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Rorik Smith, Library Corporation |
La Biblioteca è illimitata e periodica. Se un eterno viaggiatore la traversasse in una direzione qualsiasi, constaterebbe alla fine dei secoli che gli stessi volumi si ripetono nello stesso disordine (che, ripetuto, sarebbe un ordine: l’Ordine). Questa elegante speranza rallegra la mia solitudine.
1941, Mar del Plata
Jorge Luis Borges e la Biblioteca di Babele
La “Biblioteca di Babele” è uno dei più bei racconti di Jorge Luis Borges, apparso nel 1941 nella raccolta Il giardino dei sentieri che si biforcano. In esso viene sviluppata una metafora, già proposta da altri autori, in cui l’universo viene rappresentato come una biblioteca. Con la biblioteca di Babele Borges è riuscito a illustrare mirabilmente il problema della conoscenza e della ricerca umana del significato, mescolando tra loro alcune esemplari e millenarie metafore relative a questa tematica: il labirinto, la biblioteca, la torre di Babele, il viaggio.
Borges sembra prendere sul serio il modello di una biblioteca universale depositaria del sogno di un sapere sistematico e assoluto, per poi volgere quel sogno in incubo. La biblioteca di Borges è la “biblioteca assoluta”, l’intero universo vi viene raffigurato come una biblioteca infinita, composta da sale esagonali, 4 pareti sono ricoperte da librerie, ogni libreria è composta da 5 scaffali, ogni scaffale contiene 32 volumi, ogni volume è formato da 410 pagine, ogni pagine è composta da 40 righe e le parole sono composte dalla combinazione delle 22 lettere dell’alfabeto più il punto, la virgola e lo spazio bianco.
C’è però un piccolo problema, questa biblioteca rappresenta l’universo prima dell’azione ordinatrice del demiurgo, il caos vi regna sovrano, infatti tutte le combinazioni tra le lettere sono possibili e non esiste un sistema di regole che ne consenta alcune e proibisca altre: tutto le possibili combinazioni sono consentite, dunque il risultato è l’assenza di senso.
Alcune incisioni della biblioteca di Babele sono state realizzate da Érik Desmazièrese sono visibili a questo indirizzo: Onze Estampes.
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Incisione di Erik Desmazieres per il racconto di Borges, tratto da warnockfinearts |
La biblioteca di Babele come distopia conoscitiva e inferno del significato
La biblioteca contiene “tutto ciò che è dato esprimere, in tutte le lingue”, ma essa non rappresenta la realizzazione dell’ideale di una conoscenza universale, piuttosto Borges volge in distopia tale sogno.
La biblioteca di Babele è, infatti, un inferno, l’inferno del significato, perché al suo interno ci sarà il libro che contiene la verità, la risposta vera alla domanda sull’esistenza di dio, tutte le biografie di tutti gli uomini, il modo in cui ciascuno di noi morirà, la soluzione di tutti i problemi, tutti i libri che sono stati scritti e anche quelli che non lo sono stati ancora. Questi libri sono, tuttavia, sommersi da miliardi di frasi senza senso, sono dunque introvabili. Il totale dei volumi è 10 elevato 4677, per leggere tutte le loro pagine un uomo ci impiegherebbe 10 alla 4.000 anni e nel racconto si avanza anche l’ipotesi la biblioteca sia infinita perché i libri si ripetano infinite volte.
C’è chi, come Achille Varzi, si è preoccupato di calcolare il numero di questi volumi “senza senso”, i suoi calcoli si possono leggere in questo articolo Il libraio, lo scrittore, la biblioteca di Babele.
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tratta dall’articolo Brooklyn Author Recreates Borges’ Library of Babel as Infinite Website |
Sovraccarico Informativo e Internet Babelica?
La struttura modulare e reticolare della biblioteca di Babele non può non ricordare l’infrastruttura di internet, la rete è un insieme di nodi collegati da molteplici archi, proprio come le gallerie esagonali da cui è formata la biblioteca di Borges sono collegate tra loro da corridoi. La biblioteca può così essere assunta come una metafora di internet, oggi la rete costituisce il luogo in cui è contenuto il sapere umano. Allo stesso modo, la disperata ricerca di qualche parola o frase dotata di senso, che i bibliotecari di Borges conducono, non può non ricordare la questione del sovraccarico informativo oggi tanto dibattuta.
La metafora della biblioteca di Babele sembra inserirsi in quel dibattito intorno al problema del valore conoscitivo di internet e del suo ruolo nella creazione e diffusione del sapere, problema le cui risposte oscillano tra quella di Nicholas Carr, per cui sussiste il rischio che “Internet ci renda stupidi” e quella di Howard Rheingold per cui “La rete ci rende intelligenti”.
