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Museum of Hoaxes: Il Museo delle bufale e della disinformazione

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Hoaxes - Le Bufale
Hoaxes sono le bufale, le notizie prive di fondamento, la notizia è che sono sempre esistite ma in questi ultimi anni, causa la "rivoluzione digitale" e i "social media", sono cresciute a dismisura. Forse il problema non sono tanto e solo i social media e internet, quanto il decadere del pensiero critico e dell'educazione ai media.
Che si tratti di misinformazione, ovvero la condivisione in buona fede di notizie false, o disinformazione, che consiste nel creare consapevolmente e diffondere informazioni che si sa essere false, la "bufale" hanno per alcuni reso evidente l'ingresso dell'umanità nell'era della post - verità.

Su Valigia Blu, Angelo Romano in un interessante post dal titolo "Facile dire "fake news. Guida alla disinformazione", propone alcune considerazioni di Claire Wardle, la quale suggerisce di focalizzare l'attenzione su:
  • la grammatica della fake news;
  • le motivazioni di chi le crea;
  • le modalità attraverso cui vengono diffuse. 
In questo senso il "Museo delle bufale" svolge una importante funzione di informazione sulla disinformazione, documentando e mappando il territorio della mala-informazione e fornendo le risorse e i contenuti per una educazione al vaglio critico delle informazioni, che è competenza strategica nell'era del sovraccarico informativo e del web inclusivo (David Weinberger).

Il Museo delle Bufale - Hoaxes Museum
The Museum of Hoaxes nasce nel 1997 e si propone di esplorar e il mondo dell'inganno. Ha sede a San Diego, in California. Il sito è facilmente navigabile, naturalmente è in inglese.

Il visitatore imbufalito può esplorare le fake - news tramite il menù "Explore" in cui troverà una tassonomia della disinformazione così articolata:
  • Foto false
  • Pesce d'Aprile
  • Categorie
Cliccando su "more" si potrà accedere a una più complessa classificazione di categorie ordinate alfabeticamente, tra cui selezionare quella che ci interessa. Cliccando su una di queste si aprirà la pagina che contiene tutte le fake - news ad essa relative. Per esempio, cliccando su religion, abbiamo a disposizione: la donazione di Costantino, la papessa Giovanna o la più recente notizia (falsa) dell'acquisto della chiesa cattolica da parte di Microsoft (1994). Selezionando una di queste news si accede a una scheda in cui vengono fornite le informazioni necessarie a ricostruire origini, caratteristiche e diffusione della fake - news e, con buona pace dei sostenitori di una interpretazione in chiave filosofica "post moderna" della post verità, in tutti i casi esaminati si può quasi sempre distinguere tra verità e falsità.
Altro modo per accedere all'archivio delle fake - news è quello di utilizzare la timeline selezionando un'epoca storica.

Un sito utilissimo e che va incontro ai tre obiettivi che occorre perseguire se si vuole fare davvero qualcosa contro le fake - news e la disinformazione: individuarne la grammatica, comprenderne le modalità di diffusione e le motivazioni di chi le crea e di chi le difonde.



I siti anti - bufala in Italia
Esistono molti siti italiano che si preoccupano di indagare sulle fake - news e rivelare le bufale che vengono condivise nei social media. Spesso capita di verificare una notizia andando a guardare il primo sito "anti-bufale" che ci capita a tiro di motore di ricerca. Ebbene, occorre prestare particolare attenzione all'affidabilità del sito anche in questo caso, esistono infatti siti anti-bufale che in realtà pubblicano bufale allo scopo di attirare traffico e guadagnare con la pubblicità, come è il caso di mediamass che giustifica tale operazione con la facciata della satira, ma si tratta in realtà di un espediente per guadagnare. 
Questi alcuni dei principali siti antibufale italiani:
  • Wired.it antibufala: ha in archivio 434 storie che possono essere consultate tramite un menù formato da 5 voci: tutto, articolo, gallery, video, data
  • Butac: acronimo di "Bufale un tanto al chilo", nasce per combattere contro: "bufale, disinformazione, allarmismi gratuiti e frodi online", è uno dei punti di riferimento per la lotta alle bufale in Italia. Si possono cercare le bufale o ricorrendo al motore di ricerca o esplorando le categorie del menù che sono: The black list, vaccini, i complotti del 9/11, Topics.
  • Il Disinformatico: blog di Paolo Attivissimo, tra i più noti ed esperti cacciatori di bufale e debunker italiani, lui stesso si definisce: "giornalista informatico e cacciatore di bufale". Il sito presenta un archivio molto ricco e varie categorie tra le quali andare alla ricerca della bufale. Utili la categoria "etichette" che presenta i tag, cliccando sul tag che ci interessa compariranno tutte le bufale etichettate con quella parola chiave. L'archivio presenta tutte le news del sito (diverse migliaia) ordinate in base alla data di pubblicazione a partire dal 2003. Molto utile consultare connessioni, dove si possono trovare link utili per la caccia alle bufale o servizi contro truffe e altre forme di inganni.
  • Bufale e dintorni: sito attivo dal 2011, si possono cercare le bufale o cliccando sulla categorie che ci interessa o tramite l'archivio che permette di cercare per data di pubblicazione. 
  • Bufale.net: sito dedicato a illustrare e documentare bufale, truffe, casi di disinformazione. Interessante la citazione tratta dalla definizione di bufala dell'accademia della Crusca: "menare per il naso come una bufala", ovvero portare a spasso l'interlocutore trascinandolo come si fa con i buoi e i bufali, per l'anello attaccato al naso. Mentre la sezione dedicata all'allarmismo si occupa della "tendenza a preoccuparsi o a generare timore negli altri anche in assenza di validi motivi favorendo una condizione di paura collettiva derivante dall'annuncio di imminenti pericoli." Le altre sezione del menù sono: Truffe, Notizie VerePrecisazioni (notizie vere ma che necessitano di spiegazioni ulteriori).
Esistono anche altri siti e servizi contro le bufale e i siti segnalati ne propongono vari elenchi, la cosa interessante e disperante è che ogni sito anti-bufala è costantemente sotto attacco. A ciascuno di essi è stata più volte rivolta l'accusa di promuovere bufale e diffondere subdolamente disinformazione  dietro il paravento della lotta alle bufale. 


