Il Caso Cartesio"
Il caso Cartesio"è il titolo di un giallo storico di
Daniele Bondi edito da Rusconi. Perchè un thriller storico dedicato al filosofo francese? Quale mistero si cela nella sua vita, anzi, nella sua morte?
Come si sa Cartesio fu un uomo molto prudente, quando gli giunse notizia della condanna di Galilei nel
1633 sospese la pubblicazione del suo trattato sulla luce in cui sosteneva la dottrina copernicana. Anche il suo trasferimento in Olanda del
1628 fu dovuto alla ricerca di un luogo dove lavorare libero da censura ecclesiastica e dagli impegni mondani parigini.
E' anche noto che si trasferì a Stoccolma nel
1649, su invito della regina
Cristina di Svezia, che aveva allora solo 23 anni, si proclamava sua discepola e lo voleva come suo mentore. Il povero Cartesio amava molto riposare ed era solito alzarsi dal suo letto tra le 11:00 e le 12:00, al punto che spesso riceveva i suoi ospiti standosene sotto le coperte. Queste sue abitudini dovettero mutare, infatti fu costretto ad impartire le sue lezioni a Cristina, impegnata nelle faccende di governo, alle 5 del mattino. Si alzava quindi la notte e usciva di casa per recarsi dalla parte opposta dell'isola che formava allora il centro di Stoccolma. Probabilmente a causa delle levatacce mattutine, del fisico debole e del duro lavoro si ammalò di polmonite e morì nel giro di poche settimane l'
11 febbraio del 1650.
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Descartes alla corte di Svezia |
Il giallo storico di Bondi si basa sui recenti studi d
Theodor Ebert, filosofo tedesco dell'Università di
Erlangen, che in un suo lavoro dal titolo "
La misteriosa morte di René Descartes", sostiene che Cartesio sia stato vittima di un avvelenamento ad opera del monaco agostiniano
Francois Viogué, inviato dal papa
Innocenzo X a Stoccolma come missionario apostolico al fine di convertire la regina Cristina al cattolicesimo.
Lo studioso tedesco ha condotto ricerche presso gli archivi di Stoccolma e Parigi e basa la sua tesi sulla testimonianza del medico di Cartesio, che avrebbe così descritto i sintomi del filosofo francese: "perdurante singhiozzo, espettorazione di colore nero, respirazione irregolare" e che parlerebbe anche di sangue nelle urine di Cartesio.
Eike Pies e "Il delitto Cartesio"La tesi dell'avvelenamento era già stata sostenuta da
Eike Pies, medico e storico tedesco, che aveva scoperto, presso l'archivio dell'Università di
Leiden, nei Paesi Bassi, una lettera scritta ad un collega olandese dal medico della regina di Svezia,
Johann van Wullen, in cui le condizioni di Cartesio, ormai moribondo, erano così descritte: "
emorragia allo stomaco, vomito nero, tutte cose che non hanno niente a che fare con la polmonite". Pies, dedica un libro all'affaire Cartesio, "
Il delitto Cartesio", una indagine sulla morte del filosofo scomparso, a suo avviso, in circostanze poco chiare. Nella lettera ritrovata da Pies vi sarebbe anche un post -scriptum in cui si raccomandava al destinatario di non far cadere la missiva in mani estranee: “
….la regina ha voluto vedere questa mia missiva prima che la spedissi. Voleva sapere cosa avevo scritto agli amici riguardo alla morte di Cartesio. Mi ha ordinato di non fare assolutamente cadere la lettera in mano di estranei."
. Sempre Pies sottolinea come le autorità del museo parigino in cui è conservato il cranio di Cartesio non abbiano mai autorizzato il prelievo di tessuti ossei per verificare la presenza di arsenico.
