postare commenti e avviare e gestire discussioni.
Inoltre sarebbe utile disporre di strumenti di amministrazione, di tutela della privacy e della sicurezza, di gestione rapida dei contenuti, in modo da trasformare questo spazio in un ambiente di apprendimento per la comunicazione, la documentazione, la gestione della classe e dei percorsi educativi degli studenti.


Weebly for Education
Weebly ha da tempo sviluppato una proposta per il mondo educativo nota come Weebly for education che fornisce strumenti per creare e gestire siti e blog didattici. È un ambiente freemium, sostanzialmente free, infatti, a differenza degli altri piani di abbonamento offerti da Weebly, Weebly for education offe gratuitamente molte funzionalità tipiche di un account PRO, come:
  • spazio di archiviazione illimitato;
  • nessun limite al numero di pagine pubblicabili;
  • nessun limite alla larghezza di banda;
  • nessuna pubblicità;
  • 40 account studente inclusi nella versione free
Qualora si avesse la necessità di gestire più account riservati agli studenti si devono pagare $ 10.00 per 10 account studente. Naturalmente è possibile passare alla versione PRO e disporre di funzionalità più avanzate. In questo caso il costo è di $ 40.00/anno, prezzo abbastanza vantaggioso se si pensa che la versione starter per uso personale ha un costo di 7/mese e quella PRO di € 11,00/mese. Qui le tariffe standard di Weebly.

Facilità di utilizzo e di composizione
Weebly si basa su una logica d'uso estremamente semplice in quanto l'editor di siti/blog è basato su:
  • interfaccia grafica 
  • Drag & Drop (trascina e rilascia) 
  • modelli predefiniti e personalizzabili per quanto concerne impaginazione e grafica.
Tutto quello che dobbiamo saper fare è trascinare nella posizione che desideriamo l'elemento che ci interessa (testo, video, audio, immagine, etc.). Si tratta di una caratteristica tipica di questi strumenti e che non possiede solo Weebly ma rappresenta ormai uno standard. Non è un aspetto da sottovalutare dal momento che, contrariamente a quanto molti credono, docenti e studenti non devono diventare docenti digitali e studenti digitali, ovvero specialistici informatici, ma devono avere a disposizione strumenti che consentano loro di tradurre e sviluppare sul web le proprie esigenze di insegnamento e apprendimento.
Quindi Weebly:
  • si impara facilmente:  non richiede una lunga e faticosa fase di addestramento;
  • si uso rapidamente: realizzare u sito /blog con Weebly è un processo piuttosto immediato.
Sicurezza e Privacy
A cause delle norme sempre più stringenti e vessatorie sulla privacy diventa sempre più complesso utilizzare il web a scopo formativo sia che si vogliano pubblicare i contenuti realizzati dagli studenti, sia che si voglia documentare l'attività svolta in aula. Weebly for education offre un ambiente protetto e relativamente sicuro, il docente può infatti:
  • proteggere con password tutti i siti degli studenti;
  • decidere quali siti sono privati e quali pubblici;
  • controllare e monitorare il comportamento degli studenti;
  • controllare tutti gli account degli studenti decidendo chi può modificare un sito.
Per ulteriori dettagli su come comportarsi con Weebly in relazione al GDPR e possibile consultare la pagina: GDPR FAQ, magari utilizzando la funzione di traduzione automatica del vostro browser.

Flessibilità e interattività
Weebly riunisce insieme le funzionalità del sito e del blog. All'interno di un sito realizzato con Weebly si possono infatti creare un numero illimitato di blog che possono essere gestiti dagli studenti in modo che, per esempio, ogni singolo studente possa avere un proprio blog. Anche la gestione del sito è molto semplificata e questo consente di aggiornarlo rapidamente, anche quotidianamente, in modo da poterlo utilizzare per tutte le esigenze del processo di insegnamento e apprendimento come: 
  • pubblicazione lezioni, 
  • comunicazione con le famiglie, 
  • gestione attività; 
  • documentazione progetti e iniziative;
  • comunicazioni alla classe;
  • pubblicazione moduli di apprendimento.
Inoltre ogni blog presente entro il sito web può supportare un numero illimitato di commenti discussioni che possono essere moderate e questo conferisce un minimo di interattività e dialogo.
È anche possibile configurare le opzioni per le discussioni che possono essere aperte o chiuse, moderate o libere, protette dallo SPAM (CAPTCHA) e si può anche fissare una durata della discussione fissandone la scadenza temporale.