La Grammatica della disinformazione
Nel già citato articolo di Angelo Romano, è presente una interessante infografica in cui si cerca di fornire una guida alla grammatica della disinformazione. Sono infatti rappresentati 7 differenti tipologie di disinformazione:
  • collegamento ingannevole: titolo, didascalia, immagine, sottotitolo, etc. non sono congruenti o pertinenti al contenuto:
  • contesto ingannevole: contenuto vero ma inserito in un contesto di informazioni false;
  • contenuto ingannatore: viene citata una fonte falsa
  • contenuto completamente falso: il fatto è consapevolmente inventato per ingannare in genere allo scopo di generare traffico con i clic;
  • contenuto manipolato: rielaborazione di informazioni o immagini;
  • uso manipolatorio della satira: siti di finta satira che mirano a tranne in inganno.
Il tentativo di definire una "grammatica della disinformazione"è importante ed essenziale per impostare una strategia didattica non contro le bufale, ma per la formazione al "pensare criticamente".
Altrettanto importante è comprendere quali siano le motivazioni che animano i soggetti che promuovono disinformazione, allarmismi e bufale: presa in giro, propaganda, attacco personale, cacciatori di clic, cattivo giornalismo. 

Bufale: storie, pregiudizi e stereotipi
Il Debunking è l'attività di smascheramento delle false notizie, l'azione di confutare e/o dimostrare l'infondatezza di bufale, affermazioni false, notizie allarmistiche, etc. Debunker è colui che pratica l'attività di smascherare le falsità ed esercita l'arte del dubbio nel tentativo di mettere alla prova la veridicità di notizie, affermazioni, eventi, presentati come veri ma, in realtà, falsi o manipolati. 
Come si può leggere su Wikipedia, il termine nasce nel 1923, quando William Woodward usò il sostantivo "bunk" nel senso di fandonia: "take the bunk out of things", "togliere ciò che è assurdo dalle cose".
Si tratta insomma dell'arte praticata da Socrate, il primo debunker della storia europea, che utilizza l'arma dell'ironia per mostrare l'infondatezza delle convinzioni dei suoi interlocutori, che spesso sono fondate su stereotipi e pregiudizi, come quasi tutte le bufale di successo.
Una ipotesi di lavoro interessante è quella di considerare le bufale come storie capaci di far riferimento ai più radicati stereotipi e pregiudizi e di intercettare le più diffuse paure delle persone e dei gruppi. In questo senso la "bufala", oltre alle altri funzioni e significati, avrebbe anche la valenza dell'orientare l'agire collettivo secondo la meccanica del capro espiatorio e della contrapposizione NOI / LORO
Potente strumento di potere e di mobilitazione collettiva, si pensi alle bufale sugli immigrati, ma anche di costruzione dell'identità individuale e di gruppo. 

La Scuola e le Bufale tra fake - pedagogia e mis-innovazione
La disinformazione riposa sulla diffusione di stereotipi e pregiudizi e sulla mancanza di spirito critico. L'affermarsi del web e della comunicazione digitale ha solo determinato un'accelerazione nella produzione e diffusione di fake news, ma non siamo entrati in una pretesa nuova era della conoscenza, al post verità e la realtà alternativa. Le fake news sono sempre esistite come è sempre esistito il loro antidoto. La pratica dell'ironia e la scuola del dubbio, da Socrate in poi, costituiscono il principale antidoto da contrapporre alle fake news, in una parola: l'educazione.
Certo che è difficile pensare che una scuola impegnata a:
  • alternare l'educazione con il lavoro;
  • educare al rispetto;
  • combattere il cyeberbullismo;
  • pensare computazionalmente;

e le altre mille e degnissime cose che saltano in mente al ministro di turno, resti ancora il tempo di "fare educazione". Anche perché l'intera società è costruita per evitare che il pensiero critico si sviluppi, dato che dall'infanzia all'età adulta gli esseri umana vengono allevati in batteria al solo scopo di consumare.
Altra difficoltà è che molte delle innovazioni che vengono introdotte, frutto di una pedagogia della rincorsa, sembrano finalizzate esattamente a non sviluppare il pensiero critico, si veda il gergo pedagogico - aziendalistico e la standardizzazione; o il moltiplicarsi di follie burocratico aziendali (RAV, PDM) e medico - educative (BES, PDP, DSA, PAI, PEI).

Insomma il vero problema nella scuola sono la fake pedagogia e la misinnovazione.

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