Questo il testo completo della lettera di van Wullen:
"Durante i primi due giorni, il paziente era immerso in un sonno profondo. Non prese né cibo, né bevande, né medicine. Il terzo e quarto giorno rimase insonne e in stato di grande agitazione, sempre senza nutrirsi, né assumere medicine.Il quinto giorno, fui chiamato al suo capezzale, ma Cartesio non accettò di essere curato da me. Poiché i segni di morte imminente erano indiscutibili, accettai volentieri di non dovermene occupare. Passati il quinto e il sesto giorno, il malato accusò vertigini e febbre interna.L'ottavo giorno comparvero singhiozzo e vomito scuro. Inoltre, respiro irregolare, sguardo vagante, tutti segni di fine imminente. Il nono giorno, nulla più funzionava. Il decimo, la mattina presto, rese l'anima a Dio”
Theodor Ebert e "La misteriosa morte di René Descartes"Ebert riprende la tesi di Pies e ne chiarisce meglio movente, arma e circostanze. Il monaco
Vioguè avrebbe visto in Cartesio un ostacolo alla conversione al cattolicesimo della regina Cristina, che era luterana, e quindi avrebbe proceduto ad eliminarlo con il veleno. L'arsenico sarebbe stato somministrato a Cartesio tramite un'ostia nel corso di una messa celebrata presso la cappella dell'ambasciata francese a Stoccolma dallo stesso Viougè. Secondo Ebert: "
Sarebbe stato un gioco da ragazzi mettere un po’ di arsenico nell’ostia destinata alla vittima, con una dose letale di 0,1 grammi" e sempre Ebert dichiara, a proposito del movente che la morte di Cartesio si ebbe perché
"a causa del suo insegnamento illuminato, l’incipiente conversione della regina poteva essere messa in pericolo". Ebert sottolinea come Viogué fosse spinto da un odio fanatico nei confronti di Cartesio al punto da rifiutargli l'estrema unzione in quanto "
voleva spedirlo all'inferno". Altra prova riportata da Ebert è relativa all'ottavo giorno di malattia in cui Cartesio chiese gli venisse somministrato un emetico, vino con tabacco, perché gli provocasse il vomito, "la cosa ha senso" osserva Ebert, "solo pensando che a quel punto Cartesio deve aver sospettato di essere stato avvelenato".
Ebert si preoccupa anche della giustificazione dottrinaria dell'avvelenamento, ricordando come il gesuita
Juan Mariana sostenne la liceità dell'uso dell'arsenico come strumento per l'eliminazione degli infedeli.
L'accoglienza della tesi di EbertSe Manfred Baum, studioso tedesco e editore della rivista "Kant-Studien", giudica probabile la tesi sostenuta da Ebert e Rolf Puster, tra i massimi studiosi tedeschi di Cartesio, riferisce allo Spiegel dell'ottima reputazione di Ebert come studioso, la stragrande maggioranza degli storici e biografi respingono la tesi dell'omicidio e si attengono alla versione tradizionale della morte per polmonite, basata sulla biografia di Cartesio scritta da padre Adrien Baillet nel 1692, il quale fa riferimento a nubi e ombre che avrebbero avvolto la morte del filosofo, ma unicamente allo scopo di respingerle come fantasie.
Nell'articolo pubblicato sull'Avvenire del 12 novembre del 2009 a firma di Mario Iannacone, dal titolo "
Una bufala avvelenata per Cartesio", si possono leggere alcune delle obiezioni avanzate alla tesi di Ebert. Non tutte le obiezioni di Iannacone sono convincenti, ad esempio non è vero che la conversione al cattolicesimo di Cristina fosse già cosa fatta agli inizi del 1650, quando morì Cartesio, e che quindi l'omicidio del filosofo sia stato del tutto inutile. Questo è dimostrato dal fatto che nel 1652
Paolo Casati, gesuita inviato presso la corte di Cristina sotto falso nome per agevolarne la conversione, scrisse una lettera al padre generale dell'ordine a Roma in cui sostiene che vi erano buone possibilità che la regina potesse convertirsi al cattolicesimo.
NoteHo letto diverse fonti per scrivere questo post - articoli giornalistici, blog, dizionari ed enciclopedie online - è ho fatto una grande fatica a ricostruire la vicenda perché la confusione regna sovrana. Se nel Corriere Viogué è Francois, in Vired.it è Jaques. Non parliamo delle testimonianze dei due medici, il medico di Cristina e il medico di Cartesio, a cui vengono attribuite dalle diverse fonti, indifferentemente, l'una o l'altra delle due testimonianze, non sono nemmeno certo, a questo punto, del fatto che si tratti di due medici diversi. Insomma, l'informazione storica del giornalismo sembra sempre più rassomigliare alla realtà storica romanzata del romanzo di Bondi, forse nel tentativo di emulare la cialtroneria della nostra classe dirigente.
storiLinkografiaIl caso Cartesio, conversazione con Bondi sul suo romanzo storico
Wired.it, la misteriosa morte di CartesioMario Iannacone, Una bufala avvelenata per CartesioRepubblica, Cartesio morì avvelenatoIl Corriere, Cartesio ucciso da un'ostia all'arsenicoWikipedia, CartesioWikipedia, Cristina di SveziaIl Giornale, Vi racconto la caccia al teschio di CartesioSupereva.it Il mistero delle ossa di CartesioBaroque.it, Cartesio