Tao Te Ching, Il libro della via e della virtù, Lao Tzu (Lao Tzi), III secolo a.c. Archivista storiografo negli archivi imperiali, il suo intento fu "aspirare a nascondere se stesso e vivere senza nome". Visse in Chou lungo tempo: "vedendo la decadenza di Chou se ne andò: arrivato al confine il custode Yin Hsi (guardiano del passo) disse: "Sei in procinto di partire, ti lascio costringo a scrivere un libro per me". Dopo di ciò Lao Tsu compose un libro [...] è partì: nessuno sa dove sia andato a finire" (Alberto Castellani)
Capitolo II, Nutrire il corpo o coltivare se stessi
Sotto il cielo tutti riconoscono
che il bello è bello,
per questo sanno il brutto.
Tutti riconoscono
che il bene è bene,
per questo sanno il male.
Essere e non essere si generano l'un l'altro,
facile e difficile si completano a vicenda,
lungo e corto si formano l'un l'altro,
alto e basso si invertono a vicenda,
suono e tono si accordano l'un l'altro,
prima e dopo si seguono a vicenda.
Per questo il saggio
permane nel mestiere del non agire
ed esercita un insegnamento silenzioso.
Non si oppone al nascere delle cose
le lascia vivere
non cerca di farle sue
dalla sua opera nulla si aspetta.
Compiuta l'opera la lascia andare
e proprio perché la lascia andare
non gli vien tolta
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pagina della versione tradizionale del capitolo II del Tao Te Ching |
Bibliografia - Linkografia
Tao Te Ching, testo completo
Lao Tzu, La regola celeste di Lao-Tse, Sansoni, 1984, Firenze, a cura di Alberto Castellani