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Gianni Marconato: la "didattica per competenze" tra finzione e realtà


In un recente intervento sul suo blog con il titolo Non si programma PER competenze, Gianni Marconato interviene sulla questione della "didattica per competenze" che in questi ultimi anni ha dato luogo a vari sviluppi. Tra questi alcuni presentano interessanti applicazioni in ambito didattico, si tratta di quei casi in cui la competenza è vista come traguardo di lungo periodo del processo formativo e "punto d'appoggio" su cui fare leva per operare significativi cambiamenti nella didattica tradizionale avendo cura di superare la mera trasmissione passiva del sapere per creare situazioni didattiche in cui gli studenti siano posti in grado di "mettere alla prova" le proprie conoscenze e capacità: apprendimento significativo, compiti autentici, apprendimento per problemi, costruzione collaborativa delle conoscenze, ricerca - azione, etc. Si tratta mettere in pratica una strategia che utilizzando metodologie e approcci già teorizzati e sperimentati da lungo tempo, li sappia coniugare con i saperi disciplinari e orientare verso la competenza assunta come meta di lungo periodo e sviluppo della persona competente.

La religione della competenza
Esiste un'altro modo di intendere la competenza, che in molti ambienti, anche ministeriali, è maggioritario e che la trasforma in oggetto di culto, generando una sorta di "religione della competenza". Si tratta di una mossa metafisica in cui la competenza viene sostanzializzata, trasformata in entità autonoma che può essere assunta quale oggetto di programmazione e/o progettazione didattica, andando a porsi come alternativa alla immonda e vetusta didattica disciplinare

La competenza come costrutto complesso
In realtà la competenza è un costrutto complesso, frutto di un processo sistemico di lungo periodo risultante dall'interazione e integrazione di molteplici variabili: i saperi disciplinari e le capacità cognitive e metacognitive, le abilità, le esperienze e il sapere esperto, l'intelligenza emotiva, l'interazione con gli altri, etc.. Come rileva Gianni Marconato nel suo articolo: La “competenza”, pertanto, non consiste in un’entità originale, ma è la risultante combinatoria di “risorse” di differente natura: conoscenze, abilità cognitive, metacognitive, personali, sociali…
Risultato di questa impostazione è che la competenza non si pone come alternativa al sapere disciplinare, come implicito in alcune proposte che vorrebbero abolire le discipline per passare a una mal compresa "didattica per competenze". 
L'assunzione della competenza nella pratica didattica significa, come sostiene Gianni Marconato: "programmare e lavorare sul piano didattico intenzionalmente, puntando agli effetti nel lungo periodo della didattica quotidiana ancorata alle discipline".

Dalla parodia alla realtà
La messa in opera della visione sostitutiva della didattica per competenze, prevede inoltre una forma di riduzionismo caricaturale, per cui tanto le competenze quanto i saperi disciplinari sono ridotti a stereotipi banali e semplicistici, ingenue deformazioni di quello che in realtà sono.
La didattica disciplinare viene ridotta a un ammasso informe di nozioni che vengono passivamente trasmesse e insaccate nella mente di studenti e studentesse.
Nessun sospetto che i saperi disciplinari siano qualcosa di un tantino più complesso e attraverso cui si debba passare se si vuole poi arrivare alla multi - inter - trans - disciplinarietà. I saperi disciplinari hanno un proprio statuto epistemologico complesso, delle articolate strutture logiche e procedurali, un lessico e un dominio semantico raffinati, offrono ipotesi e teorie interpretative piuttosto elaborate. Tutto questo non è  certo riducibile a un ammasso di nozioni da mandare a memoria.
Della meccanica riduzione delle competenze a mero "saper fare", una sorta di praticoneria che già Platone condannava come un "fare senza capire", si è già detto.
Consiglio a chi volesse approfondire l'argomento di consultare il lungo articolo di Gianni MarconatoLa competenza tra desideri e realtà, pubblicato su Ricercazione 2/2017 e di leggere il saggio di Massimo Baldacci, Curricolo e competenze, Mondadori, 2010.


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