La Tassonomia degli studenti
Forse Linneo, padre della tassonomia moderna, inarcherebbe le sue sopracciglia perplesso di fronte alla proliferazione tassonomica di acronimi medici con cui il ministero sembra voler riportare qualsiasi difficoltà insorga nel processo di apprendimento a patologie della più svariata specie. La direttiva del 27/12/2012 sembra rivolta più al personale medico ospedaliero che agli insegnanti, in
poche pagine si fa riferimento a: modello diagnostico ICF (International Classification of Funtioning), B.E.S., codici nosografici, manuale diagnostico ICD-10, DSA, ADHD o DDAI, QI globale, Disturbo Evolutivo Specifico Misto codice F83. Viene inoltre messo in campo un esercito di acronimi, fino ad arrivare a formulare frasi, se tali possono definirsi, del genere: "Sarà cura degli Uffici Scolastici Regionali operare il raccordo tra i CTS e i GLIR, oltre che raccordare i GLIP con i nuovi organismi previsti nella presente Direttiva".
Gli studenti sono tutti ornitorinchi
Se poi si va a vedere più da vicino criteri e definizioni in base alle quali questa classificazione è costruita ci si trova davanti a una tale genericità, ambiguità, confusione, che mostra tutta la sua inconsistenza di fronte a una realtà fatta da studenti che sono tutti "ornitorinchi", direbbe Umberto Eco. Oppure si potrebbe vedere nei criteri tassonomici del ministero un esempio di quella poetica del "vago e dell'indefinito" teorizzata da Leopardi, che chissà, a sua volta, con quale etichetta verrebbe stigmatizzato dal ministero.
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Dory, ti voglio abbastanza bene. Conversazione di e con Giancarlo Onger, 29/04/2015, Presidente del CNIS, Associazione Nazionale Insegnanti Specializzati |
Una risposta educativa
Ma davvero una politica educativa che voglia essere inclusiva deve fondarsi fondarsi su un sistema di classificazione degli studenti che li categorizzi in funzione di criteri medici, psicologici, sociologici, in base ai quali questi risultano imprigionati in "gabbie lessicali" definite dalla misura in cui si discostano da una pretesa normalità assunta come norma?
Dietro il linguaggio medico - legale e i contorcimenti lessicali per cercare di essere "semanticamente corretti" nei confronti delle persone con disabilità, non si cela un razzismo di fatto che etichetta, metonimicamente, una persona per una delle tante caratteristiche della sua conformazione psico - fisica?
Insomma, una simile impostazione della politica scolastica di inclusione, non sembra fatti da tante esclusioni?
Dietro il linguaggio medico - legale e i contorcimenti lessicali per cercare di essere "semanticamente corretti" nei confronti delle persone con disabilità, non si cela un razzismo di fatto che etichetta, metonimicamente, una persona per una delle tante caratteristiche della sua conformazione psico - fisica?
Insomma, una simile impostazione della politica scolastica di inclusione, non sembra fatti da tante esclusioni?
Ma, sopra ogni altra cosa, i docenti non dovrebbero dare una risposta pedagogica ed educativa a questi problemi?
Università di Cagliari: Convegno Internazionale sui Bisogni Educativi Speciali
Si è tenuto in questi giorni a Cagliari un convegno internazionale sul tema: "I Bisogni Educativi Speciali in un'ottica inclusiva", Università di Cagliari, 19 - 20 novembre 2015. Si sono confrontate due linee:
# quella che privilegia una lettura medica e che imposta una strategia di inclusione fondata sulla classificazione delle disabilità
# quella che rifiuta le classificazioni ed assume come "speciali" tutti gli studenti mirando a una strategia inclusiva di matrice educativa che punta alla personalizzazione dell'apprendimento per tutti gli studenti
Il mio intervento: Tecnologie Educative e Regia Didattica
Ho realizzato una mappa concettuale con Mindomo per il mio breve intervento il cui titolo è "Tecnologie Didattiche e Inclusione Educativa", la mappa è visualizzata in modalità "presentazione" e propone un percorso tramite una serie di slides. Chi volesse consultare e leggere la mappa liberamente, visualizzandone tutti i nodi e non solo quelli inclusi nella presentazione, può utilizzare questo link: Mappa liberamente consultabile
Questo il link della mappa visualizzabile come slideshow o presentazione Tecnologie didattiche e inclusione educativa
Questo il link della mappa visualizzabile come slideshow o presentazione Tecnologie didattiche e inclusione educativa
Premesse Teoriche
Queste le premesse teoriche da cui parto:
1. Le Tecnologie Educative non sono medicine miracolose capaci di risolvere ogni problema nell'apprendimento e assicurare una palingenesi della scuola
2. Le TIC vanno ripensate come T.A.C., il problema non è apprendere le tecnologie ma apprendere con le tecnologie. Occorre tenere sempre presente il primato della didattica sulla tecnologia.