Multimedialità
Popolare sito e blog di contenuti multimedialiè molto semplice, è sufficiente trascinare e rilasciare l'elemento che vogliamo inserire e che può essere caricato dal nostro PC o dal Web, in questo modo possiamo avere: immagini, video, audio, mappe, slideshow, documenti, gallerie fotografiche, etc.
A questo si deve aggiungere la possibilità di disporre di modelli, sfondi, temi, strutture tra cui scegliere e che permettono di ottenere siti e blog graficamente efficaci e usabili. Inoltre i modelli possono essere personalizzati e si possono creare anche dei propri modelli con HTML e CSS (per chi li sa usare).

Tutorial
I video tutorial in italiano dedicati a Weebly sono molto datati e non sono realizzati da insegnanti, né realizzati per mostrare un utilizzo eminentemente didattico di Weebly. Tra quelli che ho visionato, propongo quello realizzato da Marco Savigni che risale al marzo del 2015 e che mostra come si realizza un sito con Weebly.



Più recenti ed espressamente indicati per chi voglia utilizzare Weebly nella didattica i tutorial di Richard Byrne, che sono in inglese ma che risultano abbastanza semplici da seguire aiutandosi con i sottotitoli o rischiando la traduzione automatica.

Richard Byrne, Getting Starded With Weebly for Education, iniziare ad utilizzare Weebly per l'Educazione, 29/08/2017


Molto utile anche un altro video tutorial di Richard Byrne del 28/01/2016, che spiega come creare un blog di classe con Weebly per l'Educazione. Richard Byrne, How to create a Classroom Blog on Weebly for Education, durata 8:42 minuti.

Nuove Tecnologie? La voce e la radio - 1^ Parte

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L’utilizzo didattico delle tecnologie deve puntare su tecnologie semplici e versatili come la Web Radio
Dovendo ragionare di utilizzo didattico delle tecnologie occorre spogliarsi dei panni del tecnologo e indossare quelli dell’insegnante, occorre specialmente evitare l’effetto “Wow”, tipico del marketing emozionale, nella scelta della tecnologia più mirabolante e avveniristica, spesso del tutto inutile sul piano didattico.

Dalle TIC alle TAC
In gioco vi è non l’integrazione della didattica nelle tecnologie, ma esattamente il contrario, sono le tecnologie a dover essere ricondotte nell'ambito della didattica. Non è raro, invece, che si assista esattamente al “movimento” contrario, la meraviglia per quanto viene, ormai quotidianamente, proposto dalla ricerca e dal mercato in fatto di novità hi-tech, accende l’entusiasmo di molti che si ingegnano di trovare il modo per inserire forzatamente in ambito educativo quella tecnologia. Il risultato è che la didattica viene subordinata e piegata alle esigenze e caratteristiche della tecnologia.L’approccio più corretto è quello che muove dal contesto concreto in cui si sviluppa il dialogo formativo e si incammina verso la scelta delle tecnologie funzionali a quel contesto, prevedendone le ricadute nella didattica e provvedendo a modificare nel modo opportuno l’ambiente di apprendimento al fine di sfruttarne le potenzialità nel modo più efficace.
Si tratta quindi di passare dalle TIC o Tecnologie della Informazione e Comunicazione; alle TAC, le Tecnologie dell’Apprendimento e della Conoscenza. Ciò significa che al centro della ricerca e della pratica didattica deve essere posto il problema di come apprendere con le tecnologie, non di come apprendere le tecnologie
Diventano in questo modo significativi problemi quali: 
  • siamo in grado io e i miei studenti di utilizzare questa tecnologia? 
  • Può esserci d’aiuto nell’affrontare i nostri problemi? 
  • Offre delle soluzioni che in altro modo non sono conseguibili? 
  • Quali requisiti richiede il suo uso? 
  • Favorisce finalità e obiettivi del processo formativo che abbiamo posto in atto? 
  • È in grado di favorire negli studenti lo sviluppo di capacità quali l’apprendere in modo autonomo, il pensiero critico, la creatività, etc.?
    Corollari
    Il primo corollario che deriva da questa impostazione è che sono da preferire quelle tecnologie che per la loro semplicità e facilità di utilizzo non richiedano di trasformare docenti e studenti in specialisti o di rivoluzionare, un giorno si e l’altro pure, il loro modo di insegnare e apprendere. Cercare di stare dietro alla vertiginosa corsa delle tecnologie non porta lontano, prima o poi si stramazza al suolo esausti. Secondo corollario è che sono da preferire le tecnologie più versatili, quelle che presentano una potenziale gamma di applicazioni più ampia e il cui uso si adatta alle più varie circostanze. Insomma, se fossimo in cucina, meglio il prezzemolo del “pandan” o dei “semi di annato” (esistono, sono delle spezie molto esotiche).
    Riepilogando:

    • Se imparare ad usare uno strumento diventa un problema più grande di quello che che vorresti risolvere usando quello strumento, allora cambia strumento.
    • Se uno strumento ti serve una volta sola (o poche volte) allora chiedilo in prestito o fai fare il lavoro a un altro che lo sa già fare e lo farà meglio di te.
    Un esempio? Tagliare le patate con una fresatrice
    Utilizzare il coding per insegnare ai bambini della primaria alcune regole grammaticali di base o le operazioni elementari sui numeri o per disegnare (pixel art), sarebbe come usare una fresatrice per tagliare le patate da friggere, ci sono modi molto più semplici, rapidi ed efficaci. Il coding va utilizzato in contesti specifici e consegue i migliori risultati se impiegato da docenti e formatori che possiedono altrettanto specifiche competenze ed esperienze. Penso ai lavori di Salvo Amato o di Alfonso D’Ambrosio, che seguo da tempo e che riescono ad ottenere ottimi risultati con il coding.


    La voce: una tecnologia semplice e potente

    Se la filosofia nasce dalla meraviglia, cosa desta più meraviglia della voce? Si tratta del più potente mezzo di comunicazione che possediamo, si presta a multiformi usi, è in grado di “implementare” interattività e dialogo, non richiede dispositivi o abbonamenti ma è free, si può utilizzare ora e subito, il suo uso non necessita di lunghi corsi di aggiornamento, è multimediale e transdisciplinare, può essere analogica e digitale, ottima per lo storytelling o il pensiero creativo, ma anche per la logica e la matematica, e si potrebbe continuare con questa specie di gioco che non è solo un gioco. D’altra parte se è vero che dopo cielo e terra dio creò la luce, per farlo dovette usare la voce: «Dio disse: “Sia la luce”. E la luce fu.»

    Il Podcast: la radio attraverso il web
    Tecnicamente il Podcast è quell’insieme di tecnologie e procedure che consentono di scaricare automaticamente dei file di vario formato dal web tramite feed RSS. Qui lo intenderemo nel significato di trasmissioni radio diffuse attraverso la rete.
    Dopo questo post introduttivo, proporrò un percorso in cui cercherò di mostrare l’efficacia dell’uso del Podcast nella didattica, fornirò materiali e risorse per meglio documentarsi su questa metodologia, presenterò due applicazioni web freemium che consentono di realizzare trasmissioni radio da distribuire tramite la rete: PodomaticSpreaker.
    Soprattutto inviterò tutti a riflettere sull’importanza dell’educare a parlare ed ascoltare.


    Nuove Tecnologie? La voce e la radio – 2^ Parte - Il Podcast

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    Cos’è il podcast e come utilizzarlo nella didattica?

    Obiettivo di questa seconda parte del mio intervento su “La voce e la radio”, è chiarire cosa sia il Podcast e come sia possibile utilizzarlo nella didattica. A tale scopo presenterò un percorso teorico e pratico in cui verranno proposte risorse video, documenti ed esempi che, spero, potranno aiutarci a mettere a fuoco la versatilità ed efficacia di questo strumento sul piano formativo. 

    Il post è diviso in due parti: A. la teoria e la ricerca; B. La pratica


    A. La teoria e la ricerca
    In questa prima parte del percorso proporrò due documenti che introducono la tematica del podcasting a scuola intrecciando strettamente indicazioni pratiche e strumenti teorici. Si tratta di un saggio di Alberto Pian e di un Webinar di Paolo Aghemo.