Per inquadrare le tesi avanzate da Nicholas Carr nel suo saggio “Internet ci rende stupidi?” suggerisco la lettura del breve contributo di Silvia Micheletta comparso su Form@re, [volume 13, numero 1, anno 2013, pp. 106-107] e intitolato “Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello“. Nel suo intervento l’autrice esamina le tesi di Carr viene confrontandole con quelle di altri autori ed esaminando il problema dal punto di vista educativo della scuola.
Sul saggio di Howard Rheingold si può leggere un’intervista all’autore di Ernesto Assante apparsa su Repubblica.it il 30/05/2013 con il titolo “Perché la Rete ci rende intelligenti.” Rheingold spiega il suo “manuale digitale”, incentrata su una visione di prudente ottimismo e sulla necessità di una nuova alfabetizzazione.
Il problema è quello del sovraccarico informativo e cognitivo, l’information overload, che produce l’esplosione di qualsiasi rete tassonomica con la quale si cerchi di imbrigliare l’enorme mole dei Big Data per poterli gestire e trasformare in informazioni. Nel 2010, l’amministratore delegato di Google Eric Schmidt, alla Technomy conference di Lake Tahoe, ha dichiarato che ogni due giorni viene prodotta su internet una quantità di informazione pari a quella generata dall’inizio della storia dell’umanità fino al 2003.

Internet: tra logos e entropia
L’antico sogno della filosofia, dai tempi di Platone e Aristotele, di trovare una struttura categoriale ultima, universale ed immutabile, capace di rendere ordinatamente conto di tutto ciò che esiste ed è conoscibile e dicibile, sembra lasciare il posto al paradossale gioco nichilista di Gorgiache, secondo la testimonianza di Sesto Empirico, nella sua opera Sul non essere, asserirebbe che: nulla è, se anche qualcosa fosse non sarebbe conoscibile e se anche fosse conoscibile non sarebbe comunicabile.
Chissà se un super motore di ricerca troverebbe, nella spaventosa biblioteca di Borges, la risposte a queste domande e, come il Multivac (altra possibile metafora per Internet) del racconto L’ultima domanda di Isaac Asimov riuscirebbe infine a trovare la soluzione e creare l’ordine invertendo l’entropia.
- Leggere il racconto di Borges in rete: il racconto di Borges può essere letto in italiano digitando su un qualsiasi motore di ricerca titolo e autore, si arriverà, prima o poi, al testo del racconto. È anche possibile trovare su Youtube alcuni video in cui il racconto viene letto in italiano
- La biblioteca di Babele e i paradossi dell’infinito: un interessante articolo di Giulio Napoleoni, L’infinito non è di questo mondo. La Biblioteca di Babele e l’universo esamina il paradosso dell’infinito che si annida nelle gallerie della biblioteca: Il contrasto di fondo, che produce il paradosso, risiede nella finitezza della Biblioteca rispetto alla presumibile infinità di cose/eventi che possono essere descritti, espressi, narrati, teorizzati.
- Il prevalere del non senso nella biblioteca di Babele: Un intervento di Achille Varzi intitolata Il libraio, lo scrittore, la biblioteca di Babele, in cui l’autore cerca di dare un senso più preciso all’affermazione per cui nella biblioteca di Babele ci sono tutti i libri possibili, anche quelli totalmente privi di senso. Varzi prova a calcolare il numero di alcuni di questi libri “senza senso”, il risultato è tremendo, i libri dotati di senso rispetto a quelli insensati sono in numero infimo.
- Sarebbe possibile costruire la Biblioteca di Babele? Sulle incongruenze architettoniche e le imprecisioni del racconto di Borges consiglio la lettura dell’articolo comparso su Repubblica.it il 30/05/2015 e intitolato La Biblioteca di Babele? Borges sbagliava i calcoli, in cui Michele Mari presenta il libro di Renato Giovannoli, Come costruire la biblioteca di Babele, con una premessa di Stefano Bartezzaghi
- La biblioteca in immagini: chi volesse vedere la biblioteca di Babele tradotta in immagini, può visitare questa pagina del sito Warnock Fine Arts che presenta Onze Estampes volume in cui sono raccolte le immagini realizzate da Eric Desmazieres per illustrare la biblioteca di Babele di J. L. Borges
- La storia di Multivac: su Multivac e le vicende che lo vedono protagonista nei racconti di Isaac Asimov cosiglio la lettura di questo post pubblicato il giugno del 2015 si informazione consapevole: Le “profezie” di Asimov sull’era dei computer e di Internet nel 1958.
- Information Overload: Per documentarsi sul tema sovraccarico informativo e cognitivo si può consultare la seguente racconta realizzata con Pearltrees e che comprende articoli, infografiche, interventi su questo argomento: Information Overload e Big Data