3. Le tecnologie vanno somministrate dietro indicazione del docente che deve individuarle e adoperarle sempre in modo contestuale, adattandole alle situazioni specifiche e particolari della pratica didattica quotidiana e alle esigenze degli studenti
4. La risposta ai problemi dell'inclusione scolastica non è la medicalizzazione dell'apprendimento ma la sua personalizzazione
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immagine tratta dal sito dell'ICS "G. Falcone - R. Scauda" |
5. Come mostra l'immagine qui sopra gli alunni e le alunne sono tutti "speciali" e tutti "diversi" ciascuno di loro ha diritto ad essere considerato come una persona con le sue esigenze e a ciascuno di essi ci si deve sforzare di garantire un apprendimento personalizzato
6. Per quanto mi riguarda non esistono Bisogni Educativi Speciali, ma Bisogni Educativi degli Studenti, di TUTTI gli studenti.
7. Il principio su cui fondo la mia idea di inclusione educativa è il seguente: "Ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni", Karl Marx"Critica del programma di Gotha" o, se si preferisce, Atti degli Apostoli, (4,32)
Indicazioni di Lettura
Nella mappa mostro alcuni esempi di possibili utilizzi delle tecnologie didattiche tratte dalla pratica formativa quotidiana portata avanti da me e dai miei studenti. Quest'anno scolastico stiamo sperimentando i possibili utilizzi dell'audio e del video, combinati con il web e i dispositivi mobili, per personalizzare insegnamento e apprendimento. Non si tratta di soluzioni rivoluzionarie ai problemi della scuola e della didattica, ma di semplici risposte concrete a specifiche esigenze che insorgono nella pratica quotidiana.
Nel repertorio da me segnalato si possono trovare:
registrazioni audio condivise online con le classi relative a:
# lezioni del docente registrate in tempo reale,
# audio riassunti realizzati dagli studenti
# verifiche orali sostenute dagli studenti
# valutazioni audio realizzate dagli studenti sulle prestazioni fornite dai logoro compagni
registrazioni video condivise online relative a:
# video lezioni realizzate dal docente e dagli studenti con la tecnica dello screencast
# riprese dal vivo delle lezioni tenute dagli studenti ai loro compagni su argomenti disciplinari# video correzioni di questionari scritti realizzate dal docente per gli studenti
# Moduli formativi realizzati con vari ambienti (Mindomo, Edynco, BlendSpace) di apprendimento secondo i principi del Blended Learning e fruibili interamente online
Nella mappa liberamente visualizzabile è possibile esplorare molti altri esempi di risorse condivise online a supporto dell'apprendimento.
Apprendimento Personalizzato Utopia regolativa
Tutto questo viene proposto nella consapevolezza che una piena personalizzazione dell'insegnamento e dell'apprendimento costituiscono criteri regolativi, come direbbe Kant, che non saranno mai pienamente conseguibili. Solo in una prospettiva escatologica e soteriologica della didattica si può pensare di realizzare pienamente l'Eden pedagogico. Nella realtà consideriamo la perfetta personalizzazione di apprendimento e insegnamento come un'utopia irrealizzabile, ma che deve costituire un modello progettuale che ci consenta di progredire e migliorare nella strada di un-educazione inclusiva per tutti.