    1. Primo passo: Alberto Pian: Podcasting e didattica
    Alberto Pian ha insegnato in ogni ordine e grado di scuola, dalle elementari all’università. Si è sempre occupato di didattica e pedagogia, in particolare è noto per le ricerche ed esperienze condotte su storytelling, gamification e podcasting. Tra i primi ad occuparsi di podcast e didattica, è stato un pioniere in Italia nella sperimentazione del’utilizzo formativo del podcasting.
    Il suo primo lavoro, “Podcast a scuola” costituisce il primo passo in questo percorso teso a chiarire la natura della web radio e l’integrazione nella didattica di questo strumento. Grazie alla gentilezza e disponibilità dell’autore, il saggio è liberamente scaricabile in formato PDF grazie al seguente link: Alberto Pian Podcast a scuola.
    “Podcast a scuola” è il primo lavoro in cui Alberto Pian affronta in modo sistematico il tema del podcasting e delle potenzialità didattiche che si aprono con la trasmigrazione della radio nel web. Nonostante il libro sia del 2005, l’impianto teorico e l’esame del contesto storico e culturale del fenomeno “radiofonico” e della sua implementazione nel web, rimangono tuttora validi.

    1.1. Cultura Convergente e didattica multicanale
    Dell’analisi di Pian vorrei mettere in evidenza due punti che mi hanno particolarmente interessato e che forniscono strumenti per comprendere anche l’attuale dibattito incentrato sui concetti di “cultura convergente” e “transmediale”.

    Il primo punto, interessante e molto attuale, consiste nell’esame della dinamica evolutiva del sistema della comunicazione che, secondo Pian, muove verso l’integrazione fra i diversi media, ma anche tra i diversi codici semiotici; la contaminazione tra generi e formati comunicativi (fumetto, blog, libro, articolo, dibattito, radiodramma, cronaca, reportage fotografico, etc.) e la comunicazione multicanale.

    Il secondo aspetto di interesse è dato dai riferimenti continui al mondo della scuola e all’uso che in esso è possibile fare della radio attraverso il podcasting. Il discorso, pur sintetico, si sofferma sui vari aspetti e possibilità che il podcasting apre:
    • la riduzione radiofonica di diversi generi (dramma, fumetto, etc.) inoltre l’approccio di Pian
    • la capacità del Podcast di “fare da ponte” tra tecnologie digitali” e tradizionali, mescolando: audio, video, testo, immagine;
    • la possibilità di porre in sinergia formati differenti grazie alla costruzione di palinsesti articolati e complessi (blog, articolo libro, dibattito, fumetto, racconto, musica, canzone, filastrocca, etc.);
    • la mobilità e “semplicità” del medium radiofonico e del podcasting, che conferisce ad esso maggiore libertà sia nella creazione dei contenuti che nella loro fruizione;
    • la facilità d’uso di questa tecnologia che rende tutti i fruitori anche autori;
    • la conseguente funzione di supporto alla nascita e crescita di molteplici comunità di interesse, anche di ridotte dimensioni, che danno vita a una interazione comunicativa e dialogica in cui si sostanzia l’intelligenza collettiva della rete.
    1.2. Integrazione del Podcast nella didattica
    Sul piano più strettamente didattico, Pian sottolinea come il lavoro di creazione e gestione di un Podcast offra spazio a una modalità di progettazione e lavoro ben diversa da quella fondata sulla progettazione ingegneristico – tayloristica. La realizzazione di un palinsesto o programma o episodio, pur necessitando di strumenti tradizionali di progettazione, valorizza la creatività e il lavorare per problemi.
    Interessanti anche gli spunti offerti riguardo alla necessità di delimitare l’ambito di un podcast e definirne la funzione, si tratta di un momento chiave, in quanto solo portando a termine con successo queste operazioni, si garantisce una efficace integrazione della tecnologia del Podcast nella didattica, rendendo questa tecnica uno strumento di crescita formativa e conoscitiva ma anche di maturazione di competenze e abilità fondamentali. A questo proposito, occorre evidenziare come il discorso di Pian, trascenda l’ambito del Podcast e offra un modello generale di integrazione delle tecnologie nella didattica cui ci si può rifare anche in altri campi, evitando il “riduzionismo tecnologico“, ovvero quel fatale errore che consiste nel ridurre la didattica alla tecnologia.
    1.3. Didattica con il Podcasting
    Chi volesse conoscere i più recenti risultati del lavoro di Alberto Pian può leggere il suo saggio Didattica con il Podcasting (Manuali Laterza, 2012) di cui segnalo questa recensione comparsa su radiospeaker: Didattica con il Podcasting: il manuale di Alberto Pian. Consiglio anche la pagina web dedicata al libro nel sito dell’editore.

    2. Secondo passo: Paolo Aghemo, Narrazione digitale con il podcast
    Come secondo passo propongo un recente Webinar tenuto da Paolo Aghemo per l’associazione Flipnet il 22/03/2017. Si tratta di un’ottima introduzione all’utilizzo della narrazione digitale nella didattica con particolare riferimento al Podcast audio di cui Paolo Aghemo illustra in modo chiaro e con competenza caratteristiche, vantaggi, modalità di impiego e istruzioni per l’uso.

    2.1 Narrare con il podcast
    In sintesi, l’intervento di paolo Aghemo, sottolinea come il podcasting costituisca una delle più efficaci modalità per la narrazione digitale. Tramite la narrazione e il pensiero narrativo avviene la costruzione della identità individuale e dell’esperienza del mondo e degli altri e il racconto costituisce il fondamento dell’intelligenza e un passo fondamentale dello sviluppo cognitivo (Schank).
    Queste alcune delle idee e indicazioni tra le più significative presentate nel webinar a proposito del nesso tra podcasting e narrazione:
    • Secondo Bruner – e non solo – la narrazione è una delle fondamentali modalità di trattazione di un argomento insieme a quelle logico – quantitativa; filosofico – concettuale; estetico – sensoriale; esperienziale.
    • Favorise il passaggio dalla ricettività passiva all’autorialità aperta a tutti grazie al digitale.
    • È strumento fondamentale per la crescita culturale, personale e collettiva, all’interno di un ambiente di apprendimento costruttivo e collaborativo.
    Aghemo si sofferma quindi sulle varie fasi di realizzazione di un progetto di digital storytelling e quindi passa a trattare il podcast audio soffermandosi su:
    • le varie tipologie di narrazione;
    • i passi per mettere in pratica il Podcast: copione o storyboard; Format della trasmissione (intervista impossibile, trasmissione in seconda lingua, cronaca e news, radio talk, musicale, lezioni, etc.)
    • tempi – durata: dai 2 minuti (infanzia) ai 10 minuti (scuola secondaria di secondo grado) struttura clock trasmissione: jingle iniziale e finale (stacchetto musicale), introduzione trasmissione (effetto speciale) nucleo trasmissione, (stacco musicale) – nucleo trasmissione (stacco musicale) – conclusione
    • il software e l’hardware per il podcast: interessanti, tra le applicazioni segnalate Spreaker e Podomatic di cui vengono illustrate caratteristiche e funzionalità. Segnalati anche Vocaroo e Audioboom.
    B. E la pratica …
    L’utilizzo di una Radio Web come strumento per la didattica è ampio quanto quello della voce: tutto ciò che si può fare con la voce si può fare con una web radio. Una web radio è un ambiente web in cui si possono:
    • pubblicare file audio (Mp3, Mp4),
    • archiviarli ordinatamente,
    • offrirli tramite feed Rss agli abbonati,
    • accompagnarli da una serie di informazioni supplementare (descrizione, tag, )
    • commentarli e avviare una discussione,
    • realizzare in diretta una trasmissione,
    • creare una comunità di follower e following.
    Si ha a disposizione un portale che può supportare numerose attività didattiche proprio per il carattere versatile e semplice di questa tecnologia, questo un elenco delle attività possibili:
    • Storytelling: racconto, intervista, intervista impossibile, cronaca immaginaria, dialoghi immaginari, alterazione di opere (prologhi, finali alternativi e spin off)
    • Risorse Didattiche: registrazione lezioni, audio appunti / riassunti, discussioni in aula, messaggi agli studenti, correzione / feedback,
    • Radiocronaca: eventi, esperienze / uscite didattiche, attività formative (laboratorio, lavori gruppo), documentazione viaggi istruzione, documentazione progetti e attività
    • Recitazione: poesie, fiabe, racconti, audio libri, canti, radio dramma, auto e pseudo biografia,
    • Giornalismo: reportage / inchiesta, intervista, radio talk, giornale radio, etc.
    • e ancora: audio presentazione, divulgazione, testimonianze.

    2. Alcuni esempi e casi …
    Grazie all’opera pionieristica di Alberto Pian e alle iniziative dal basso di tanti docenti e studenti, l’uso delle web radio nella scuola è piuttosto diffuso e si trovano numerosi esempi e casi paradigmatici cui ci si può rifare per muovere i primi passi con il podcasting. In questo percorso ne segnalerò alcuni, scelti tra quelli che conosco, o perché offrono molti spunti o perché mostrano cosa si può fare col podcast.

    L’articolo fornisce un quadro teorico all’uso didattico del podcast e pone al centro l’importanza dell’ascoltare che costituisce un’abilità fondamentale nell’apprendimento. Si tratta, inoltre, di un caso interessante, perché qui il podcast è utilizzato in un contesto di apprendimento che concerne la lingua e letteratura greca e latina. Il podcsat è realizzato con Podomatic ed è suddiviso in due rubriche: Graeci docent e 10 minuti per dire che… . Esempi di sperimentazione del podcast in ambito disciplinare il primo, mentre il secondo lascia spazio al punto di vista degli studenti che si esprimono sui problemi della scuola vissuta nella quotidianità.

    2.2. Giovanna Budroni, La scuola fa podcast!
    Si tratta del canale della classe III F della scuola media dell’I.C. n° 4 di Quartu Sant’Elena, in cui sono fruibili una trasmissione e diversi show realizzati con Spreaker. La trasmissione si intitola “Ti racconto un dipinto” ed è suddivisa in 5 puntatein cui gli studenti presentano opere pittoriche. Gli show trattano di vari argomenti di attualità, storia e istruzione.

    2.3. Radio dell’I.C. Bosco Messina di Roma: Bosco Messina
    Anche in questo caso grazie a Spreakerè stata realizzata una radio scolastica che raccoglie i contributi dei docenti e studenti di varie classi e spazia dalla didattica disciplinare al carnevale, dalla recitazione all’attualità, dalle interviste impossibili alle canzoni e ancora: cronaca, manifestazioni, radio drama, recitazione, fiabe, etc.

    2.4. 3T: Tessere Tanti Testi – I.C. 2 Arzignano (VI)
    Segnalo due progetti che hanno coinvolto molti insegnanti e studenti delle classi di questo I.C.

    #3T: Tessere Tanti Testi … con i nonni: 24 puntate in cui gli alunni e i loro nonni raccontano
    # Tessere Tanti Testi… con ALADINO: 57 episodi in cui vengono trasmesse fiabe, storie, racconti; ma si parla anche di attualità, cittadinanza, etc.

    Entrambi i progetti sono stati realizzati con Podomatic. Questi i nomi degli insegnanti coinvolti: Bevilacqua Barbara, Carlotto Nerina, Fochesato Giorgia, Vicariotto Rosa Maria, Carlotto Giovanna, Confente Emiliana, Di Chiara Barbara, Mecenero Claudia, Treppaoli Chiara.

    2.5. EduSettimoCHANNELL– I.C. di Settimo san Pietro (CA)
    Un canale frequentato e popolato da molte trasmissioni e anche qui emerge, come evidenzia Alberto Pian, la natura propria del mezzo radiofonico, a sua capacità di supportare una struttura comunitaria e comunicativa complessa, personalizzata, abitata da molteplici gruppi tra loro interagenti in un dialogare continuo.

    2.6. Francesca Lazzari, Come realizzare una web radio per innovare la didattica
    Post di Francesca Lazzari pubblicato su scuolaetecnologia il 24/11/2016 e dedicato al fenomeno delle Web Radio Scolastiche. Nel caso esaminato si parla di “Alessia Riccardi, insegnante di lettere nella scuola secondaria di I grado presso l’I.C. “Oreste Giorgi” di Valmontone, che ha realizzato una Web Radio, Radiolol. Radiololè realizzata con Podomatic e incentrata su una rubrica intitolata “E tu che ne pensi” e che prende spunto dal debate per offrire agli studenti l’opportunità di esprimere un proprio punto di vista su temi d’attualità e scolastici.
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